L'atteggiamento di Innocenzo III nei confronti del miracoloso fu teso a valorizzare il suo potente ruolo a sostegno della fede insieme con la Sacra Scrittura. Esso obbedì anche al bisogno di porre freno alla credulità popolare e di stabilire criteri rigorosi con cui giudicare l'attendibilità dei miracoli. Tale esigenza di credibilità è rivelata dalle sue bolle di canonizzazione e da due avvenimenti del suo pontificato: la scoperta o
inventio nel 1215 a Veroli delle reliquie di Maria Salome e la consacrazione, il 15 novembre 1215, della chiesa di S. Maria in Trastevere, sorta sul sito del
fons olei scaturito miracolosamente nel preciso istante della nascita di Cristo. Riguardo al primo episodio la lettera dell'abate Giraldo di Casamari ad Innocenzo III documenta come in quella circostanza sia stata messa in atto una scrupolosa procedura di autenticazione delle reliquie, mentre il secondo evento, attestato in particolare dagli
Acta consecrationis della suddetta chiesa (Vat. lat. 10999, ff. 143r-153r), rappresentò un momento-chiave, durante il Quarto Concilio Laterano, per spiegare ai fedeli il significato del primo miracolo cristiano avvenuto a Roma e per ribadire al tempo stesso la superiorità del miracolo eucaristico rispetto a qualsiasi altro. (Barbara Scavizzi)
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