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MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Scheda TETRA

Godeschalcus Orbacensis monachus n. 805/808, m. 30-10-866/870

Carmina

Titoli di parti dell'opera

inc. Age quaeso perge Clio; Christe mearum; Christe rex regum; Ebo Remense decus; Heu valeo omnigenum; O Deus, miseri; O mi custos, o mi heros; O veneranda Dei suboles; Quo ne tu missus; Spes mea, Christe; Ut quid iubes, pusiole

Riferimenti Te.Tra. vol. I p. 146-51; Repertorium (1984) vol. V p. 172; CSLMA (2010) vol. III pp. 205-11, 514-5; CALMA (2013) vol. IV 4 pp. 385-6

New Haven, CT, Yale University, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, 481, 40
Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 1154, ff. 131va-132rb
Ut quid iubes, Spes mea Christe, Christe rex regum, O Deus miseri, O veneranda Dei suboles
Tradizione del testo: Ogni testo ha tradizione sostanzialmente indipendente, condizione aggravata dalla condanna per eresia subita da Gotescalco: fattore che ha reso ancor più frammentari l'ordinamento testuale e la trasmissione manoscritta (solo il Parigino 1154 raccoglie un gruppo di carmi), insieme alla grande notorietà e diffusione mnemonica e musicata (redazioni neumate in alcuni testimoni di Ut quid iubes e O mi custos; prove di penna) che genera interpolazioni e riscritture. La provenienza di molti testimoni dalla Francia occidentale (area tra Reims, Fleury, Corbie e Tours, nella quale fu attivo Gotescalco dopo l'abbandono di Fulda) e la loro antichità (IX-X) fa propendere per un inizio della trasmissione già durante la vita di Gotescalco. A partire da Cellot e Sirmond, varie edizioni si sono susseguite, tutte di singoli o pochi carmi; alcune sono le principes (Traube per Christe mearum), talvolta sono nuove scoperte (Fickermann, O mi custos e Horarium). L'unica complessiva (a parte Quo ne tu missus) è l'edizione Weber che, migliorando in ogni caso il testo e ampliando la recensione, conferma la attribuzione di Ebo, Remense decus (proposta di Vielhaber) e la non attribuzione di Gesta Apolloni ed Ecloga Theoduli. L'edizione è discussa da Stella, che avanza proposte di emendamenti sulla base di una nuova collazione e ha in preparazione una nuova edizione di O mi custos e Ut quid iubes per il Corpus dei Ritmi Latini IV-IX secolo, vol. I. È impossibile determinare uno stemma comune a tutti i componimenti; esso è ricostruibile solo per alcuni carmi, quelli a tradizione plurima: per O mi custos ci sono due rami, il primo rappresentato dai mss. Città del Vat., Bibl. Ap. Vat., Reg. lat. 1616 + Bern, BB, AA.90.1 (sigla V) e London, BL, Harley 3072 (L), il secondo (accomunato da errori comuni e tre strofe - 70 b,c e d - assenti negli altri) suddiviso in due famiglie: il ms. Paris, BN, lat. 544 (P3) contro il Parigino 1928 (P2) e il ms. Grenoble, BM 265 (G). Anche se nello studio della Weber c'è qualche contraddizione, non è immaginabile stemma diverso. Per il carme Ut quid iubes, i mss. Parigino 1154, Autun, BM, 33 e Montpellier, Bibliothèque de la Faculté de Médicine, H. 219 (M) sono accomunati dalla vistosa lacuna di tre strofe (10-12; il ms. di Autun e M sono accomunati anche da un'iterazione o anticipazione di ritornello a 13, 1) e formano un ramo. I mss. Angers, Bibliothèque Municipale, 477 (461) e Parigino lat. 12140 (P5) compongono l'altro; ci sono ad ogni modo varianti trasversali (il Parigino 1154 e Angers; Angers e M), dovute forse a contaminazione per trasmissione orale. (da Te.Tra. I, scheda a cura di Francesco Stella)
Bibliografia filologica: Marie-Luise Weber, Die Gedichte des Gottschalks von Orbais, Frankfurt am Mein - Berlin - Bern - New York - Paris - Wien 1992; F. Stella, Recensione a M. L. Weber, Die Gedichte..., in «Studi Medievali», 33 (1992), pp. 727-752; B. Bischoff, Gottschalks Lied für den Reichenauer Freund, in Medium Aevum Vivum. Festschrift für Walther Bulst, a cura di H. R. Jauss - D. Schaller, Heidelberg 1960, pp. 61-8 (= B. Bischoff, Mittelalterliche Studien, vol. II, Stuttgart 1966, pp. 26-34); K. Vielhaber, Gottschalk der Sachse, Bonn 1956; C. Lambot, Oeuvres théologiques et grammaticales de Godescalc d'Orbais, Louvain, 1946; N. Fickermann, Wiedererkannte Dichtungen Gottschalks, «Revue Bénédictine» 44 (1932), pp. 314-21; L. Cellot, Historia Gottescalchi praedestinatiani, Parisiis 1655, pp. 415-418 (Age quaeso perge Clio) = PL 121

Risorse esterne collegate
Repertorium
TETRA_015_Godeschalcus - sigle
TETRA_016_Godeschalcus, stemma ed. Weber

Altri progetti collegati:
CALMA
MEL

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