*
Michele Camillo Ferrari From Pilgrims' Guide to Living Relic: Symeon of Trier and His Biographer Eberwin Latin Culture in the Eleventh Century . Proceedings of the Third International Conference on Medieval Latin Studies. Cambridge, September 9-12 1998 cur. Michael W. Herren - Christopher James McDonough - Ross G. Arthur , Turnhout, Brepols 2002 (Publications of the Journal of Medieval Latin 5, 1-2) pp. XX-519, 1-520, I 324-44 tavv. 2
Abstract
Simeone di Costantinopoli, di Gerusalemme, del Monte Sinai e infine di Treviri: denominazioni che rievocano i momenti salienti della biografia del santo greco poliglotta, per questo noto anche come
Symeon Pentaglossos . Lo studio ripercorre la sua vicenda terrena sulla base della presentazione agiografica composta da Ebervino, abate di San Martino di Treviri, poco dopo la morte di Simeone, nel 1035. Nato a Siracusa, si trasferì da bambino con la famiglia a Costantinopoli. Dopo il primo tirocinio spirituale in Palestina, dove aveva esercitato la professione di guida per i pellegrini, entrò nel monastero del Monte Sinai. Nell'ultima parte della sua vita si trasferì in Europa, prima a Rouen, poi a Treviri, dove l'arcivescovo Poppo gli permise di vivere fino alla morte come recluso cittadino presso la Porta Nigra, una cella nelle mura civiche romane. La cerimonia di insediamento nel romitorio urbano fu celebrata il 30 novembre del 1030, in occasione della festa di sant'Andrea apostolo, di cui a Treviri sono conservati alcuni resti, ed ebbe i caratteri dell'
elevatio reliquiarum : per questo l'A. sostiene che si possa parlare del santo come reliquia vivente della città, anche se non sempre gli abitanti furono ben disposti nei suoi confronti, data l'ostilità e la diffidenza dimostrate in occasione di eventi infelici. Tuttavia, lo stesso arcivescovo dopo la sua morte ne promosse il culto con la diffusione della
Vita sancti Symeonis . Dall'analisi dell'immagine di santità che quest'opera esprime, emerge la vocazione all'eremitismo che si riconnette con i precetti della
RB e permette di tracciare un parallelo con il contemporaneo Romualdo, malgrado le differenze nell'interpretazione della vita solitaria come una critica verso il monachesimo coevo. Tuttavia sono evidenti alcuni caratteri comuni ai due santi: l'apprendistato anacoretico sotto la guida di un religioso più anziano ed esperto, i pochi miracoli compiuti in vita, gli episodi di lotta contro il diavolo e l'esempio spirituale tratto delle vite dei Padri del deserto. (Roberto Angelini)
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 28 - 1241
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-from-pilgrims-guide-to-living-relic-symeon-of-tri/518750
*
Johannes Fried «999 Jahre nach Christi Geburt: der Antichrist». Wie die Zerstörung des Heiligen Grabes zum apokalyptischen Zeichen wurde und die Denkfigur universaler Judenverfolgung hervorbrachte Konflikt und Bewältigung. Die Zerstörung der Grabeskirche zu Jerusalem im Jahre 1009 cur. Thomas Pratsch , Berlin-Boston, MA, W. de Gruyter 2011 (Millennium-Studien zu Kultur und Geschichte des ersten Jahrtausends n. Chr. 32) pp. XIII-373, 97-136
Abstract
Dopo aver considerato le rappresentazioni della distruzione
... Leggi tutto Dopo aver considerato le rappresentazioni della distruzione di Gerusalemme da parte di Al-Hakim nella letteratura araba e in quella bizantina in relazione alle idee millenaristiche, l'A. considera l'ambito occidentale. Qui le notizie del conflitto hanno una risonanza parziale e distorta, per la quale è difficile ricostruire la percezione occidentale della situazione in Terrasanta. Per l'Italia le uniche informazioni giungono dagli
Annales Beneventani e da un'enciclica di Sergio IV, mentre nell'Europa settentrionale si conta solamente il cosiddetto
Chronicon di Guglielmo Godel. Il silenzio dei contemporanei occidentali di Al-Hakim è pressoché costante, a esclusione della voce di un greco, il monaco Simeone, la cui vita è narrata da Ebervino, abate di San Martino a Treviri. Le reazioni più preoccupate alla distruzione del Santo Sepolcro si leggono nel
Chronicon di Ademaro di Chabannes e nelle
Historiae di Rodolfo il Glabro, due autori che leggono nella storia i segnali della fine del mondo. Di questa visione storica l'A. esamina le influenza nella riflessione escatologica, con riferimento al pensiero di Odone di Cluny e al
De ortu et tempore Antichristi di Adso Dervense. Particolare attenzione è data alla rappresentazione di Ebrei e califfi nelle due opere storiche di riferimento, nel quadro della centralità del Santo Sepolcro e degli inviti più o meno espliciti alla reazione militare. (Marianna Cerno)
Riduci
Argomenti e indici Filosofia e teologia Annales Beneventani Chronicon quod dicitur Guillelmi Godel Guillelmus Godel saec. XII Odo Cluniacensis abbas n. 878/879, m. 18-11-942 Sergius IV papa sedit 1009-1012 Symeon in monte Sinai monachus, deinde Treverensis reclusus Ademarus Cabannensis monachus n. 988 ca., m. 1034 ,
Chronicon [ab originibus Francorum ad a. 1028] Adso Dervensis abbas n. 910/915, m. 992 ,
De ortu et tempore Antichristi ad Gerbergam reginam epistola Eberwinus Sancti Martini Treverensis abbas v. 1035, m. post 1047 ,
Vita sancti Symeonis heremitae sive monachi de Monte Sinai reclusi Treverensis et miracula Radulphus Glaber n. 990 ca., m. 1046/1047 ,
Historiarum libri quinque
Luoghi: Gerusalemme Palestina
Scheda N: 35 - 4749
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-999-jahre-nach-christi-geburt-der-antichrist-wie-/648787
Alfred Haverkamp Der heilige Simeon (gest. 1035), Grieche im fatimidischen Orient und im lateinischen Okzident. Geschichten und Geschichte HZ 290
(2010)
1-51
Abstract
Le fonti esaminate sono il
Chronicon di Ademaro di Chabannes e la
Vita sancti Symeonis di Ebervino di Treviri
Riduci
Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Scheda N: 33 - 5776
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-der-heilige-simeon-(gest-1035)-grieche-im-fatimid/613956