Il codice del Liber pontificalis di cui si ... Leggi tutto

Il codice del Liber pontificalis di cui si servì Platina per la redazione del Liber de vita Christi ac omnium pontificum non è stato ancora identificato. È risaputo però che egli usò il codice Vat. lat. 3763, che era appartenuto al cardinale Pietro del Monte, poi al cardinale Pietro Barbo, prima di entrare nelle collezioni della biblioteca papale sotto Paolo II (1464-1471). Oltre al Liber pontificalis, che occupa un posto speciale, Platina ricorse per le sue biografie dei papi, per i periodi antichi, a Eusebio, Rufino, Eutropio, Girolamo, Orosio e all'Historia tripartita. L'idea di iniziare la raccolta con la vita di Cristo è molto probabilmente presa in prestito da Tolomeo da Lucca, che Platina usa, senza citarlo, a proposito di papa Igino (138 ca.-142 ca.). Poiché il Liber pontificalis non fu continuato dopo la morte di Martino V (1431), Platina si servì per il periodo 1431-1474 di biografie papali individuali (Niccolò V: Giannozzo Manetti; Pio II: Giovanni Antonio Campano; Paolo II: Michele Canensi e Gaspare da Verona; Urbano VI-Pio II: Poggio Bracciolini). Platina stesso compilò una biografia di Pio II tra il 1464 e il 1465, ossia dieci anni prima di redigere il Liber de vita Christi. Sebbene l'umanista abbia messo in discussione una serie di leggende tardoantiche e medievali, in particolare quella riguardante il battestimo di Costantino - il che indusse una commissione papale a censurare la sua opera un anno prima (1587) di innalzare in Laterano un obelisco a ricordo di quello storico «battesimo» -, il Liber de vita Christi mantiene la struttura schematica del Liber pontificalis senza porre in dubbio l'ampio uso di materiale apocrifo che vi è contenuto. (Agostino Paravicini Bagliani)
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L'A. si interroga sulle sorti di alcuni incunaboli e aldine, appartenuti al vescovo inglese John Virtue, donati allo Stonyhurst College di Londra e poi venduti all'asta il 18 giugno 2003. Nella collezione non mancavano alcuni incunaboli stampati a Roma, otto edizioni di cui l'A. fornisce un elenco seguendo l'ordine cronologico: Giovanni Crisostomo Homiliae super Iohannem, nella traduzione di Francesco Aretino; Erodoto Historiae, traduzione di Lorenzo Valla; Girolamo Epistolae, edizione curata da Arnold Pannartz e datata 28 marzo 1476; Eusebio di Cesarea Historia ecclesiastica, nella traduzione di Rufino; Teofilatto Enarrationes in epistolas s. Pauli, nella traduzione di Cristoforo Persona; Giovanni di Torquemada Quaestiones Evangeliorum de tempore et de sanctis, stampato da Iohannes Schurener de Bopardia il 30 aprile 1477; Origene Contra Celsum et in fidei Christianae defensionem libri, nella traduzione di Cristoforo Persona; Ermolao Barbaro Castigationes Plinianae et Pomponii Melae, stampate da Eucario Silber. L'A. segnala, inoltre, due incunaboli non romani: un codice dell'Ethica ad Nicomachum aristotelica, tradotta dall'Argiropulo e un esemplare del De rebus gestis Alexandri Magni di Quinto Curzio Rufo, edito da Bartolomeo Merula a Venezia.
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Il catalogo comprende 472 descrizioni di codici corredate ... Leggi tutto

Il catalogo comprende 472 descrizioni di codici corredate da riproduzioni parziali in bianco e nero. Ciascuna scheda comprende dati sulla provenienza, sulla coperta e su altre particolarità di ciascun manoscritto, oltre che un riepilogo della bibliografia esistente. Il Rec. ricorda alcuni mss. importanti: Cambridge, UL, Add. 6685 (Antico Testamento); Add. 8442 (Cicerone De officiis); Add. 4095 (Macrobio Saturnalia); Add. 6692 (libro d'ore); Add. 4101(libro d'ore); Add. 4114 (Erodiano Ab excessu divi Marci); Gg.3.6 (Divina Commedia illustrata); Mm.3.1 (Eusebio Historia ecclesiastica)
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Iocelino di Furness è autore di quattro agiografie ... Leggi tutto

Iocelino di Furness è autore di quattro agiografie relative ai santi Patrizio, Elena, Kentegern (noto anche col nome popolare di Mungo) e Waldef (Waltheof). Dopo un breve excursus sulla figura di Iocelino, attivo nell'Inghilterra anglo-normanna della seconda metà del XII secolo, l'A. esamina le quattro agiografie e i relativi contesti storico-letterari, religiosi e culturali. La Vita Patricii (Cambridge, Trinity Coll., B.15.25; Dublin, Trinity Coll., 178; Oxford, Bodl. Libr., Rawl. B.485; Rawl. B.505; Paris, BNF, lat. 18314; estratti nelle due copie seicentesche Bruxelles, BR, 1790 e Roma, Alessandrina, 92) deriva soprattutto dall'ibernico Bethu Phatraic (una Vita tripatita tradotta in latino nel XVII secolo da John Colgan), ma è possibile che Iocelino abbia attinto anche da altre redazioni agiografiche relative a san Patrizio e ad altri santi locali. Di questa agiografia, per redigere la quale è probabile che l'autore si sia appositamente recato in Irlanda, l'A. studia i committenti e il contesto politico della compilazione, per trattare diffusamente del ruolo di patronato del santo nel testo. La Vita Helenae (Cambridge, CCC, 252; Gotha, Landesbibl., Membr. I 81) invece risente naturalmente della traduzione di Rufino dell'Historia ecclesiastica di Eusebio e della leggenda del ritrovamento della croce di Cristo da parte dell'imperatrice, ma anche del Liber pontificalis e del De obitu Theodosii di Ambrogio e, in misura minore, del De mortibus persecutorum di Lattanzio, dell'Historia tripartita di Cassiodoro e dell'anonimo Constitutum Constantini (un testo dell'VIII sec.). Per alcune parti su Costantino, tuttavia, Iocelino contamina Rufino con l'Adversus paganos di Orosio e il De genealogia regum Angliae di Elredo di Rievaulx. I contenuti espressi in questa agiografia si ritrovano in diverse altre opere insulari quali gli Otia imperialia di Gervaso di Tilbury, i Gesta regum Anglorum di Guglielmo di Malmesbury o il De virginitate di Aldelmo. L'A. studia a fondo le fonti e il contesto della Vita Helenae, rintracciando da un lato una spiritualità profonda e tormentata di un periodo di forti contatti con la Terrasanta, dall'altro una metafora dell'indipendenza ecclesiastica rispetto al potere politico, resa attraverso la forte presenza della figura di Costantino. La Vita Kentegerni (Dublin, Marsh's Libr., Z 4.5.5; London, BL, Cotton Vitellius C.VIII) mostra un agiografo più consapevole ed esperto, che riprende le due leggende esistenti sul santo e le depura dagli elementi fantasiosi, aggiungendo invece degli inserti storici atti alla maggiore attendibilità del testo. Le fonti usate sono citate dallo stesso Iocelino nel prologo, dove si evince che una redazione usata nella cattedrale di Glasgow peccava non solo di un latino trascurato ma anche di contenuti poco ortodossi, mentre un'altra era in gaelico. L'A. riprende e discute l'analisi strutturale e contenutistica della Vita Kentegerni fatta da A. MacQuarrie, quindi individua nella riscrittura di Iocelino gli intenti dottrinali e catechetici di rinnovamento della diocesi di Glasgow. Nello stesso ambiente scozzese è stata redatta anche la Vita Waldevi (Madrid, Palacio Real, II 2097), l'agiografia di un monaco cisterciense di Melrose e quasi contemporaneo di Iocelino, suo confratello a Furness. Questo testo differisce dai precedenti per l'abbondante ricorso a fonti orali, ovvero ai racconti di «testimoni attendibili», come emerge anche dalle caratteristiche della lingua: a Melrose Iocelino ha trovato anche della documentazione scritta su Waldef, per rafforzare la quale ha usato le testimonianze vive delle persone, essendo questi documenti non veri atti ufficiali e racconti per il culto ma piuttosto degli strumenti, degli «aiuti per la memoria». È proprio l'agiografia di Iocelino a fungere da testo ufficiale, redatto su commissione dell'abbazia di Melrose: così l'A. approfondisce lo sviluppo del culto di Waldef e la funzione della Vita di Iocelino come testo per la canonizzazione con intento celebrativo e devozionale. Un capitolo di chiusura illustra il contesto religioso delle Isole Britanniche del XII-XIII secolo, ferventi di una volontà di riforma di fronte al periodo di grande prosperità iniziato alla metà dell'XI secolo e immerse nelle dispute teologiche per l'ortodossia. Il vol. è corredato da una ricca bibliografia e dall'indice dei nomi. (Marianna Cerno)
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L'A. propone una riflessione sulla concezione del ... Leggi tutto

L'A. propone una riflessione sulla concezione del futuro nel medioevo legata all'immagine della «città di Dio» o Gerusalemme celeste, un obiettivo che influenzava in modo significativo e concreto il presente delle comunità religiose, tanto da portare alla creazione di sedi anche topograficamente simmetriche a questo luogo ideale. Poiché i segni di questa influenza si leggono sin dagli scritti cristiani più antichi, come l'Historia monachorum, le Institutiones di Cassiano o anche l'Historia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, e da alcuni scritti rappresentativi come la Regula di Benedetto e il De ecclesiasticis officiis di Isidoro, l'A. esamina alcune opere alla ricerca di informazioni sui modi e le entità del condizionamento operato dall'ideale del futuro eterno sulla vita quotidiana, che si esprime sia come ideologia, sia come condizionamento pratico, sia infine come rappresentazione artistica e figurativa. La tematica riguarda anche la concezione dei demoni e dell'inferno. Si considerano così il De spiritali amicitia di Elredo, il De sancta trinitate et operibus eius di Ruperto di Deutz, il Diadema monachorum di Smaragdo, il Dialogus miraculorum di Cesario di Heisterbach, l'Historia de duabus civitatibus di Ottone di Frisinga, la lettera 64 e l'Apologia ad Guillelmum di Bernardo di Chiaravalle, il De vita claustrali di Onorio Augustodunense, il De claustro animae di Ugo de Folieto, il De aedificio Dei di Gerhoh di Reichersberg, il Bonum universale de apibus di Tommaso di Cantimpré, il Mitralis di Sicardo di Cremona, l'Hortulus di Valafrido, il De universo di Rabano, i Gesta pontificum Anglorum di Guglielmo di Malmesbury e il Liber revelationum di Ricalmo di Schöntal. (Marianna Cerno)
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Der nunmehr vorliegende erste Band des Kataloges der ... Leggi tutto

Der nunmehr vorliegende erste Band des Kataloges der illuminierten Handschriften umfasst die vorromanischen Überlieferungszeugen (für die romanischen und gotischen Vertreter: S. von Borries-Schulten Die romanischen Handschriften der Württembergischen Landesbibliothek Stuttgart I Provenienz Zwiefalten, Stuttgart 1987 [cfr. MEL XVI 9244]; A. Butz Die romanischen Handschriften der Württembergischen Landesbibliothek Stuttgart II Verschiedene Provenienzen, Stuttgart 1987 [cfr. MEL XVI 9245]; Ch. Sauer Die gotischen Handschriften der Württembergischen Landesbibliothek Stuttgart I Vom späten 12. bis zum frühen 14. Jahrhundert, Stuttgart 1996 [cfr. MEL XXVIII 11928]; P. Burkhart - Ch. Sauer Die gotischen Handschriften der Württembergischen Landesbibliothek Stuttgart II Vom späten 13. bis zum frühen 15. Jahrhundert 1 Textband 2 Tafelband, Wiesbaden 2005 [cfr. MEL XXX 12290]). In einer Einleitung stellt der A. die geographischen bzw. regionalen Provenienzräume vor, in denen die beschriebenen Handschriften aus dem 9. bis zum frühen 10. Jahrhundert entstanden und hier untergeordnet sind: Deutschland (Reichenau, Sankt Gallen, Konstanz, Bodenseegebiet, Murbach, Südwestdeutschland, Rätien, Freising, Regensburg/Salzburg, Süddeutschland, Maingebiet, Würzburg, Mainz, Echternach, Köln, Niedersachsen); Flandern; Frankreich (Reims, Saint-Amand, Nordfrankreich, Saint-Germain-des-Prés, Tours); Italien (Umbrien [?], Mailand, Ravenna [?]); Northumbria. Nach einer Übersicht der abgekürzt zitierten Literatur werden die hier berücksichtigten Textzeugen v.a. bzgl. der Ausstattung bzw. des Buchschmucks sowie des Stils unter paläographischen und kunsthistorischen Gesichtspunkten beschrieben. Erwähnen erfahren hier alle Überlieferungszeugen mit antiken und mittelalterlichen Texten: HB II 20 (vor 872, St. Gallen): Libri IV Regum cum praefatione s. Hieronymi [mit Versen bzw. Exlibris des Hartmut von St. Gallen]; HB II 35 (1. V. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Libri biblici; HB II 36 (um 850; Reichenau [?]): Libri prophetarum; HB II 40 (um 830; Tours): Evangeliar; HB II 46 (3. V. 11. Jh.; Flandern oder Lüttich): Evangeliar; HB II 54 (2. Jahrz. 9. Jh.; St. Gallen): Epistolae Pauli apostoli cum prologo, capitulationibus et argumentis, Actus apostolorum cum praefatione et capitulatione, Epistolae canonicae cum prologo et capitulationibus, Apocalypsis cum prologo et capitulatione; HB VI 109 (1. V. 9. Jh.; Südwestdeutschland [?]/Bayern [?]):Collectio vetus Gallica, Theodorus Cantuariensis (Poenitentiale); HB VI 112 (1. H. 10. Jh.; Bodenseegebiet): Collectio vetus Gallica, Ansegisus Fontanellensis (Capitularium collectio); HB VI 113 (um 800; Rätien): Collectio canonum Weingartensis, Collectio vetus Gallica, Poenitentiale; HB VII 1 (2. V. 9. Jh.; Bodenseegebiet [Reichenau ?]): Ps.-Clemens (Recognitiones, Epistola Clementis ad Iacobum); HB VII 4 (um 800; Westfrankreich [Tours ?]): Epiphanius Beneventanus (Interpretatio Evangelii s. Matthaei, Interpretatio Evangeliorum s. Lucae et s. Marci); HB VII 8 (a. 1034-1046; Konstanz [?]): Hieronymus (Commentarii in Isaiam); HB VII 9 (1. Jahrz. 9. Jh.; St. Gallen): Hieronymus (Commentarii in Evangelium Matthaei), Ps.-Hieronymus (Commentarius in Evangelium Marci); HB VII 10 (A. 2. V. 9. Jh.; Reichenau [?]): Hieronymus (Commentarii in Evangelium Matthaei); HB VII 12 (a. 838-842; Reichenau): Hieronymus (Epistuoae); HB VII 13 (3. V. 9. Jh.; St-Amand): Evangeliar; HB VII 15 (2. V. 9. Jh.; Westfrankreich [Tours ?]): Augustinus (Confessiones); HB VII 17 (2. Jahrz. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Augustinus (Tractatus in Iohannis Evangelium); HB VII 21 (1. V. 9. Jh.; Nordfrankreich): Augustinus (Quaestiones diversae, Contra adversarium legis et prophetarum); HB VII 25 (um 800; Bodenseegebiet): Gregorius Magnus (Moralia in Iob [III 11-16]); HB VII 26 (um 800; Bodenseegebiet): Gregorius Magnus (Moralia in Iob [IV 17-22]); HB VII 28 (2. Jahrz. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Gregorius Magnus (Homiliae in Hiezechielem [I]); HB VII 29 (a. 1034-1046; Konstanz [?]): Gregorius Magnus (Homiliae in Hiezechielem [I]); HB VII 32 (2./3. V. 11. Jh.; St. Gallen [?]): Gregorius Magnus (Dialogorum libri IV); HB VII 39 (vor 839; Konstanz [?]): Beda Venerabilis (In Proverbia Salomonis); HB VII 41 (1. H. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Beda Venerabilis (Expositio Apocalypseos, Expositio Actuum apostolorum, Nomina regionum atque locorum de Actibus apostolorum); HB VII 44 (3. V. 9. Jh.; Bodenseegebiet [Reichenau ?]): Hrabanus Maurus (Commentarii in libros Paralipomenon); HB VII 57 (1. V. 10. Jh.; St. Gallen): Homiliarium Pauli Diaconi [Auswahl]; HB VII 61 (um 900; Bodenseegebiet): Smaragdus Sancti Michaelis (Collectiones in epistolas et Evangelia); HB VII 62 (Mitte oder wenig später 9. Jh.; Reichenau [?]): Quadripartitus; HB VII 64 (M. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Eusebius Caesariensis (Ecclesiasticae historiae [transl.: Rufinus]); HB XIV 1 (2. V. 9. Jh.; Echternach): Alcuinus (Vita s. Willibrordi); HB XIV 2 (1. H./2. Dr. 11. Jh.; Bodenseegebiet. 1. H. 10. Jh.; St. Gallen): Berno Augiensis (Vita s. Udalrici), Sermones varii, Walahfridus (Vita s. Galli, Vita s. Otmari), Iso Sangallensis (Miracula s. Otmari); HB XIV 3 (2. V. 11. Jh.; Konstanz [?]): Johannes Diaconus (Vita Gregorii Magni); HB XIV 7 (4. V. 9. Jh.; Corvey [?]/Bremen [?]): Rimbertus Hamburgensis (Vita s. Anskarii); HB XIV 13 (3. V. 9. Jh.; Reichenau): Passionale; HB XIV 14 (2. H. 9. Jh.; Mailand): Passionale und Legendar; HB XIV 15 (a. 839-850; Italien [Umbrien ?]): Passionale; HB XIV 16 (3. V. 11. Jh.; Konstanz [?]): Passionale; Cod. bibl. 2° 12a-c (um 730; Echternach [?]): Psalterium Romanum; Cod. bibl. 2° 21 (um 1060; Köln): Evangeliar; Cod. bibl. 2° 23 (a. 825-830; St-Germain-des-Prés): Psalterium Romanum; Cod. bibl. 2° 73 (3. V. 9. Jh.; Reims [?]): Psalterium glossatum; Cod. bibl. 4° 1 (2. H. 10. Jh./2. V. 11. Jh.; Niedersachsen): Evangeliar; Cod. bibl. 4° 2a-b (um 1000 oder 1030-1040; Köln): Evangeliar; Cod. bibl. 4° 7 (M. bis 3. V. 11. Jh.; Flandern [?]): Evangeliar; Cod. bibl. 4° 11 (um 1000; Regensburg/Salzburg): Evangelistar; Cod. bibl. 4° 32 (3. V. 10. Jh.; Süddeutschland/Essen [?]): Evangeliar; Cod. Don. 191 (M. 9. Jh.; Reichenau [?]): Sacramentarium Hadrianum; Cod. Don. B II 2 + Cod. fragm. 74 (um 800; Freising): Vollektionar [Fragmente]; Cod. Don. B II 3 (1. V. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Sacramentarium; Cod. fragm. 5 (2. V. 10. Jh.; Mittelitalien [Ravenna ?]): Plenarmissale; Cod. fragm. 6 (7. Jahrz. 9. Jh.; St. Gallen): Psalterium; Cod. fragm. 21 (2. H. 10. Jh.; Süddeutschland): Sakramentar; Cod. fragm. 47 (2. Jahrz. 9. Jh.; Bodenseegebiet): Lektionarfragment (Comes duplex); Cod. fragm. 59 (um 800; Murbach [?]): Ps.-Hieronymus (Commentarius in Evangelium Matthaei); Cod. fragm. 64 (um 800; Maingebiet): Evangeliar; Cod. fragm. 65 (um 800; Northumbria): Psalterium; Cod. hist. 2° 402 (M. 9. Jh.; St. Gallen [?]): Cassiodorus (Historia ecclesiastica tripartita); Cod. iur. 4° 134 (2./3. V. 10. Jh.; St. Gallen [?]): Lex Alamannorum, Ansegisus Fontanellensis (Capitularium collectio); Cod. theol. et phil. 2° 95 (2. V. [?] 9. Jh.; Reichenau [teilweise von Reginbert, ? 846, geschrieben]): Vitae et passiones sanctorum; Cod. theol. et phil. 2° 202 (a. 833-842; Würzburg): Augustinus (De utilitate credendi, De gratia Novi Testamenti); Cod. theol. et phil. 2° 208 (a. 785-798; St-Amand): Hieronymus (Commentarii in Evangelium Matthaei); Cod. theol. et phil. 4° 9 (2. V. 9. Jh.; Mainz): Gregorius Magnus (Dialogorum libri IV). Neben einem Bildteil wird der Katalog durch eine Signaturenkonkordanz, ein Abbildungsverzeichnis sowie Register der Personen, Sachen und Orte bzw. zum Buchschmuck, zur Ikonographie und zu den Einbänden und schließlich eine Liste der erwähnten Überlieferungszeugen erschlossen. Rez. von Jürgen Geiß in «Informationsmittel für Bibliotheken. Digitales Rezensionsorgan für Bibliothek und Wissenschaft» 25 (2017). (Michael Bachmann)
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Studio già edito in «Atti e Memorie della Deputazione ... Leggi tutto

Studio già edito in «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le antiche Provincie modenesi» s. VIII 5 (1953) 363-82. Sono descritti due codici originari dell'abbazia benedettina di Nonantola: ms. Vat. Ott. lat. 2359, che in origine costituiva una sola unità (il quaternione finale, peraltro mutilo, forma il manoscritto 2248 della Biblioteca universitaria di Bologna), databile alla prima metà del Mille e contenente l'Historia ecclesiastica eusebiana nella traduzione di Rufino di Aquileia con il completamento di quest'ultimo; ms. Vat. lat. 5051, coevo del precedente e che trasmette i Libri prognosticorum futuri saeculi di Giuliano di Toledo, seguiti da diversi testi patristici in massima parte di Efrem Siro. L'origine nonantolana di ambedue riceve ulteriori conferme dalle corrispondenze inventariali antiche (a partire dal catalogo redatto nel 1331). (Giovanni Fiesoli)
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Per comprendere la visione storica e l'idea di identità ... Leggi tutto

Per comprendere la visione storica e l'idea di identità dei Mozarabi è opportuno guardare alle letture più frequentate nell'alto medioevo spagnolo tanto dai cristiani quanto dai musulmani. In particolare si esaminano le opere storiografiche: il Chronicon di Isidoro, la traduzione di Rufino dell'Historia ecclesiastica di Eusebio e quella di Egesippo dell'opera di Flavio Giuseppe (ma anche, pur meno frequentemente, Orosio e il Chronicon di Girolamo), valutando la loro frequenza nei cataloghi delle biblioteche mozarabe. Questo esame preliminare serve come introduzione alla trattazione, che analizza due importanti opere storiografiche della Spagna mozaraba, anonime: la Chronica Byzantia-Arabica dell'anno 741 e la Chronica Muzarabica, che vengono presentate nei contenuti, nella forma e negli scopi, cercando di individuarne pubblico e ricezione, oltre che caratteristiche e differenze. (Marianna Cerno)
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