Il codice, confezionato a Ripoll nel sec. XI, è una miscellanea scientifica divisa in quattro parti. Le prime due,
De sole (ff. 1r-74r) e
De luna (ff. 74r-127r) consistono per la maggior parte in estratti dal
De temporum ratione e dal
De temporibus di Beda e dalle
Etymologiae di Isidoro. Scopo del saggio è l'identificazione di alcune fonti non isidoriane né bedane delle due parti del manoscritto. L'A. identifica i seguenti testi insulari:
De ratione computandi, di cui sono riportati
excerpta in forma di dialogo e interpolati con brani dal
Liber de computo (
Bobbio «computus») o dalla fonte di questo, il
Dialogus Langobardicus (
De scientia temporum) e il
De ordine creaturarum. L'A. ritiene che la maggior parte dell'antologia sia stata copiata a partire da un codice di Fleury. Rileva infatti la presenza di affinità con altri codici computistici floriacensi, tra cui il ms. Paris, BNF, lat. 5543. L'A. conclude tuttavia che il luogo d'origine dell'antologia non è Fleury, bensì la Bretagna, sulla base della combinazione di dati paleografici e testuali (tra cui una variante in comune tra il ms. di Ripoll e un testimone del
De ordine creaturarum forse discendente da un antigrafo bretone, Paris, BNF, lat. 2183).
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