sec. XIV.1 data stimata cart. ff. I, 120, I', f. I' computato come 121; f. I' moderno; fascicoli 1 (20), 2-3 (16), 4-5 (8), 6 (20), 7 (8), 8 (28): i primi tre fascicoli hanno numero di ordinamento in cifra arabica 1-3 originale; i fascicoli 4-8 presentano una numerazione romana VI-X sul foglio iniziale Dimensioni: 306 x 193/204; specchio di scrittura: 15 [241] 50 x 15 [75 (11) 77] 15 (f. 10r) Decorato Iniziali semplici; Iniziali filigranate RubricatoLegatura modernaEnte possessore Prato, S. Stefano, propositura (sec. XV (post 1460) - XIX. 1)Nomi Laurentius Anthonii de Rodulfis doctor iuris, possessore (ante 1443); Geminianus de Inghiramis doctor iuris, possessore (ante 1460)Storia del manoscritto Il codice insieme al ms. Prato, BRonc Q.V.3 (cfr. scheda relativa) dovevano costituire un'unica unità di ff. 190 (numerazione originaria); ora la prima compagine comprende i ff. 1-120, mentre la seconda i ff. 121-190. L'unità originaria era uno zibaldone allestito, e in parte scritto, da un'unica mano in un arco di tempo piuttosto lungo e con mise en page diverse; l'allestitore usa abbondanti segni di ordinamento (cfr. note ai fascicoli), a volte anche richiami ad ogni foglio per gruppi di fascicoli, grazie ai quali si possono seguire alcuni movimenti delle sottounità. Alla fine dell'attuale Q.V.3 è presente una breve tavola del contenuto, originaria, dalla quale sono state erase le opere ora afferenti al presente ms. Sul recto del foglio iniziale, bianco e coperto da una carta di rinforzo, si distingue in controluce un [.] ordinis fratrum Heremitarum sancti Augustini . Questa indicazione va ad aggiungersi all'annotazione presente in Q.V.3, che attesta uno scambio di alcuni fascicoli tra un frate Andrea da Bologna, studente a Siena, e il compagno Andrea dell'Aquila. E non a caso la mano principale e una seconda molto simile, in questo zibaldone, si esprimono in colte ed educate scritture librarie di tipo scolastico. A f. Ir è applicato un cartellino antico di pergamena: Multi libri sancti Augustini et aliorum ; la mano parrebbe essere quella del giurista Lorenzo Ridolfi, che possedette il manoscritto ancora indiviso (cfr. la scheda del ms. BRonc Q.V.3). Lo smembramento dovette avvenire in periodo precedente l'entrata dei due manoscritti alla Roncioniana, dato che sia il Baldanzi che il Guasti descrivono le due unità separatamente. Il manoscritto corrisponde al nr. 7 della lista dei manoscritti ricevuti dal Baldanzi nel 1845 dalla Propositura. Il codice è descritto in BRonc, Carte Guasti 77 ins. c , ff. 6v-9r.Bibliografia PL (1844); De Feo Inventario (1979), I p. 211; Bandini-Fantappiè Archivio (1984), p. XLVI nr. 7; CPPM II A (1994); Mss. med. PO (1999), pp. 42-43 scheda 30, tav. XXV