Il volume prende le mosse dalla tesi di dottorato dell'A. e si propone di offrire una panoramica esaustiva della vasta tradizione manoscritta della produzione epistolare di papa Leone Magno, che ancora tuttavia manca di una solida edizione critica. L'A. tratteggia il profilo biografico del pontefice sulla base delle fonti e delle sue stesse epistole (cap. 1), che sono considerate non una semplice corrispondenza ma scritti di valore decretale in senso lato, prevalentemente riconducibili al diritto canonico, quando non attinenti strettamente alla storia della teologia. Egli considera quindi le principali edizioni a partire dalla
princeps di Giovanni Andrea Bussi del 1470 (cap. 2); l'ed. dei fratelli Pietro e Girolamo Ballerini (Venezia 1753-1755), poi in
Patrologia Latina LIV-LVI (Paris 1846) è presa come riferimento per il testo, ma l'A. esamina ad ampio spettro le varianti fondamentali per ricostruire le relazioni tra i testimoni. Le epistole di Leone hanno avuto imponente diffusione in decine e decine di raccolte che l'A. esamina a partire dall'età pre-carolingia (e dalle protocollezioni di Italia e Gallia del V secolo, discutendo anche il ruolo dell'Archivio lateranense): tra queste in particolare la
Collectio Quesnelliana, la
Teatina, la
Vaticana, la
Sanblasiana, la
Dyonisiana Bobiensis, la
Frisingensis prima, la
Diessensis, la
Concordia canonum di Cresconio, la
Collectio Corbeiensis, la
Pithouensis, la
Thessalonicensis (testimoniata da Vat. lat. 5751, Vat. lat. 6339 e Vat. Barb. lat. 650), l'
Avellana, le
Epistolae Arelatenses (Paris, BNF, lat. 2777, lat. 3849, lat. 5537 e lat. 3880), l'
Albigensis, la
Remensis, la
Coloniensis, la
Vetus Gallica, l'
Epitome Hispana, la
Collectio Hispana, ipotizzando l'esistenza di quattro proto-raccolte che sarebbero state collettori intermedi tra l'emanazione delle epistole e l'inserimento di queste nelle raccolte stesse (cap. 3). L'A. tratta separatamente le appendici agli atti del concilio di Calcedonia degli anni cinquanta del 400 (senza trascurare la trasmissione in lingua greca), che inglobarono altri documenti e una selezione delle epistole in esame (cap. 4). Discute quindi la trasmissione di età carolingia e il veicolo offerto dalle collezioni canoniche, tra queste la
Collectio Dionysio-Hadriana, la
Dionysiana adaucta, la
Hispana Gallicana Augustodunensis, le
Decretales pseudo-isidoriane, altre raccolte minori e omeliari (cap. 5). Le copie si moltiplicarono in età post-carolingia, sia per il rinnovato vigore del papato sia per la predilezione accordata a epistole e sermoni dai Cisterciensi e dai Certosini (cap. 6). L'A. conclude offrendo un
conspectus di sintesi per ciascuna delle 173 lettere, per frammenti e
spuria (cap. 7), e riassumendo la struttura delle proto-raccolte (Appendix). Completano il volume la bibliografia (pp. 471-93) e gli indici di raccolte, manoscritti e persone. (Valeria Mattaloni)
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