Analisi della produzione storiografica spagnola tra ... Leggi tutto

Analisi della produzione storiografica spagnola tra V e VII sec. finalizzata a evidenziare le modalità con cui gli autori dell'epoca (Idazio di Limica, Giovanni di Biclaro, Isidoro di Siviglia e Giuliano di Toledo) interpretano gli eventi nell'ottica di un'individuazione di nuovi modelli di santità
Riduci

Sull'evoluzione semantica del lemma Hispania ... Leggi tutto

Sull'evoluzione semantica del lemma Hispania nelle fonti narrative e documentarie iberiche dall'epoca romana fino all'XI secolo, in relazione all'identità etnica, territoriale e religiosa degli abitanti della Penisola. Per il mondo visigotico, sono esaminate - tra le altre - le occorrenze nei seguenti scritti: atti del III, IV, XIII e XIV concilio di Toledo, Chronicon di Giovanni di Biclaro, Historia Gothorum e De viris illustribus di Isidoro, Renotatio di Braulione, Passio Leocadiae, Historia Wambae di Giuliano di Toledo e Lex Wisigothorum. Sono poi analizzate le fonti redatte all'epoca della dominazione islamica, sia arabe sia latine. L'A. fa riferimento in particolare alla Chronica del 754, alla Chronica del 741, alla Chronica pseudo-isidoriana, alla Passio Pelagii, alle lettere di Elipando, al Memoriale sanctorum e al Documentum martyriale di Eulogio, alla Vita Eulogii, all'Indiculus luminosus e all'epistolario di Paolo Alvaro e all'Apologeticus di Sansone. Tra quelle risalenti al X e XI secolo sono considerate, oltre alle fonti documentarie (tra cui si ricordano fori, testamenti, diplomi regi), il Commentarius in Apocalypsin di Beato di Liébana, l'Adversus Elipandum di Beato ed Eterio di Osma, la Chronica di Alfonso III e la Chronica Albeldense. (Marina Giani)
Riduci

Le cronache di Giovanni di Biclaro e Isidoro di Siviglia ... Leggi tutto

Le cronache di Giovanni di Biclaro e Isidoro di Siviglia riportano la notizia della fondazione di due città nel territorio della Guascogna: Victoriacum e Ologicus. La prima fondata da Leovigildo e forse identificabile con Vitoria e la seconda, Ologicus o Olcairun, che corrisponde all'odierna Olite. Gli A. in questa sede negano la tradizionale identificazione della città preromana di Olcairun nella città di Olite dimostrando che entrambe sono situate nell'antico territorio della Gallia «comata». Secondo gli A., Victoriacum e Ologicus non sono due città distinte, ma una sola: la romana Velegia, a sua volta identificabile nella visigota Victoriacum.
Riduci

Al centro del saggio si colloca l'unità codicologica ... Leggi tutto

Al centro del saggio si colloca l'unità codicologica conservata nel manoscritto København, Det Arnamagnaeanske Institut, Kobenhavns Universitet, AM 833 4°, vergato da Juan Páez de Castro (cronista regio nel 1555), considerata perduta ma nota da parziali apografi realizzati da Juan Bautista Pérez (vescovo di Segorbe dal 1555) e infine arricchita a opera di Jeronimo Zurita. Il manufatto è veicolo di una ricca serie di testi di tradizione non ampia e questo gli consente di aggiungere informazioni agli scritti stessi e anche di conoscere meglio gli itinera da essi percorsi. La sezione copiata dal Páez (Pa-orig), compresa ai ff. 120-167 offre la seguente serie di testi: Vittore di Tunnuna, Chronica (CPL 2261); Giovanni di Biclaro, Chronica (CPL 2261); Isidoro di Siviglia, Historia Gothorum, Wandalorum, Sueborum (CPL 1204), epitome dalla Chronica di Idazio (CPL 2263); Isidoro di Siviglia, De viris illustribus; Braulione di Saragozza, Renotatio librorum domini Isidori (CPL 1206); Ildefonso di Toledo, De viris illustribus (CPL 1252); Giuliano di Toledo, Vita Ildephonsi (CPL 1252); Felice di Toledo, Vita Iuliani (CPL 1252); elenco di vescovi e arcivescovi di Toledo, da Eugenio I a Urbano; Isidoro di Siviglia, De ortu et obitu Patrum (CPL 1191). Il modello del Páez è offerto dalla cosiddetta «miscellanea alcobacense», mancano tuttavia precise notizie sull'antigrafo da lui usato. Alla copia del Páez, Juan Bautista ha aggiunto numerose note marginali, per le quali è conosciuto il «modello», trattandosi del ms. El Escorial, Real Bibl., &.IV.23 (P-E) e il ms. Segorbe, Archivo Catedralicio, arm. G, est I (P-S, cui corrisponde Pa-orig), scomparso durante la guerra ma noto da riproduzione fotografica (Pa-P). Il Pérez ha inserito inoltre varianti ai testi, probabilmente prima della morte del Páez. Il manoscritto in esame acquisisce maggiore importanza dal fatto che ricevette ulteriori testi e varianti marginali da Jeronimo Zurita (Pa-Z). Gli scritti aggiunti rappresentano un essenziale arricchimento storiografico, soprattutto interessato all'epoca visigotica: si tratta infatti delle seguenti opere (oltre alle note marginali alla Chronica Byzantia-Arabica): Laterculus regum Visigothorum (CPL 2266); Chronica Byzantia-Arabica (Díaz y Díaz 386); Giuliano di Toledo, Historia Wambae (CPL 1262). La lista regia e la Chronica consentono di affermare che l'antigrafo utilizzato da Zurita si identifica nel cosiddetto manoscritto «soriense», oggi perduto ma noto attraverso un autografo parziale di Ambrogio de Morales (Madrid, BNE, 1346). Nella sua struttura arricchita, dunque, il ms. in esame rappresenta un prezioso testimone delle ricerche storiche di umanisti spagnoli del sec. XVI, di indubbio rilievo per la storia degli scritti di cui è veicolo, tra i quali vanno segnalate le Adnotationes Caesaraugustanae, (CPL 2267; Díaz y Díaz 79) legate alla Chronica di Vittore e Giovanni di Biclaro, trasmesse solo da P-E e da P-S. Nello stesso tempo il manufatto offre squarci per «ripensare» alle vicende della tradizione storiografica peninsulare dell'alto medioevo e delle due famiglie testuali che grandemente influiscono sull'evoluzione del genere letterario tra il sec. VII e il XIII, con specifico riferimento alla miscellanea «alcobacense», la sola nota a Páez, e al ms. «soriense» che rappresenta un diverso ramo della Chronica di Vittore e di altre opere condivise con la miscellanea stessa. La restante sezione del saggio è riservata alle due miscellanee, per meglio indagare la loro tradizione e influenza, il che consente di chiamare in causa altri esemplari manoscritti poco conosciuti, variamente databili. Si tratta del ms. Madrid, Archivo Historico Universitario, Universitad Complutense, 134 (sec. XIII, M, testimone più completo); Paris, Bibl. de l'Arsenal, 982 (P, sec. XIV); ancora, più parziali, si aggiungono il deperdito codice di Osma *O (probabilmente del sec. XIII) e Sevilla, Biblioteca Capitular y Colombina, 58-1-3. Dei testimoni si forniscono pochi, ulteriori dati e osservazioni sui possibili rapporti reciproci e con Pa-orig, richiamando anche la plausibile esistenza di ulteriori voci manoscritte. Nella trasmissione testuale degli scritti caratteristici o addirittura singolari nella miscellanea «alcobacense», prioritaria attenzione è rivolta alle Historiae di Isidoro e alla Chronica mozarabica; in secondaria linea vengono le chronicae di Vittore e Giovanni di Biclaro. Mentre per la miscellanea alcobacense l'A. delinea un possibile stemma, quella detta «soriense» si riduce a un solo testimone, il celebre codice visigotico donato a Felipe II da Soria Jorge de Beter (1576), distrutto nell'incendio del 1671 (*So). È tuttavia possibile ricostruirne il contenuto (comprensivo di ben 18 scritti) grazie a fonti inventariali. Si tratta di: Genealogiae quaedam Bibliorum; la Chronica Adefonsi III (Díaz y Díaz 519); la cronaca eusebio-geronimiana; la continuazione di Prospero d'Aquitania (CPL 2257); la Chronica di Vittore di Tunnuna; la Chronica di Giovanni di Biclaro; la Chronica Byzantia-Arabica; brani tratti probabilmente dalle Etymologiae di Isidoro; un item relativo a un'opera legata al ciclo troiano, non identificata; una lista di imperatori romani; un item che potrebbe corrispondere ai Decem libri historiarum di Gregorio di Tours o al Liber historiae Francorum; l'Historia Gothorum di Isidoro; l'Historia Wambae di Giuliano di Toledo; il Laterculus regum Visigothorum; il Breviarium di Festo; un non identificato Item Domitius Creticus de inundatione Nile; i Fragmenta II di Giuliano di Toledo e il Chronicon di Isidoro di Siviglia. In relazione con il manoscritto del sec. XVI precipuo oggetto del saggio, si propone anche per il «soriense» un (articolato) stemma.
Riduci

Il sito consta di diverse sezioni, dedicate ai testi ... Leggi tutto

Il sito consta di diverse sezioni, dedicate ai testi scritti in latino, greco, ebraico e nelle lingue europee più diffuse (tedesco, inglese, francese, italiano, spagnolo, polacco, russo). Al visitatore è offerta inoltre la possibilità di accedere ad una raccolta di materiali, riguardanti la storia dell'arte (architettura, scultura, pittura), denominata «Museum virtuale». Ciascuna sezione del sito è dotata di un indice alfabetico e di uno cronologico, per facilitare la consultazione del suo contenuto; in alcuni casi è presente un ulteriore collegamento, denominato «auxiliaria», che consente all'utente di accedere ad una raccolta di risorse aggiuntive (dizionari, bibliografie ecc.). La sezione Bibliotheca latina si articola in tre sotto-sezioni, dedicate rispettivamente all'antichità (latinitas romana, ulteriormente suddivisa in latinitas antiqua, classica e postclassica, individuando un arco cronologico che va dal VII sec. a.C. al VI sec. d.C.) al medioevo (latinitas mediaevalis, VII-XIV sec.) e all'età moderna e contemporanea (latinitas nova, XV-XIX sec.). All'interno delle singole sezioni, per ciascuno degli autori trattati, è stato approntato un dossier costituito da un breve profilo biografico, una lista di opere (alcune di esse leggibili in edizione digitale), ed un apparato di riferimenti bibliografici. Nella sezione denominata latinitas postclassica, contenente testi latini del VI sec. d.C., trovano spazio autori come Boezio, Benedetto, Giustiniano, Cassiodoro, Giunilio, Gregorio di Tours, Giovanni di Biclaro e Colombano. Le opere riprodotte in edizione digitale, in essa disponibili sono: Boezio, De institutione musica libri V, Tractatus theologici, Consolatio Philosophiae; Benedetto da Norcia, Regula; Giustiniano, Corpus iuris civilis; Cassiodoro, Variarum libri XII, Ordo generis Cassiodorum, Oratio pro Eutharico, Chronica, Epistolae Theodericianae variae, Historiae Gothorum libri XII, Oratio pro Vitigi et Matasunthae, De anima, Complexiones in actibus apostolorum, Expositio psalmorum, Institutiones; Giunilio, Institutorum regulariorum divinae legis libri II; Gregorio di Tours, Historiarum Francorum libri X; Giovanni di Biclaro, Chronicon; Colombano, Regula monachorum, De paenitentia, Epistolae, Sermones, Carmen navale. Nella sezione Latinitas mediaevalis, si trovano i dossier e le edizioni digitali di: Isidoro di Siviglia, Etymologiarum libri XX, Sententiarum libri III, De rerum natura; Lathcen, Lorica, Beda, De temporibus ratione, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, Vita sancti Cuthberti metrica (BHL 2020), Vita sanctorum abbatum monasterii in Wiremutha et Gyruum (BHL 8968), Epistola ad Albinum, Epistola ad Ecbertum episcopum, De orthographia; Paolo Diacono, Carmina, Historia Langobardorum (oltre alle Fabulae, spurie); Constitutum Constantini (il testo oggetto degli studi del Valla), Angilberto di Saint-Riquier, Carmina; Carlo Magno, Epistola de litteris colendis, Capitulare de villis, Karoli ad Fulradum abbatem epistola, Testamentum; Teodulfo d'Orléans, Carmina LXXX; Eginardo, Vita Karoli (BHL 1580); Modoino, Ecloga ad Karolum, Rescriptum ad Theodulfum; Falsaria pseudoisidoriana (una raccolta di testi che comprende le Decretales pseudoisidoriane, i Capitula Angilramni e la Collectio Danieliana, nell'edizione di K.-G. Schon); Angilberto, Versus de bella quae fuit acta Fontaneto; Rabano Mauro, De rerum naturis libri XXII, Carmina; Nitardo, Historiarum libri IV; Agnello, Liber pontificalis; Valafrido Strabone, Visio Wettini (secondo l'ed. Traill), Carmina, De cultura hortorum, De imagine Thetrici; Giovanni Scoto Eriugena, Periphyseon, Carmina; Navigatio sancti Brendani; Waltharius; Viduchindo, Rerum gestarum Saxonicarum, Rosvita, Ascensio, Dulcitius, Abraham, Pafnutius; Abbone di Fleury, Quaestiones grammaticales; Dudone di San Quintino, Gesta Normannorum ducum; Vipone, Sequentia Paschalis, Versus pro obitu Chuonradi imperatoris, Romana superstitio, Gesta Chuonradi II; Ruodlieb; Regimen sanitatis Salernitanum; Carmina Cantabrigiensia; Anselmo, Monologion, Proslogion, Cur Deus homo; Epistola ad Urbanum papam; Bruno di Sassonia, De bello Saxonico; De arte pingendi; Chronicon et gesta ducum sive principum Polonorum anonymi Galli; Teofilo, De diversis artibus libri III; Guglielmo di Conches, Philosophia mundi, Moralium dogma philosophorum; Pietro Lombardo, Sententiae; Ugo di San Vittore, Didascalicon; De arrha animae; Eloisa, Epistolae ad Abaelardum; Goffredo di Monmouth, Vita Merlini; Concilium Romarici montium; Giuseppe di Exeter, Frigii Daretis Yliados libri (nell'ed. Dunkle); Ermanno Giudeo, Opusculum de conversione sua; Alano di Lilla, Anticlaudianus; Bernardo di Morlas, De contemptu mundi; Gioacchino da Fiore, Liber figurarum, Exhortatorium Iudeorum; Liber de causis; Andrea Cappellano, De amore; Pietro Valdo, Symbolum Valdensium; Giovanni di Altavilla, Architrenius; Saxo Grammatico, Gesta Danorum; Gervasio di Tilbury, Otia imperialia (ed. Zimmermann); Mappa mundi Ebstorfiensis (ed. Kugler-Warnke); Gregorio IX, Epistolae, Decretales; Boncompagno da Signa, Quinque tabule salutationum, Tractatus virtutum, Notule auree, Palma, Liber de obsidione Anconae, Oliva, Cedrus, Mirra, Breviloquium, Isagoge, Liber de amicitia, Rota veneris, Boncompagnus, Epistola mandativa ad comites palatinos, Liber X tabularum, Corona, Rhetorica novissima, Libellus de malo senectutis et senii, Epistola ad Philippum, Prologus ad summam codicis Azzonis; Roberto Grossatesta, De cometis, De generatione stellarum, De sphaera, Super psalterium, De luce, De colore, Quaestio de calore solis, De differentiis localibus, De finitate motus, De generatione sonorum, De impressionibus aeris, De impressionibus elementorum, De intelligentiis, De iride, De libero arbitrio, De lineis angulis, De motu corporali, De motu supercaelestium, De natura locorum, De ordine emanandi, De potentia et actu, De statu causarum, De scientia Dei, De unica forma, De veritate propositionis, De veritate, Quod homo sit minor mundus, De artibus liberalibus, Dicta, Epistolae; Magna Charta; Francesco d'Assisi, Regula bullata, Regula non bullata, Epistola toti ordini missa, Testamentum, Canticum fratris solis (latine); Maestro Gregorio, Narratio de mirabilibus urbis Romae, Guido Faba, Summa de vitiis et virtutibus, Albertano da Brescia, De amore et dilectione Dei et proximi et aliarum rerum et de forma vitae, Sermo Ianuensis, Ars loquendi et tacendi, Liber consolationis et consilii, Sermones quattuor; Carmina Burana; Giovanni di Garlandia, Integumenta super Ovidium metamorphoseos, De mensurabili musica [in questo caso sono stati confusi, anche nel dossier bibliografico, due differenti autori, entrambi conosciuti come Giovanni di Garlandia. Come si legge in Potthast, Repertorium, VI, pp. 322-3: «Iohannes de Garlandia seu Gallicus seu Primarius [...] alter est ac Iohannes de Garlandia, poëta ac grammaticus Anglicus». L'interesse per la musica è caratteristica di Giovanni di Garlandia Gallicus]; Alberto Magno, De XV problematibus; Statuta communis Bugellae; Guglielmo di Peraldo, Summa de vitiis, De eruditione principum, Enrico Bracton, De legibus et consuetudinibus Angliae, Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, Quaestiones disputatae de anima, De ente et essentia; Iacopo da Varazze, Legenda aurea; Liber Kalilae et Dimnae; Geltrude di Helfta, Legatus divinae pietatis; Vita Agnetis de Bohemia; Ricoldo da Monte di Croce, Libellus ad nationes orientales; Dante, De vulgari eloquentia, De monarchia, Eclogae, Questio de aqua et terra, Epistolae; Gesta Romanorum; Walter Burley, De sensibus (secondo l'ed. Gloning); Guglielmo di Ockham, Dialogus; Nicola di Autrecourt, Epistolae, Exigit ordo esecutionis, Articuli condemnati; Brigida di Svezia, Revelationes (secondo l'ed. Bergh), Petrarca, Familiarum rerum libri XXIV; Nicola Oresme, De origine, natura, iure et mutationibus monetarum; Giovanni di Sassonia, Historia de septem sapientibus; Giovanni Hus, Tractatus de ecclesia, Epistolae, Responsum; Leonardo Bruni, De studiis et litteris; Oratio in funere Iohannis Strozze; Poggio Bracciolini, Liber facetiarum, Niccolò Cusano, De deo abscondito, Autobiographia, De mathematicis complementis, Commentatio de notione creandi, De apice theoriae; Leon Battista Alberti, De pictura, Naufragus; Lorenzo Valla, De falso credita et ementita Constantini donatione declaratio; Liber institutionis imperatoris Maximiliani I (ex ms. Wien, ÖNB, Ser. Nova 2617); Giovanni Gioviano Pontano, Carmina; Cristoforo Colombo, Epistola de insulis nuper repertis; Agostino Tünger, Facetiae (ed. von Keller); Corrado Celtis, Oratio Ingelstadiana, Quattuor libri amorum, Germania generalis, Libri odarum quattuor, Epigrammata; Giovanni Pico della Mirandola, Carmina, Oratio de hominis dignitate, Conclusiones sive theses DCCCC; Iacopo Sannazaro, De partu Virginis, De morte Christi; Erasmo, Adagia, Laus stultitiae, Colloquia familiaria, Epistolae, Carmina; Pietro Bembo, De Aetna; Copernico, Commentariolus, Monetae cudendae ratio, De rivolutionibus orbium; Tommaso Moro, Utopia, Epigrammata; Giovanni Cotta, Carmina; Andrea Navagerio, Lusus, Marco Girolamo Vida, De scacchorum ludo liber. Nella sezione auxiliaria è presente una lista di collegamenti a risorse esterne al sito, quali la Neulateinische Wortliste di J. Ramminger e la versione elettronica dell'Orbis latinus di Graesse. La struttura del sito e la sua impaginazione risultano sobri ed efficaci; la maggioranza dei testi riprodotti in edizione digitale è ospitata all'interno del sito, garantendo così uniformità e coerenza; solo una parte dei collegamenti presenti punta verso risorse esterne, spesso differenti per impaginazione ed impianto generale rispetto ai materiali pubblicati sul sito. (Emiliano Degl'Innocenti)
Riduci

Il volume è dedicato alle cronache e Historiae ... Leggi tutto

Il volume è dedicato alle cronache e Historiae della Penisola Iberica dalla metà dell'VIII alla metà del XIII secolo, all'ideale di unità politica e di sovranità e all'evoluzione storiografica ad esse sotteso. Nell'introduzione l'A. sostiene la prospettiva escatologica delle narrazioni iberiche a seguito dell'invasione araba, la coesione cristiana andalusa, la percezione dell'eredità visigota nella storiografia mozarabica e asturo-leonese, e definisce il limite cronologico dell'indagine (compresa tra l'Historia Gothorum, Vandalorum, Sueborum di Isidoro e l'Historia de rebus Hispaniae di Rodrigo Jiménez de Rada), concernente i testi latini e debitrice dell'approccio storiografico del vescovo Isidoro, chiarendo inoltre la terminologia fondamentale del volume stesso. Nel primo capitolo si considera lo scarso peso storiografico delle cronache latine dall'VIII all'XI secolo, neglette dalla filologia novecentesca a favore della produzione vernacolare (e della cronachistica del XII-XIII secolo, debitrice delle tradizioni in vernacolo) e invece fondamentali per la ricostruzione della storia della Penisola dopo i Visigoti: si illustrano quindi le posizioni della critica moderna e si contesta la presunta assenza di produzione retorica e scolastica, che ha portato a ritenere povera e inferiore alla classicità la storiografia spagnola tardo-antica e altomedievale (si ricordano Agostino, Eusebio, Orosio, Giovanni di Biclaro, Isidoro, consci della rilevanza della produzione storiografica, e il declino scolastico lamentato dagli storiografi successivi). Nel secondo capitolo si indagano le cronache del 741 (la Chronica Byzantia-Arabica, considerata continuazione della narrazione di Isidoro o di Giovanni di Biclaro) e del 754 (la Chronica Muzarabica o Continuatio Isidoriana Hispana, di complessa tradizione): l'A. discute le possibili fonti e composizione, la ricchezza di eventi arabi e bizantini che suggerirebbero una prospettiva non più ibernico-centrica e vigisotico-celebrativa, quanto piuttosto integrativa, che risentirebbe dei contatti della Spagna con il Mediterraneo e di un'interpretazione escatologico-apocalittica (e non politica) dell'invasione musulmana, debitrice forse delle tradizioni copte e siriache. Il terzo capitolo è dedicato alla produzione agiografica di Cordoba, in particolare al Documentum martyriale, al Memoriale sanctorum e all'Apologeticus martyrum di Eulogio: pur manifestando il suo debito nei confronti della tradizione martiriale (dal Peristephanon al De viris illustribus isidoriano), essa, insieme all'Indiculus luminosus e alla Vita Eulogii di Paolo Alvaro, alla Translatio sanctorum martyrum Georgii monachi, Aurelii et Nathaliae ex urbe Cordoba Parisios di Aimone e alla Passio Pelagii, attesta i cambiamenti sociali e politici dell'al-Andalus alla metà del IX secolo e la tensione all'unità dei cristiani (minoranza minacciata dalle conversioni dei dhimmi nel Mediterraneo occidentale quanto nell'orientale) e contribuisce alla creazione di un ideale politico di legittimazione e coesione iberica e leonese in particolare. Nel quarto capitolo si indagano i Chronica Albeldensia (nel Vigilanus El Escorial, Bibl. S. Lorenzo, d.I.2) e la Chronica Alphonsi III (nelle due redazioni Rotensis e ad Sebastianum), attestanti il consolidamento politico-ideologico delle sovranità di León e Castiglia che l'A. ritiene radicato nel diritto: senza escludere infatti la continuità con la tradizione visigota e asturiana (si veda la sezione mozarabica contenuta nei Chronica Albeldensia), l'interesse storiografico del secolo X pare rivolto all'aspetto politico, bellico e civile, e alla legittimità monarchica fondata sulla Lex Wisigothorum. Il quinto capitolo è dedicato invece alla storiografia leonese, in particolare alla Chronica di Sampiro confluita nel Chronicon regum Legionensium di Pelagio e nell'Historia Silensis, e alla Chronica Naierensis: la guerra contro i musulmani risulterebbe inizialmente, secondo l'A., una minaccia tra le tante alla sovranità e solo l'influenza dei movimenti cluniacense e crociato indurrebbe a una progressiva adesione all'ideologia della Reconquista, nella coincidenza di bellum iustum e sanctum e nell'affermazione della giurisdizione papale sulla penisola. Nel sesto capitolo infine si esamina l'Historia de rebus Hispaniae di Rodrigo Jiménez quale espressione della genesi della monarchia castigliana radicata nella preminenza ecclesiastica di Toledo: in essa l'A. evidenzia lo sforzo di riconciliazione di unità e diversità, intrinseche nella storia della Penisola Iberica, e l'influenza del pensiero neoplatonico, determinato dalle traduzioni filosofiche dall'arabo (Averroè, i commentatori di Aristotele, Maimonide tra gli altri), elementi tutti che hanno condizionato l'interpretazione moderna di un'identità nazionale spagnola guidata dalla Castiglia ed erede dell'antico regno goto. Il volume è corredato dalla bibliografia (pp. 267-74) e dall'indice (pp. 275-86). (Valeria Mattaloni)
Riduci