L'A. si interessa all'
iter formativo dei canoni conciliari, alla selezione delle citazioni in essi richiamate, scegliendo entro la tradizione del diritto canonico ecclesiastico, e dunque da quali modelli della tradizione stessa. Interessate sono raccolte come la
Collectio Dionysio-Hadriana, la
Collectio Dacheriana o sistematiche
collectiones canonum come la
Collectio vetus Gallica o l'
Hibernensis. Oggetto d'interesse appare non meno il ruolo avuto dai membri delle comunità monastiche nella redazione/composizione della normativa sinodale e nello sviluppo del diritto canonico (nel secolo IX). L'attenzione si focalizza soprattutto su sinodi della parte orientale dell'impero franco. Per i sinodi di Magonza e di Worms (868) si indagano le fonti; in particolare, per Worms si ricorda la
Responsio contra Grecorum heresim, all'interno della quale tra le fonti si individuano la
collectio canonum di Cresconio, il florilegio di Eugippio, il
Liber officialis di Amalario di Metz oltre ad ampi estratti da un'epistola di Carlo Magno ad Alcuino e citazioni da un raro testo omiletico (tradito in 3 soli esemplari: München, BSB, Clm 18524b; Clm 14776; Clm 14549). Per il sinodo di Tribur si individuano tre redazioni, entro le quali quella vulgata ha numerose citazioni da scritti quali il
De exordiis et incrementis di Valafrido Strabone, l'
Admonitio generalis del 789; entrambi i capitolari di Teodolfo d'Orléans e di Haito di Basilea; canoni di Worms, quali traditi nel ms. Köln, Diözesan- und Dombibl., 118. L'analisi di vari manoscritti oggetto di ripresa nei canoni sinodali attestano la loro provenienza monastica (come quella, d'altronde, delle decretali pseudo isidoriane), consentono di riconoscere come soprattutto fondazioni monastiche (specialmente S. Gallo e Reichenau) si configurano quali «magazzini» di testi, mentre non esiste sicurezza per Lorsch. Contributi vengono anche dai fondi manoscritti di cattedrali come quella di Frisinga. (Donatella Frioli)
Riduci