Il manoscritto anglosassone noto come «Exeter Book» (Exeter, Cathedral Libr., 3501) risale alla fine del X secolo e contiene, tra le altre opere, la più antica raccolta di indovinelli in lingua volgare d'Europa. Nell'Inghilterra anglosassone, in ambiente monastico, esisteva una vivace tradizione di enigmatologia in latino, che è attestata in numerosi manoscritti di questa epoca. Questi codici riportano gli indovinelli del poeta romano Simfosio (
Aenigmata, IV/V secolo) e degli ecclesiastici anglosassoni Aldelmo di Malmesbury (VII/VIII secolo), Tatwine (VIII secolo), Eusebio (VIII secolo): tutti questi autori rappresentano una tradizione che ha influenzato gli indovinelli dell'«Exeter Book». Altre influenze e paralleli latini sono rintracciabili nei
Collectanea dello pseudo-Beda (VIII secolo) e negli scritti didattici di Alcuino di York (
Disputatio Pippini cum Albino,
Propositiones ad acuendos iuvenes) e inoltre negli «Indovinelli di Berna» (VII secolo), in quelli di Lorsch (IX secolo) e in quelli di Reichenau (X secolo). Lo scopo del volume è offrire uno studio degli indovinelli dell'«Exeter Book» nel contesto della tradizione latina e anglo-latina per valutare in che modo e con quali strategie stilistiche e retoriche questi indovinelli in anglosassone emulino e rinnovino i loro modelli latini. Gli indovinelli dell'«Exeter Book» hanno in comune con le collezioni latine soggetti, temi, caratteristiche strutturali, l'interesse per la storia naturale, per l'etimologia (per questo aspetto è fondamentale l'influenza delle
Etymologiae di Isidoro di Siviglia), per i giochi di parole. L'originalità degli indovinelli in anglosassone è data dalla ridefinizione delle strategie retoriche determinata dall'influenza della poesia in volgare: in questo modo gli indovinelli sviluppano temi e immagini degli
aenigmata latini e li trasformano in qualcosa di peculiare e nuovo. Si ha un cambiamento di focalizzazione e di modalità stilistiche rispetto ai modelli latini. L'origine della letteratura indovinellistica anglosassone si individua nel mondo della cultura monastica e dell'erudizione latina, ma allo stesso tempo gli indovinelli anglosassoni partecipano della tradizione poetica autoctona in lingua volgare, di natura eroica ed elegiaca; alcuni esempi di tale poesia si trovano proprio nell'«Exeter Book». È opinione critica diffusa che in questa raccolta di indovinelli manchi un principio ordinatore. L'A. ritiene invece di poter ravvisare degli schemi, almeno per alcuni gruppi di indovinelli, e individua in particolare tre gruppi tematici: gli indovinelli su numeri e animali (trattati nei capp. 1, 2, 3), indovinelli runici e logogrifici (capp. 4, 5, 6), indovinelli scribali (capp. 7, 8, 9). In base a questi tre raggruppamenti, dei circa 95 enigmi del codice vengono analizzati in dettaglio, nell'ordine, gli indovinelli numero 85, 12, 38, 72, 7, 8, 22, 86, 36, 90, 19, 64, 24, 58, 75, 76, 13, 42, 60, 51, 88, 93, 26, 28, 47. (Marusca Francini)
Riduci