Si tratta del testo di una conferenza tenutasi a Jarrow ... Leggi tutto

Si tratta del testo di una conferenza tenutasi a Jarrow nel 1971, già pubblicato in «Anglo-Saxon England» 1 (1972). L'A., che aveva collaborato con E.A. Lowe alla revisione del vol. II dei Codices Latini Antiquiores, era giunto a conclusioni non condivise dal suo collega, parte delle quali espresse in questa sede. Dáibhí Ó Cróinín, in «Early Medieval Europe» 3 (1994) 73, nota che, alla luce di ricerche successive, molte delle affermazioni dell'A. non hanno trovato conferma: ad es. che il «Book of Kells» sarebbe stato scritto in un monastero della Scozia orientale da copisti legati alla scuola scrittoria di Lindisfarne (la cui esistenza stessa è ora messa in dubbio). L'A. basa il suo studio, oltre che sul «Book of Kells», sui seguenti codici: Dublin, Trinity College, 57 (A.4.5) («Book of Durrow»); Paris, BNF, lat. 9389 («Vangeli di Echternach»); London, BL, Cotton Nero D. IV («Vangeli di Lindisfarne»); Durham, Cath. Libr., A.II.17 («Vangeli di Durham»). Il saggio comprende una disamina della produzione scientifica sul «Book of Kells» (origine discussa: Irlanda o Northumbria, con particolare riferimento agli studi di A.W. Clapham, E.A. Lowe e F. Masai); un'analisi paleografica del gruppo di mss. citato e una serie di conclusioni che portano l'A. ad affermare: «My own archaeological answer to the question of origin is this: 'a great Insular centre... subject to Northumbrian influence... in eastern Scotland'» (p. 120). Alle pp. 121-2 un'appendice di C.D. Verey: «The Lindisfarne Gospels and Durham Cathedral A.II.17». (Lucia Pinelli)
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