Il volume accoglie l'
editio princeps delle opere di Maestro Guido, il dettatore allievo di Maestro Bernardo, attivo in area tosco-emiliana intorno alla metà del XII secolo. I
Modi dictaminum (dal ms. Verona, Bibl. Capitolare, CCLXII) e le due sillogi (
Mirae commoditatis epistolae e
Epistolae a Guidone composite) tradite dal manoscritto 45 dell'Accademia dei Filopatridi di Savignano hanno attratto, nel corso del tempo, l'attenzione di illustri medievisti, da Haskins a Campana, da Worstbrock a Klaes a Turcan-Verkerk. Per il rilievo degli argomenti che affrontano, tali testi risultano imprescindibili nello studio del
dictamen del XII secolo. Nell'introduzione al volume si offre una contestualizzazione dell'opera di Guido, si propone uno spoglio ragionato delle testimonianze biografiche relative ai due
magistri (Guido e Bernardo) e, sulla scorta di riferimenti interni o delle poche fonti documentarie, si cerca di tratteggiare la possibile zona geografica in cui i due dettatori hanno esercitato il proprio magistero (Emilia Romagna, Casentino, Arezzo). L'edizione dei testi è preceduta da un commento volto a contestualizzare i testi a livello storico e letterario. Seguono tre fasce di apparato: il primo di natura filologica, il secondo dedicato ai
loci similes, il terzo alle varianti (nei testi traditi da più testimoni). Oltre a numerose epistole familari, tra i materiali spiccano precoci quanto rari esempi di lettera ploratoria (nella raccolta
Mirae commoditatis), alcune lettere di carattere sentimentale e il primo testo teorico specificatamente dedicato alla redazione di lettere d'amore (il quarto dei
Modi dictaminum). Sotto il profilo storico le opere di Guido sono prodighe di notizie sull'Italia al tempo del Barbarossa, ritratta tanto nella sua realtà comunale che in quella dei ceti dominanti, e per questo sono state oggetto del recente interesse di storici come F. Hartmann (
Ars dictaminis. Briefsteller und verbale Kommunikation in den italienischen Stadtkommunen des 11. bis 13. Jahrhunderts Ostfildern 2013; cfr. MEL XXXV 5913). Si fa notare la presenza di alcuni materiali epistolari che hanno per oggetto i conti Guidi, l'importante stirpe comitale scarsamente rappresentata nei
dictamina del XII secolo (si indaga in proposito la plausibile relazione di questi testi guidinghi con quelli della silloge tradita dal ms. Vat. Barb. lat. 47 editi da H. Wieruzsowski
Epistolae latinae anonymi auctoris in
Politics and Culture in Medieval Spain and Italy Roma 1971 pp. 331-45). Completano il volume la
Silloge veronese e il
Liber Sapientie collectus, testi ascrivibili alla scuola del Maestro e traditi sempre nel codice veronese che ci trasmette i
Modi dictaminum. Uno studio preparatorio della raccolta veronese è apparso in
Una raccolta epistolare inedita del XII secolo attribuibile a Maestro Guido in
Dall'ars dictaminis al preumanesimo? Firenze 2013 pp. 3-24; i materiali in essa contenuti si datano intorno al 1130; i
loci similes dimostrano una certa conoscenza del
dictamen bolognese di questo periodo (
Auree gemmae; Adalberto Samaritano, Ugo di Bologna e la silloge anonima conservata nel ms. Vat. Barb. lat. 47 edita dalla Wieruzsowski). Il
Liber Sapientie collectus pone problemi più complessi fin dal prologo, che mostra locuzioni comuni ad altre lettere di Maestro Guido ed evidenti affinità con le
Rationes dictandi di Ugo di Bologna, il cui compendio è ospitato nello stesso codice (Wien, ÖNB, 2507) che conserva l'
Introducendis in artem dictandi (cfr. infra). Il trattato verte su esempi di lode e vituperio e deriva una parte del proprio contenuto da Enrico Francigena, che a sua volta lo aveva tratto dal
Breviarium di Alberico. Una porzione del testo che verte sulla lode si legge all'interno delle
Introductiones prosaici dictaminis attribuibili al Maestro Bernardo (nella redazione del codice Mantova, Bibl. Comunale, 32). Il commento al testo cerca di far luce sulla relazione tra le opere coinvolte, in particolare tra le
Introductiones di Bernardo, il
Liber Sapientie e l'
Aurea gemma del Francigena. Chiude il volume il trattato
Introducendis in artem dictandi, compendio delle
Introductiones prosaici dictaminis (testo conservato da quattro testimoni: i codici, già menzionati, di Verona, Savignano, Mantova e il ms. Zaragoza, BU, 225) con pochi escerti dai
Praecepta di Adalberto. Il compendio è tradito anonimo nel codice Wien, ÖNB, 2507; l'attribuzione a Maestro Guido riposa sul ruolo svolto da Guido nella tradizione delle opere del maestro e sul fatto che non si esclude un suo intervento nell'opera di Bernardo oggetto del compendio; tuttavia si considera dubbia per l'adesione così testuale all'originale da non permettere nessuna considerazione stilistica dirimente. Seguono l'indice dei manoscritti, l'indice dei nomi e delle opere, quello dei luoghi, delle cose notevoli e degli studiosi moderni. (Francesco Stella)
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