Come Vitale di Blois con il riferimento a Plauto nel prologo dell'
Aulularia, cosí anche Guglielmo di Blois, nel prologo all'
Alda, dichiara la sua fonte, una commedia menandrea identificata nell'
Androgynos. Dopo avere ricordato le varie teorie proposte per spiegare tale discussa asserzione, ipotizza che Guglielmo conoscesse una traduzione della commedia greca durante il suo soggiorno in Sicilia tra il 1166/7 e il 1170, e se ne servisse per comporre una commedia elegiaca, sul modello del diffusissimo
Geta di Vitale. Mancano, peraltro, prove della conoscenza di Menandro nel mondo bizantino dopo una menzione di Psello, nel secolo XI. L'interesse per il teatro potrebbe derivare dall'esistenza, sia nella cultura bizantina sia presso i Normanni, di forme di dramma religioso.
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