L'A. traccia il quadro dell'agiografia in lingua latina e vernacolare nella Penisola Iberica tra il 1350 e il 1500. Nella prima parte si considera l'agiografia portoghese; in particolare si segnalano lo
Speculum sanctorale di Bernardo Guy e i
Gesta di Bernardo de Brihuega (in Salamanca, BU, 2541 e El Escorial f.I.1); per i santi legati alla famiglia reale si evidenziano il trattato
Apocalypsis nova del beato Amedeo da Silva e il
Martyrium et gesta Infantis Domini Fernandi Portugaliae Regis filii (testimoniato in Vat. lat. 3634). La venerazione iberica si esprime anche attraverso il poema epico
Vincentius levita et martyr e il dialogo
De conversione miranda Domini Egidii Lusitani (entrambi di Andrea da Resende, dedicati a Vincenzo ed Egidio da Santarém), la
Vita prima sancti Bernardi (di Guglielmo di Saint-Thierry) o la
Visio Tnugdali (del monaco irlandese Marco). Per la letteratura devozionale si segnala la
Vita Christi di Ludolfo di Sassonia (diffusa in latino e in portoghese) e il
De gestis Barlaam et Iosaphat (attribuito a Giovanni Damasceno). Nella seconda parte l'A. analizza la produzione latina e vernacolare dei territori in lingua castigliana: la tradizione agiografica spagnola rimonta alla predicazione apostolica con l'apostolo Santiago e con Torquato, Cecilio, Tesifonte, Indalecio, Esiquio, Eufrasio, Secondo (i «Siete Varones Apostólicos», discepoli di Paolo), la cui leggenda è legata all'arrivo del corpo di Santiago descritto nella
Translatio s. Iacobi in Hispaniam; rapportabili al sopravvissuto rito ispano-mozarabico sono il
Memoriale sanctorum, il
Documentum martyriale e il
Liber apologeticus martyrum di Eulogio di Cordoba e la
Vita Eulogii scritta da Paulo Álvaro, mentre commissionati ad Alfonso Ortiz sono il
Missale mixtum secundum regulam beati Isidori dictum Mozarabes e il
Breviarium secundum regulas beati Isidori. Notevole la presenza di inni (circa 230) dedicati a santi e sante, ma di problematica datazione: si segnalano quelli ispirati dal
Peristephanon di Prudenzio. Il rinnovamento della latinità è sotteso alla produzione dell'
Aurea expositio hymnorum, promossa da Antonio de Nebrija, delle
Vitae sanctorum brevi elegantique stylo compositae, di Giovanni Maldonado, degli
Opuscula que in hoc volumine quod vulgo sancturale nuncupatur (contenente vite di santi rivisitate e
lectiones, nelle edizioni del 1500 e del 1513), delle
Lectiones sanctorum per totius anni circulum matutinis horis in ecclesiis dei dicende e delle
Odae in Divae Virginis laudes di Rodrigo Fernández di Santaella e di alcuni passionari. Tra le raccolte e le compilazioni si segnalano le
Vitae sanctorum di Rodrigo de Cerrato, le vite scritte da Bernardo di Brihuega, le
Legendae sanctorum et festivitatum aliarum (in London, BL, Add. 41070) e la
Vita Isidori (entrambe di Giovanni Egidio di Zamora), lo
Speculum sanctorale di Bernardo Gui e lo
Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais, il perduto
De vitis sanctorum di Gombau d'Oluja. L'agiografia iberica è inoltre caratterizzata dalla presenza di biografie dedicate a singoli santi, quali la
Passio Centonellae et Helenae (BHL 1724-1725), la
Vita patris Raymundi (di Pietro Marsilio), la
Vita fratris Dalmacii Monerii Cathalani (di Eymerich), il
Libellus sancti Thome Cantuariensis archiepiscopi (in Tuy, Archivo de la Catedral, 1), la
Vita et processus sancti Thome Cantuariensis martyris super libertate ecclesiastica (Salamanca 1506), la traduzione dell'
Historia Ioseph ultra ea quae in Biblis continentur (di Alfonso Bonhome), la
Vita Bernardi abbatis (in Madrid, Real Academia de la Historia, 74), una
Laudatio Hieronymi (BHL 3876b) e i
Flores s. patris Hieronymi sive Regula monachorum di Lupo di Olmedo, il
De martyrio Baptise Ioannis (di Iacopo Egidio, dedicato a Enea Silvio Piccolomini, in Roma, Biblioteca Casanatense, 874, ff. 27v-37v), le opere di Alfonso Ortiz di Toledo (la
Vita sancti Ildephonsi e l'
Historia beatissimi Eugenii martyris primi praesulis Toletani), la
Vita Adelelmi (in un manoscritto del XIV sec. a Burgos, Monasterio de Cistercienses Calatravas de San Felices), la
Historia de San Vitores (in castigliano e latino, sulla base della precedente redazione castigliana, in Madrid, BN, 9481, ff. 3v-8r), la
Vita Isidori Agricolae (BHL 4494), la
Vita beatissimi Ildephonsi archipresulis Toletani di Alfonso Fernández di Palencia, le vite di Maria di Cervelló (BHL 5426) e di Pietro Nolasco (scritte da Guglielmo Vives), le opere agiografiche in versi, quali ad es. la
Thalichristia e la
Musa Paulina di Álvar Gómez. Dedicata infine a Raimondo Lullo è la
Illuminati doctoris et martyris divi Raymundi Lulli vita (di Nicolás Pax), ispirata alla
Vita coetanea (BHL 7067). L'agiografia in lingua vernacolare risulta legata alle scritture latine: la
Legenda aurea di Iacopo da Varazze fu tradotta e utilizzata anche come autorevole fonte per l'agiografia in lingua volgare; la
Legenda sancti Dominici di Umberto di Romans ispirò la vita in vernacolo, le opere di Lupo di Olmedo (cfr. supra) segnarono la produzione relativa a Girolamo, la
Vita sanctae Brigidae e le
Revelationes l'agiografia in merito alla santa; tra gli altri l'apocrifo
Evangelium Thomae, l'
Arbor vitae crucifixae Iesu di Ubertino da Casale e il
De virginitate sanctae Mariae di Ildefonso da Toledo influenzarono le scritture su Gesù, Maria, l'Anticristo; modelli per le scritture vernacolari furono anche lo
Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais, la
Passio Marcelli (BHL 5255a), l'
Historia septem sapientum, le
Revelationes di Angela da Foligno, le agiografie di Isidoro e Ildefonso. Nella terza parte l'A. considera la produzione agiografica dei territori catalani: tra le opere in latino si segnala la diffusione delle citate compilazioni (specialmente di Rodrigo di Cerrato e di Bernardo di Brihuega), della
Vita sancti Illegarii, della
Vita sancti Ioannis Urticensis (BHL 4443), delle scritture relative a Lullo, Pietro Nolasco, Maria de Cervelló, Raimondo di Pennafort, Dalmau Moner (BHL 2081m), Vincenzo Ferrer (le
Vitae BHL 8657-8658). Il saggio è corredato da ampia bibliografia. (Valeria Mattaloni)
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