La
Vita Ioachimi abbatis, redatta tra il 1202 e il 1209 a breve distanza dalla morte di Gioacchino e tradita nella trascrizione realizzata dal cisterciense Cornelio Pelusio (ms. Napoli, BN, Branc. I. F. 2), manifesta la consapevolezza maturata dai florensi del ruolo escatologico del loro Ordine. L'esame di un passo della
Vita consente all'A. di sostenere la valenza simbolica del nome assegnato a Fiore. Secondo l'esegesi del
Liber interpretationis hebraicorum nominum di Girolamo, infatti, il nome della città di Nazareth nella traduzione latina può essere interpretato come Fiore. La medesima intepretazione circola nella tradizione monastica medievale, soprattutto cisterciense (citati Bernardo di Clairvaux,
De laude novae militiae,
Sermones super Cantica Canticorum,
Sermones in laudibus virginis matris,
Sermones in adventu Domini,
Sermones in annuntiatione dominica; Elredo di Rievaulx,
De Iesu puero duodenni; Adamo di Perseigne,
Epistola all'abate di Turpenay; Isacco della Stella, sermone secondo per la festa dell'Assunzione e sermone sesto per la festa di tutti i santi; Guglielmo di Saint-Thierry,
Expositio super Cantica canticorum). Anche nel caso del nome di
Petra Olei assegnato da Gioacchino al sito del primo insediamento della sua comunità è possibile rintracciare un fondamento biblico (Giobbe 29, 6) noto sicuramente a Gioacchino insieme con l'esegesi datane da Gregorio Magno nei
Moralia in Iob.
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