A partire dal XIII secolo gli strumenti di lavoro destinati ai predicatori si moltiplicano (raccolte di sermoni, di
exempla, etc.) e si perfezionano (indici, tavole delle materie, etc.). Tra questi, i florilegi di
auctoritates, realizzati al fine di fornire citazioni di tutti i generi a coloro che desideravano illustrare o sostenere una propria dottrina. Lo studio della raccolta di sermoni, in due sezioni (
De tempore e
De sanctis), di Guglielmo di Sauqueville, attivo a Parigi a partire dalla fine del regno di Filippo il Bello, la cui trasmissione è affidata al ms. Paris, BNF, lat. 16495, evidenzia che il domenicano ha beneficiato dei nuovi strumenti a disposizione dei predicatori. Notevole, infatti, risulta la sua dipendenza, per quanto concerne le citazioni non scritturali e non liturgiche, da uno di questi florilegi, il
Manipulus florum di Tommaso Ibernico, una compilazione di più di seimila estratti dei Padri, dei dottori della chiesa e degli autori antichi, classificati alfabeticamente, da
abstinentia a
utilitas, in duecentosessantasei temi. In appendice, l'edizione di un sermone per la festa di s. Ippolito illustra l'uso fatto dall'autore delle fonti utilizzate.
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