Il volume, tesi dottorale dell'A. presso la Carl von Ossietzky Universität di Oldenburg (2018), indaga il valore e il significato della risata nella letteratura agiografica medievale, proponendosi di verificare se e in che misura il riso fosse effettivamente considerato in modo negativo sulla scorta della tradizione aristotelica (resa celebre da
Il nome della rosa di U. Eco, le cui citazioni costituiscono una sorta di filo rosso del volume): la risposta sfaccettata al quesito emerge sin dal rilevamento delle iniziali, inevitabili contraddizioni sul tema, che prendono le mosse dalla distinzione fra risata e sorriso. Dopo uno stato dell'arte - che vede il motivo del riso abbastanza ben indagato, ma con l'evidente esclusione dei materiali agiografici - e una panoramica sulle possibilità di analisi del tema, l'A. si sofferma sulla prospettiva dello studio e sul metodo: grazie alla nuova considerazione delle fonti agiografiche come testimonianze per la storia sociale, infatti, anche il riso diventa un argomento utile per arricchire la conoscenza delle culture e delle mentalità medievali, con speciale riferimento all'ambito del sacro, essendo le vite dei santi scritte normalmente con intenti diversi (teologico-catechetici, edificanti-educativi e propagandistico-politici) a un pubblico di volta in volta differenziato. Proprio questa varietà, che oltre che i destinatari riguarda anche i modi, le immagini e i protagonisti dei testi, consente una lettura a 360 gradi del valore della risata nella prassi dei rituali e negli ideali del sacro nel medioevo, e dunque anche della sua regolamentazione. I testi agiografici considerati, selezionati sulla base della presenza del riso nel testo (
risus,
ridere e composti), spaziano dall'inizio alla fine del medioevo, ossia dal VI secolo alla Riforma protestante, e fanno riferimento a fonti latine incluse negli
Acta Sanctorum. Il volume prende le mosse dalle più antiche attestazioni riguardanti il riso (modi, motivi e protagonisti): nell'Antichità greca e romana, quindi nell'Antico e nel Nuovo Testamento, infine nei primi autori cristiani, mostrando già le diverse valutazioni e «gerarchie» del riso nei diversi contesti. Cuore del lavoro è il ricco capitolo 3, in cui vengono descritte tutte le sfaccettature, le accezioni, le contestualizzazioni e le descrizioni del riso nelle fonti medievali (per fare alcuni esempi: il riso mancato, il riso e il pianto, risata nel corpo e nello spirito, derisione, sorriso, luoghi e momenti del riso, motivi della risata, e così via): in questa sezione si distinguono gli ambiti sociali, le differenze politiche, le gerarchie ecclesiastiche e secolari, le diversità personali (per sesso e per età, ad esempio, ma anche per censo e per condizione interiore). Il lavoro giunge ad alcune conclusioni innovative per lo stato degli studi, poiché a fronte della persistenza della regolamentazione severa e del rifiuto del riso lungo tutto il medioevo e pur appurando un saldo legame tra il momento della conversione del santo e il suo carattere gentile, un vero e proprio divieto del riso si legge molto raramente nelle fonti, in specifici ambiti monastici. Piuttosto, la risata si inserisce in una complessa rete di relazioni con altri elementi, che l'A. presenta e riepiloga nelle conclusioni del volume secondo un'evoluzione cronologica: qui il riso non mostra fasi di sviluppo, quanto piuttosto una continuità della tradizione che porta a un radicale ripensamento dell'idea negativa e del divieto della risata nel medioevo. Si sottolineano quindi i «gradi» del riso (dal sorriso alla risata smodata alla derisione), le relative manifestazioni fisiche, nonché i vari contesti di queste occasioni di divertimento - la compagnia e le categorie sociali, fino ai generi letterari e ai contenuti generali delle opere in cui tali racconti sono inseriti. Le agiografie latine oggetto dello studio riguardano: Genoveffa, Edoardo il Confessore, Erminoldo di Prüfening, Canuto, Tillo di Solignac, Lorenzo Giustinian, Vittoriano abate, Goffredo di Cappenberg, Hermylus martire di Singiduno, Speusippo, Vincenzo di Saragozza, Preietto vescovo di Alvernia, Devota, Margherita d'Ungheria, Giovanni de Moutier-Saint-Jean, Tirso martire in Asia, Brigida di Scozia, Amando di Maastricht, Luca Taumaturgo il Giovane, Romualdo di Camaldoli, Mariano di Ratisbona, Rinaldo di Nocera Umbra, Angilberto di Saint-Riquier, Margherita da Cortona, Pietro Geremia OP di Palermo, Vinvoleo, Coletta clarissa del Belgio, Francesca Romana vedova, Rodrigo di Cordoba, Matilda regina, Abramo eremita in Ellesponto, Eusebia badessa, Finnian abate (Finianus Surdensis), Witburga, Cutberto (
vita di Beda), Herlindis di Maaseik, Caterina di Svezia, Guglielmo di Norwich, Ludgero di Münster, Ugo di Grenoble, Maria Egiziaca, Gualtiero abate di Pontoise, Domnio di Salona, Lidwina d'Olanda, Bernardo penitente nei Paesi Bassi, Vilfrido di York, Roberto di Molesme, Ildegarde regina, Caterina da Siena, Stanislao, Eutizio, Ivo di Tréguier, Simeone Stilita il Giovane, Gregorio VII, Agostino di Canterbury, Federico di Liegi, Conone di Iconio, Margherita di Scozia, Placido eremita in Abruzzo, Antonio di Padova, Cristina di Stommeln, Elisabetta di Schönau, Etelreda regina, Maria di Oignies, Pelagio di Cordova, Arnolfo converso (
vita di Goswino), Pietro di Lussemburgo, Godeleva di Fiandra, Ildulfo di Treviri, Atanasio di Napoli, Federico di Utrecht, Cristina Mirabile, Kinga (Cunegunda) di Cracovia, Ugo di Lincoln, Goberto di Aspromonte, Bernardo di Chiaravalle, Iacopo da Bevagna (dal
De insigniis ordinis Praedicatorum di Ambrogio Taegio), Teodorico di Wassenberg, Luigi IX di Francia, Stefano I d'Ungheria, Remaclo di Utrecht, Nicola da Tolentino, Guido di Anderlecht, Giovanni Crisostomo, Pafnuzio della Tebaide, Iltrude di Henault, Leoba badessa, Bavone di Gand (
vita anonima,
vita metrica e
Vita tertia di Teodorico di St.-Trond), Tommaso di Cantilupe, Francesco d'Assisi (
Vita prima e
Vita secunda di Tommaso da Celano e
De conformitate vitae beati Francisci di Bartolomeo de Rinonico), Brigida di Svezia, Roberto Malatesta, Gualderico d'Occitania, Giovanni Bono eremita, Benvenuta Bojani, Uberto di Liegi, Papulo martire, Alpaide, Malachia vescovo, Gerardo di Angers, Gregorio abate in Calabria, Baudino (Baldo) di Tours, Trifone di Nicea. Altre fonti citate: Elredo di Rievaulx
Institutio inclusarum; Alano di Lilla
Anticlaudianus,
Liber poenitentialis e
Ars praedicandi; Alcuino
Epistolae,
Interrogationes et responsiones in Genesim e
De virtutibus et vitiis; Benedetto
Regula; Benedetto di Aniane
Concordia regularum; Bernardo di Chiaravalle
Epistolae,
De consideratione ad Eugenium papam,
De gradibus humilitatis et superbiae e
De praecepto et dispensatione; pseudo Bernardo
De modo bene vivendi; Boezio
In Porphyrii Isagogen e
In Ciceronis Topica; Burcardo di Worms
Decretum; Cesario di Arles
Sermones; Cesario di Heisterbach
Dialogus miraculorum;
Chronica regia Coloniensis; Colombano
Regula coenobialis; Difensore di Ligugé
Liber scintillarum; Donato di Besançon
Regula ad virgines; Egberto di Liegi
Fecunda ratis; Eginardo
Vita Karoli; Gervasio di Tilbury
Otia imperialia; Graziano
Decretum; Gregorio Magno
Dialogi e
Moralia in Iob; Ildemaro di Corbie
Commentarium in Regulam sancti Benedicti; Incmaro di Reims
Capitula synodica; Rabano
Homiliae de festis praecipuis, item de virtutibus; Ugo di San Vittore
In Salomonis Ecclesiasten homiliae; Isidoro
Regula monachorum e
Differentiarum libri; Ivo di Chartres
Decretum; documentazione relativa alla vicenda processuale di Jan Hus; Giovanni di Salisbury
Policraticus; Nicola di Lyra
Postilla litteralis super totam Bibliam; Notkero Balbulo
Gesta Karoli; Paolino di Aquileia
Liber exhortationis; Pietro di Blois
De confessione; Pietro Cantore
Verbum adbreviatum; Reginone di Prüm
De disciplinis ecclesiasticis;
Regula Magistri; Roberto Grossatesta
Epistolae; Roberto di Basevorn
Forma praedicandi; Ruperto di Deutz
In Habacuc; Smaragdo
Expositio in Regulam sancti Benedicti; Tegano
Gesta Hludowici; Tommaso di Eccleston
De adventu fratrum Minorum in Angliam; Tommaso d'Aquino
Summa theologiae ed
Expositio super Iob ad litteram. Il volume è corredato dall'indice dei nomi. (Marianna Cerno)
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