L'articolo è dedicato a dossier agiografici tardoantichi, tutti realizzati in area apulo-lucana o campana entro il VII secolo e fortemente interconnessi tra loro. Per ogni dossier vengono analizzati la storia del culto, la diffusione, i caratteri agiografici, la trama, l'origine, la datazione, i rapporti con le altre passioni del lotto e l'influenza sulla produzione agiografica successiva. Il primo dossier è quello dei Dodici fratelli (BHL 2297-2302), già ricordati nel
Martyrologium Hieronymianum; i protagonisti, Donato e Felice, sono martiri africani il cui culto fu sviluppato in Puglia, e si diffuse poi a Benevento sotto Arechi. Il dossier è così strutturato: la
passio principale (BHL 2297) fu composta in area beneventana, ed era nota ad Alfano di Salerno e agli autori della
passio metrica BHL 2299-2300 e della
translatio BHL 2302. BHL 2298 (di cui l'A. identifica un nuovo testimone, ms. Cividale, Bibl. Capitolare, VIII) non ne dipende, ed è a sua volta alla base della riscrittura BHL 2297. L'origine è pugliese, probabilmente già in epoca tardoantica. La seconda è la
Passio Eleutherii. Si analizzano le differenze tra le tre redazioni note (la greca BHG 568 e le due latine), e le loro possibili relazioni con l'ampia diffusione del culto (Roma, Puglia, Rieti, Sabina, Costantinopoli), menzionando la possibilità che in origine vi fossero più personaggi omonimi (ma assicurando che i tre testi sono comunque imparentati tra loro, con BHG 568 alla base). La
passio BHL 2451 è di origine pugliese, precedente ai secc. VIII-IX (circolava in Northumbria intorno al 730, e un ms. del
Martyrologium Hieronymianum datato all'anno 827-828 contiene una notizia da essa derivata). La
passio BHL 2450 (di origine sabina) è variamente datata (il codice più antico è il ms. Paris, BNF, lat. 5269D). Dopo aver revisionato le ipotesi avanzate in precedenza, l'A. ipotizza che BHL 2450 abbia rimaneggiato BHL 2451, ma utilizzando autonomamente un testimone del testo greco. Si offre infine una rassegna sulla tradizione di BHL 2451, la cui composizione è collocata entro il VI secolo (posti in rilievo i mss. Paris, BNF, n.a. lat. 2179, lat. 5323, lat. 5371, lat. 5306; Bruxelles, BR, 207-208; Avranches, BM, 167; e il
Magnum Legendarium Austriacum), e si identificano le passioni da questa influenzate (Erasmo di Formia, BHL 2582; Felice di Nola, BHL 2869; Potito e Vito). La terza è la
Passio Potiti. Dopo la consueta analisi di culto, reliquie ed evidenze storiche a proposito del santo, si determinano in BHL 6908 e 6911 le due redazioni principali, mentre BHL 6909 e BHL 6910 sono varianti della prima. Segue una rassegna dei testimoni principali di BHL 6908, molto diffusa: tra questi si contano passionari tra i più antichi superstiti (München, BSB, Clm 3514; Würzburg, UB, M.p.th.q. 28a), testimoni del passionario romano-carolingio (Vat. Reg. lat. 482; Karlsruhe, BLB, Aug. XXXII), codici originari di Puglia (London, BL, Egerton 2889), Roma (Vat. Arch. S. Pietro A.2), Toscana (Vat. lat. 6453), Limosino (Paris, BNF, lat. 1764), area mosano-renana (Bruxelles, BR, 207-208; Trier, SB, 1152/776), il
Magnum Legendarium Austriacum. Trasmessa da un solo codice è invece BHL 6911 (Napoli, BN, VIII.B.3), che è una riscrittura di BHL 6908. Su base topografica, storica, e di relazioni intertestuali, l'origine della
passio viene quindi collocata in area pugliese, e datata all'epoca tardoantica. La sua posterità agiografica vede un riutilizzo quasi immediato da parte degli autori delle passioni di Vito ed Erasmo; in epoca carolingia invece un riuso nell'
Opusculum de morte et translatione s. Saturnini (BHL 7495-6) in Limosino, e un'influenza sulla
Passio Goswini (BHL 3624). Segue lo studio della
Passio Viti, Modesti et Crescentiae (BHL 8712), di origine lucana. Ampia la diffusione del culto:
Martyrologium Hieronymianum, Roma, Sicilia e Sardegna, Napoli, Pavia (trasferimento di reliquie su commissione di Astolfo), Francia (a Corvey nel 836), Benevento, Calabria, Sicilia, Salento, Bari. Presente nei martirologi di Beda, Floro, Adone e Usuardo). BHL 8712 è il testo più antico (inedito), presente in ca. 80 mss.: carolingi (Graz, UB, 412; Montpellier, BU, Séct. de Méd., H 156; München, BSB, Clm 14364; Stuttgart, WLB, HB.XIV.15; Vat. lat. 5771; Verbania, Bibl. Capitolare di Intra, 12), romano-carolingi (Stuttgart, WLB, HB.XIV.13; Vat. Reg. lat. 516, Pal. lat. 846). BHL 8712b, 8713, 8713b, 8713f sono solo varianti d'
incipit. BHL 8711, in ca. 30 mss (i più antichi sono: Paris, BNF, lat. 5299; Vat. Reg. lat. 528), è una riscrittura di BHL 8712, poi reimpiegata in Linguadoca per la
Passio Tiberii, Modesti et Florentii (BHL 8285m); e così BHL 8714 (edita mendosamente da Bonino Mombrizio), in ca. 30 mss, a prevalente diffusione italiana, ma presente anche a Costanza (Stuttgart, WLB, HB.XIV.14); il ms. Wien, ÖNB, 357 è aggiunto dall'A. BHL 8713d è una riscrittura abbreviata di BHL 8712, in codice unico (Karlsruhe, BLB, Aug. CCII). Di BHL 8716, del XII sec., è autore Tutone di There; BHL 8715 è un riassunto letterale di BHL 8711. Nonostante sia stata ritenuta una traduzione dal greco, BHL 8712 si rivela invece il testo originale del dossier, da cui anche il greco dipende; l'agiografo ha fatto ampio uso delle passioni di Potito, di Eleuterio e dei Dodici Fratelli. Ultima trattata è la
Passio Erasmi (BHL 2582), con epicentro del culto a Formia, poi espansosi ampiamente: citato nel
Hieronymiaum e in Gregorio Magno, è attestato a Napoli, Campania, Roma, Gaeta, Puglia (Bari, Canosa), perfino in Macedonia e Oriente. La redazione principale della
passio (BHL 2578-82p) è diffusa in oltre 60 mss. (tra cui si segnalano il Wien, ÖNB, 371 per il mondo franco; il Paris, BNF, lat. 10861 per quello anglosassone; il passionario romano-carolingio; i leggendari cisterciensi di Clairvaux e Alcobaça, così come il
Magnum Legendarium Austriacum e il
Liber de natalitiis). È alla base di tutte le altre: BHL 2583 (metrica); BHL 2585 (ms. Montecassino, Archivio della Badia, 146); BHL 2584 (scritta da Giovanni da Gaeta usando le precedenti). Anche per Erasmo, l'intertestualità con le
passiones di Vito (BHL 8712) e Potito (BHL 6908) conferma la priorità del latino sul greco (BHG 601). Dopo l'analisi dei singoli dossier, si trovano infine lo schema di tutte le relazioni intertestuali esaminate nello studio e una sintesi storico-letteraria sull'agiografia meridionale. Chiude l'articolo (prima della bibliografia e dell'
index sanctorum) una trascrizione commentata della
Passio Viti (BHL 8712) dal ms. Vat. lat. 5771, non pienamente critica ma annotata con le varianti dei seguenti testimoni: Bruxelles, Bollandistes 14; Graz, UB, 412; Montpellier, BU, Séct. de Méd., 156; München, BSB, Clm 14364; Paris, BNF, lat. 5593; Stuttgart, WLB, HB.XIV.13 e HB.XIV.15; Vat. Pal. lat. 846, Vat. Reg. lat. 516 e Vat. lat. 7810.
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