Dopo una breve introduzione storico-letteraria che fa il punto sugli studi esistenti e rimanda alle recenti scoperte dell'A. stessa sul modello agiografico della prima parte del testo (la
Passio Ananiae, BHL 397, riportata in calce ai passi relativi dell'edizione critica) pubblicate nell'articolo
Un modello letterario dell'agiografia aquileiese: Anania (BHL 397) «Vetera Christianorum» 44 (2007) 13-32 (cfr. MEL XXIX 6143), il saggio procede con la descrizione della tradizione manoscritta. Uno stemma sostanzialmente quadripartito è formato per un ramo dalla famiglia alpha (Karlsruhe, BLB, Aug. XXXII, inizio del sec. IX; Paris, BNF, lat. 5593, sec. XI; Paderborn, Erzbischöflishe Bibl., Theod. Ba2, sec. XV; Trier, Stadtbibl., 1152, sec. XII e 1151, sec. XIII), per il secondo ramo dal solo codice Graz, UB, 412, (seconda metà del sec. IX) e per il quarto dalla famiglia delta, che sembra caratterizzata da una normalizzazione grafico-grammaticale (Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale, XVI, quinto-sesto decimo del sec. XIII; Gorizia, Bibl. del Seminario, Tesoro del Duomo, 9 [pass. lat. 1°], seconda metà del sec. XIII; Heiligenkreuz, Stiftsbibl., 11, sec. XII; Zwettl, Stiftsbibl., 40, sec. XII). Il terzo ramo è composto da soli codici di area locale ed è chiamato gamma (Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale, XXI, metà del sec. XII; cod. VII, secondo quarto del sec. XIV, VIII, anni Quaranta del sec. XV e San Daniele del Friuli, Guarneriana, Guarn. 4, sec. XII), mentre il codice Venezia, Marciana, lat. Z. 356 (1609), del sec. XII non trova una collocazione sufficientemente precisa nello stemma a causa della sua natura di epitome fortemente rimaneggiata. (Lucia Pinelli)
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