Il volume si apre con una breve sezione introduttiva ... Leggi tutto

Il volume si apre con una breve sezione introduttiva sui contenuti del libro XX - dedicato a cibi, bevande, utensili necessari al loro consumo, ma anche alla definizione di quella che potremmo definire una morale del mangiare e del bere - e alle fonti principali di Isidoro: l'Opus agriculturae di Palladio in primo luogo, seguita dal De re rustica di Columella (comunque conosciuto attraverso l'intermediazione di Palladio) e dagli scritti di Varrone (De re rustica), Plinio il Vecchio (Naturalis historia) e Servio (In Vergilii carmina commentaria). Si esaminano in seguito le citazioni dei classici latini presenti nel testo, i riferimenti biblici e l'ausilio offerto dai Padri per alcuni specifici passaggi. Il libro XX è strutturato in 15 capitula che fanno riferimento ad altrettanti argomenti: De mensis et escis, De potu, De vasis escariis, De vasis potatoriis, De vasis vinariis et aquariis, De vasis oleariis, De vasis coquinariis, De vasis repositoriis, De vasis luminariorum, De lectis et sellis, De vehiculis, De reliquis quae in usu habentur, De instrumentis rusticis, De instrumentis hortorum, De instrumentis equorum. La versione qui presentata in traduzione francese con testo latino a fronte (pp. 1-123) è stabilita attraverso codici appartenenti a tre differenti famiglie - spagnola, francese e italiana - anche se sono quelli appartenenti alla prima a essere generalmente preferiti: Madrid, BN, Vitr. 14-3 (VIII sec., ff. 159v-163v); El Escorial, Real Bibl., t.II.24 (sec. X ex., ff. 250v-257v); Sankt Gallen, Stiftsbibl., 237 (sec. IX, pp. 319-326). La famiglia francese comprende i mss. Bern, UB, 101 (IX sec., ff. 166r-170v); Reims, BM, 425 (IX sec., ff. 199v-205); Sankt Gallen, Stiftsbibl., 232 (ca. 880-890, ff. 312-331), mentre di quella italiana fanno parte i mss. Wolfenbüttel, HAB, Weiss. 64 (4148) della prima metà dell'VIII sec. (ff. 310r-317v e 334r-338v) e Karlsruhe, Badische Landesbibl., Aug. Perg. LVII (VIII sec., ff. 83v-90r). Il volume è corredato di indices verborum, nominum e graecus (pp. 153-75). (Luca Mantelli)
Riduci

Nei codici sangallesi è possibile notare l'interesse ... Leggi tutto

Nei codici sangallesi è possibile notare l'interesse per lo studio delle arti liberali, che conobbe nuovi sviluppi in età carolingia: notevole fu infatti il ruolo dell'Irlanda e dei maestri irlandesi negli studi grammaticali e nel computo. L'A. considera il De musica agostiniano: Dungal ne portò una copia a Bobbio e l'opera era nota a Sedulio Scoto e Giovanni Scoto Eriugena, ma un solo folio sopravvive a San Gallo (Stiftsbibl., 1395, pp. 436-437); diversi furono invece i testimoni delle Etymologiae di Isidoro, completi (Stiftsbibl., 231, 232, 237), parziali (Stiftsbibl., 233, 235, 236, solo excerpta in 238) o frammentari (Stiftsbibl., 1399a, quattro frammenti del VII secolo). Il bisogno di imparare il latino spinse gli irlandesi a dotarsi di grammatiche e le glosse in antico ibernico attestano il percorso di questo apprendimento: un esempio sono le Institutiones di Prisciano nel ms. Stiftsbibl., 904, scritto in Irlanda e con glosse marginali e interlineari, acquisito dalla fondazione svizzera certamente prima del 1460. (Valeria Mattaloni)
Riduci

L'A. pubblica un inventario dei codici glossati delle ... Leggi tutto

L'A. pubblica un inventario dei codici glossati delle Etymologiae anteriori al 1200. L'esame condotto sull'intero corpus dei codici censiti evidenzia che l'attività glossatoria venne esercitata soprattutto nell'alto medioevo e che tre furono gli ambiti topico-cronologici della loro diffusione: l'area insulare, con la presenza di glosse in latino e in antico irlandese già dal secolo VII ex.-VIII in. (citato il frammento conservato a Longleat House, Library of the Marquess of Bath, NMR 10589); la Francia del Nord all'epoca della rinascita carolingia e del rinnovamento degli studi di grammatica; l'Italia del Nord con le sue scuole dei secoli IX-X. Marginale, ma non del tutto inesistente, fu la diffusione di codici glossati in area germanica e iberica. La frequenza maggiore di glosse nei primi due libri dell'enciclopedia, dedicati rispettivamente alla grammatica e alla retorica e dialettica, rivela una loro maggiore utilizzazione nei contesti scolastici. L'appendice al saggio (pp. 48-80) contiene il censimento di 45 manoscritti glossati delle Etymologiae antecedenti al 1200. Di ogni codice si specifica datazione, luogo di origine, consistenza, misure, elenco dei testi presenti, entità e classificazione delle glosse nelle varie lingue (latino, romanzo, antico tedesco e antico irlandese), bibliografia, eventuale link per la sua visualizzazione online: Bologna, BU, 797; Chartres, Médiathèque, 16; Leiden, BU, Voss. lat. 2° 82 e Voss. lat. 8° 41; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Section de Médecine, H 53; München, BSB, Clm 6250 e Clm 6411; Orléans, Médiathèque, 296 pp. 1-32 + Paris, BNF, lat. 7520 ff. 25-45; Oxford, Bodl. Libr., Junius 25 ff. 134-151; Paris, BNF, lat. 7490, lat. 7559, lat. 7583, lat. 7670, lat. 7671, lat. 11278 e n.a. lat. 2633 ff. 18-19; Reims, Bibl. d'Etude et du Patrimoine, 426; Trier, Bibl. des Priesterseminars, 100 ff. 1-16; Vat. Barb. lat. 477 f. 3 e f. 4, Vat. Pal. lat. 1746 e Vat. lat. 5763; Angers, Médiathèque, 476; Gotha, Forschungs- und Landesbibl, Mbr. I. 147 + Hannover, Kestner Museum, Culemann Kat. I no. 45 (366) + New York, Pierpont Morgan Libr., Glazier Collection 28 + Paderborn, Erzbischöfliche Akademische Bibl., Fra 10 + Weimar, Thüringisches Hauptstaatsarchiv, Dep. Hardenberg, Fragm. 12a + 14a + Herdringen, Archiv des Freiherrn von Fürstenberg-Herdringen, Fragm. s.n.; Institut de recherche et d'histoire des textes, BVMM, Collections privées, digitisation of CP 342 (olim Phillipps 2129); Laon, BM, 447; London, BL, Cotton Caligula A. XV ff. 3-38, 42-64, 73-117 e Harley 3941; Longleat House, Library of the Marquess of Bath, NMR 10589; Oxford, Queen's Coll., 320; Paris, BNF, lat. 7585; Cesena, Bibl. Comunale Malatestiana, S.XXI.5; Ivrea, Bibl. Capitolare, LIII (37); Madrid, Bibl. de la Real Academia de la Historia, Códices 25 e Códices 76; Roma, Bibl. Vallicelliana, A. 18; Sankt Gallen, Stiftsbibl., 233 e 235; Venezia, Marciana, lat. II. 46; Vercelli, Bibl. Capitolare Eusebiana, CII (61); London, BL, Harley 3099; München, BSB, Clm 4541 e Clm 18192; ?Strasbourg, Bibliothèque Nationale Universitaire, C.IV.15; Vat. Pal. lat. 281. Di altri 37 codici che recano un numero inferiore di glosse viene invece indicata soltanto la segnatura (pp. 80-1): Augsburg, Staats- und Stadtbibl., Fragm. lat. 42 + Paris, BNF, lat. 10403 f. 1; Berlin, SB, Hamilton 689; Bern, Burgerbibl., 101 e 611 ff. 42-93; Bruxelles, KBR, II 4856; Cambridge, Trinity Coll., Ms. B.15.33; Köln, Erzbischöfliche Diözesan- und Dombibl., 123 ff. 76-80; Einsiedeln, Stiftsbibl., 167; El Escorial, Real Bibl. de San Lorenzo, r.II.18; Glasgow, UL, Hunterian MS 404; Leiden, BU, B.P.L. 122 e Voss. lat. 8° 15; London, BL, Arundel 129, Harley 2713 e Harley 5977; Milano, Ambrosiana, L 99 sup.; Montecassino, Archivio dell'Abbazia, 320; Oxford, Bodl. Libr., Auct. T.2.20; Paris, BNF, lat. 2024, lat. 7491, lat. 7588, lat. 10293, lat. 11219, lat. 14085 e lat. 17159; Reims, Bibl. d'Etude et du Patrimoine, 425; Rouen, Bibl. Jacques Villon, 26; Schaffhausen, Stadtbibl., Min. 42 e Min. 43; Sankt Gallen, Stiftsbibl., 231-232 e 446; Stuttgart, WLB, HB VI. 112; Trier, Bibl. des Priesterseminars, 61; Valenciennes, BM, 399; Vat. Reg. lat. 1953; Wolfenbüttel, HAB, Weiss. 64; Zofingen, Stadtbibl., Pa 32.
Riduci