L'A. studia il codice Vat. Pal. lat. 235, ne indaga la composizione, la data e la provenienza considerando in particolare il trattato anonimo della prima sezione
Quid est cantus? in relazione alla descrizione dei simboli notazionali e del vocabolario utilizzato. Esamina infine la teoria tonale della seconda sezione del trattato in relazione alla prima sezione e alle varie ipotesi sinora formulate sulla provenienza del codice. Evidenzia la citazione - all'interno di questa sezione - di quattro toni o modi in aggiunta agli usuali otto, chiamati
moesi (
recte:
mesoi o
mesi), che in altri trattati sono chiamati
parapteres o
medii toni. Conclude con l'ipotesi che l'origine del trattato
Quid est cantus? e di quello sui modi ecclesiastici sia da individuare nella Lotaringia (Lorena) nel IX secolo o agli inizi del X. Sono considerati anche i manoscritti: Bamberg, SB, Lit. 5 (anno 1001 prov. da Reichenau); Leipzig, UB, Rep. I. 93 (sec. X, prov. forse da Metz); Metz, Médiathèque, 351 (sec. IX); Montecassino, Bibl. dell'Abbazia, 318 (sec.X I); Paris, BNF, lat. 7211 (sec. XIII); Piacenza, Bibl. Capitolare, 65 (secc. XII-XIII); Roma, Casanatense, 54 (inizio XI sec., da Nonantola); Sankt-Peterburg, Rossijskaja Nacional'naja Biblioteka, Q.v.XIV.I (scritto a Wearmouth-Jarrow, ca. 700-705); Valenciennes, BM, 148 (St.-Amand, sec. IX); Wolfenbüttel, HAB, Helmst. 1050 (secc. XI-XII).
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