L'obiettivo della ricerca sono la ricostruzione e l'analisi, dal punto di vista storico e storico-artistico, dell'attività libraria ad uso della Curia papale e del Laterano nei secoli centrali del medioevo. L'indagine si dipana a partire dalla disamina delle vicende occorse alla Biblioteca e all'Archivio della chiesa nel suo stadio più remoto e, quindi, dalla localizzazione di questi ambienti all'interno del complesso lateranense, tramite l'impiego delle risultanze archeologiche e delle fonti documentarie, prime tra tutte il
Liber pontificalis, il
Liber censuum e il
Liber diurnus e, a seguire con papa Bonifacio VIII e i suoi successori, per mezzo dei primi inventari del tesoro pontificio «mobile» (Roma 1295; Perugia 1304 e 1311). Il percorso tracciato dall'A. si focalizza nella ricerca delle modalità e delle cause che, nei differenti periodi storici, hanno portato all'istituzione e allo sviluppo di una produzione manoscritta in ambito papale, al fine di individuare gli esemplari superstiti di tale attività scrittoria. In linea generale, il numero esiguo di codici che oggi possono collegarsi al Laterano non permette di giungere a conclusioni univoche: l'attività scrittoria, seppur certa a livello di cancelleria sin dal VI secolo, sembrerebbe non essere mai stata istituzionalizzata per la realizzazione dei manoscritti; la sede lateranense fu luogo essenzialmente di raccolta, aperto agli apporti di scriptoria esterni in prevalenza di area romana. Gli esemplari identificati o ipotizzati di provenienza lateranense, per lo più di carattere liturgico e pertanto ubicati in un luogo diverso da quello della restante collezione libraria, dei quali l'A. ripercorrendo la storia è particolarmente attenta a rilevare i dati materiali (paleografici e decorativi), risultano i seguenti: Troyes, BM, 504 (Gregorio Magno,
Regula pastoralis), ultimo decennio del VI secolo e quindi steso sotto la diretta sorveglianza dell'autore; Vat. lat. 10696 (frustoli pergamenacei di un codice liviano databile tra IV e V sec.); Vat. lat. 14586 (miscellaneo, costituito da un frammentario
liber precum dell'XI sec., da parti di un salterio del secolo successivo e da alcuni atti cancellereschi); München, BSB, Clm 14008, proveniente dal monastero di Sant'Emmerano di Ratisbona, contenente la collezione di canoni
Dionysiana adaucta, donato nell'880 da papa Giovanni VIII a Metodio e da costui portato in Moravia; Vat. lat. 4965, l'esemplare originale della traduzione approntata tra l'870-871 da Anastasio Bibliotecario degli atti dell'ottavo concilio ecumenico costantinopolitano. All'XI-XII sec. risalgono invece i seguenti codici, di genere per lo più liturgico, devozionale o pastorale: Vat. Ottob. lat. 38 (Martirologio geronimiano); Vat. lat. 5319 (
Ordo officiorum ecclesiae Lateranensis, databile tra il 1139-1145); Firenze, Riccardiana, 299 (sacramentario-graduale, penultimo quarto del sec. XI); 300 (messale, fine del primo quarto del XII sec.); Roma, Archivio Capitolare Lateranense, A.80 (passionario, primo quarto del XII sec.); Firenze, Laurenziana, San Marco 326 (Livio,
I Decade, tra la fine del Mille e gli inizi del secolo successivo); Roma, Archivio di Stato, ex-Santissimo Salvatore 997 (Messale, seconda metà del XII sec.); Vat. lat. 1192 (Passionario, realizzato per uso dei canonici di S. Frediano di Lucca insediatisi in Laterano dalla seconda metà del XII sec.); Vat. lat. 4406 (salterio con calendario, sec. XIII in.). Chiudono la rassegna altri undici codici, tutti liturgici, realizzati nel corso del Duecento «ad uso della Cappella papale», ossia: Vat. lat. 12989, frammento di sacramentario con un ordinario papale; Madrid, BN, 730, sacramentario; Vat. Ottob. lat. 356, sacramentario; Avignon, BM, 100, sacramentario; New York, Pierpont Morgan Libr., M. 976 + Philadelphia, PA, Morgan Free Libr., Lewis EM 8.12, pontificale; Vat. lat. 1155, pontificale; Paris, BNF, lat. 960, pontificale; Vat. lat. 4747, pontificale; Avignon, BM, 203, pontificale; Lyon, BM, 5132, pontificale; Roma, Bibl. Corsiniana, 55.K.3, messale. Il volume si completa di una vasta bibliografia (pp. 189-270) e degli indici dei manoscritti, dei luoghi e dei nomi (pp. 271-284), nonché di un apparato di 63 tavole a colori. (Giovanni Fiesoli)
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