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Sull'evoluzione del rito episcopale di consacrazione di abati e badesse nei libri liturgici prodotti in Inghilterra tra 900 e 1200. L'A. individua tre stadi, ciascuno corrispondente a una tipologia di libri liturgici. Il rituale di consacrazione altomedievale consiste in una serie di preghiere testimoniata nei sacramentari gregoriani del IX secolo e nei sacramentari gelasiani di VIII secolo. Queste preghiere vengono incorporate e variamente  rielaborate nei sacramentari e pontificali inglesi. Il primo stadio dell'evoluzione dei libri episcopali, testimoniato nei libri liturgici datati dall'inizio del X secolo fino all'inizio dell'XI, comprende da due a quattro preghiere. I codici esaminati sono: Oxford, Bodl. Libr., Bodley 579; Paris, BNF, lat. 943 e lat. 10575; Rouen, BM 368 e 369. Il secondo stadio è rappresentato da un vero e proprio ordo, testimoniato in codici datati tra l'inizio e la metà del secolo XI: London, BL, Add. 57337 (Pontificale Anderson); Cotton Claudius A. III (Pontificale Claudius II); Cambridge, CCC, 146 (Pontificale Samson); 44; Douai, BM, 67. Il terzo stadio infine comprende i testimoni inglesi influenzati dal Pontificale Romano-Germanico, portato in Inghilterra a metà del secolo XI. Questi sono: London, BL, Cotton Tiberius C. I; Cotton Tiberius B. VIII; Dublin, Trinity Coll., 98; Cambridge, Trinity Coll.,  B.11.10; Oxford, Magdalen Coll., 226; Cambridge, UL, LI.II.10 e Ee.II.3.
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Lo studio indaga le cerimonie di investitura regale e imperiale in Inghilterra, Francia e Germania nel periodo 1070-1220/1230. L'A. ambisce a problematizzare l'idea, invalsa nella storiografia, che il XII secolo segni l'inizio di un processo di desacralizzazione del potere politico, quale conseguenza della lotta delle investiture e dello sviluppo di apparati legali e amministrativi via via più sofisticati e complessi. L'analisi delle fonti testuali e materiali rivela infatti che la secolarizzazione delle istituzioni coesistette a lungo con un'ideologia volta a garantire una legittimazione sacrale del potere politico, riflessa in una liturgia dell'investitura che, echeggiando modelli vetero-testamentari di regalità, assegnava al re/imperatore un ruolo trascendente nell'economia della salvezza. Accanto a fonti documentarie, giuridiche e liturgiche (soprattutto gli ordines coronationis, oggetto dei capitoli 1-2), ampio rilievo hanno le fonti narrative, indagate tanto sul versante evenemenziale (attori, luoghi, contesti delle incoronazioni) quanto sul versante ideologico. Fra gli autori e i testi più diffusamente impiegati si trovano le cronache di Frutolfo-Eccheardo, Ruggero di Hoveden, Riccardo di Devizes e Matteo Paris; l'opera storica di Gervasio di Canterbury, Guglielmo di Malmesbury e Rodolfo de Diceto; i Gesta Guillelmi di Guglielmo di Poitiers; i Gesta Frederici di Ottone-Rahewin; i Gesta Ludovici di Sugero di St.-Denis; l'Historia Frederici di Ottone Morena; i Gesta Normannorum ducum di Guglielmo di Jumièges, Orderico Vitale e Roberto di Torigni; l'Historia novorum in Anglia di Edmero di Canterbury; l'Historia Anglorum di Enrico di Huntingdon; l'Historia Ierosolimitana di Balderico di Bourgueil; la Chronica brevis ecclesiae S. Dionysii ad cyclos paschales; la Chronica regia Coloniensis; i Reineri Annales; la Chronica de Waltham; gli Annales Lobienses; l'Historia regum Francorum ab origine gentis ad annum MCCXIV; il De consecratione pontificum et regum. Le quattro appendici forniscono: (1) un corpus degli ordines coronationis disponibili per il periodo considerato, con relativo censimento dei manoscritti e delle edizioni a stampa (Cambridge, CCC, 146; Trinity Coll., B.II.10; UL, Ee.II.3; Douai, BM, 67; Dublin, Trinity Coll., 98; Köln, Dombibl., 141; London, BL, Add. 57337; Cotton Claudius A. III; Cotton Tiberius B. VIII;  Cotton Vitellius A. VII; Oxford, Bodl. Libr., Rawlinson C. 400; Magdalen Coll., 226; Paris, BNF, lat. 943; Rouen, BM, Y. 7 [369]); (2) uno schedario degli incipit delle preghiere impiegate nelle cerimonie di investitura; (3) un catalogo tematico dei principali elementi rituali riscontrati negli ordines coronationis; (4) un breve inventario descrittivo di sigilli e bullae, con rimando alla bibliografia di riferimento e indicazione, laddove possibile, del collegamento alla risorsa on-line. Completano il volume la bibliografia, un indice dei riferimenti biblici e un indice generale. (Vera Fravventura)
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L'A. si propone di fornire uno status quaestionis ... Leggi tutto

L'A. si propone di fornire uno status quaestionis relativo ai manoscritti notati con neumi bretoni (con particolare riferimento ai precedenti studi di M. Huglo). I codici oggi conosciuti vengono elencati e descritti in modo sommario, suddividendoli per origine e provenienza (manoscritti in notazione bretone vergati in Bretagna e non; attuale luogo di conservazione). Il saggio è corredato di bibliografia. I mss. considerati sono: Angers, BM, 91 e 811; Bern, Burgerbibl., 85, 160, 167, 179 e 219; Boulogne, BM, 8; Cambridge, CCC, 146; UL, Kk.I.24; Chartres, BM, 110, 152 e 47; Vat. Reg. lat. 486, lat. 204, lat. 523 e lat. 552, Vat. lat. 4197, lat. 4201, lat. 6083 e lat. 9668; Douai, BM, 13; Ivrea, Bibl. Capitolare, 91 (LX); Leiden, Bibl. der Rijksuniversiteit, B.P.L. 25; London, BL, Cotton Vitellius A. XIX; Egerton 609; Harley 526 e Harley 1117; Milano, Ambrosiana, L 77 sup.; New York, Public Libr., 115; Orléans, BM, 302; Oxford, Bodl. Libr., Auct. D.2.16 e Auct. F.4.26; Bodl. 859, Bodl. 394 e Bodl. 579; Paris, Mazarine, 421 e 1707; BNF, lat. 14782, lat. 11589, lat. 8883, lat. 9439, lat. 5082, lat. 943, lat. 12021, e lat. 1154; n.a. lat. 1630 e n.a. lat. 1587; Paris, Ste-Geneviève, 223; Quimper, Archives Départmentales du Finistère, 4 J 96; Saint-Omer, BM, 666; Sankt Paul in Lavantal, Benediktinerstifts, 27.4.35; Tongeren, Collégiale de la Nativité, Evangeliaire de Saint-Bern; Valenciennes, BM, 407. (Brian Andrea Berni)
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Studio dedicato ad una serie di mss. liturgici, copiati per prelati anglosassoni. Si tratta in particolare dei seguenti mss.: Cambridge, CCC, 41; 44; 146; 163; 265; 422; Sidney Sussex College, 100; Trinity College, B.1.30 A + New Haven, Conn., Yale University Libr., 320; Cambridge, Mass., Harvard College Libr., Typ. 612 (olim Phillipps 29721); Exeter, Cathedral Libr., 3548 A; 3548 C; London, BL, Add. 57337; Cotton Claudius A. III, ff. 9-18, 87-105 e ff. 31-86 e 106-150; Cotton Vitellius A. VII; Harley 2892; Society of Antiquaries, 154*; Orléans, BM, 127 (105); Oslo, Riksarkivet, fragm. 207, 208, 210 + København, Rigsarkivet, [Mi. 70]; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 579 (S.C. 2675); Paris, BNF, lat. 943; lat. 987; lat. 10575; Vat. Reg. lat. 338; Rouen, BM, A. 27 (368); Y. 6 (274); Y. 7 (369); Stockholm, Riksarkivet, Mi. 1 + Lund, UB, Fragm. membr. lat. 1. (Claudio Leonardi)
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Il vol., che nasce da una tesi discussa presso l'Università ... Leggi tutto

Il vol., che nasce da una tesi discussa presso l'Università di Monaco nel 1996, comprende nella prima parte un censimento di codici e frammenti di origine anglosassone conservati nelle biblioteche parigine (non sono considerati i mss. prodotti da scribi insulari sul Continente e l'A. segue i criteri di selezione del materiale stabiliti da H. Gneuss in Preliminary List of Manuscript Written or Owned in England up to 1000 in «Anglo-Saxon England» 9 (1981) 1-60, cfr. MEL VII 6105). Oltre a una stringata descrizione fisica si danno informazioni relative alla datazione, all'origine, alla scrittura, al contenuto e alla decorazione. Chiudono la parte dedicata al catalogo quattro appendici: 1) «Irische Handschriften» (mss. irlandesi dei secc. VIII-IX); 2) «Echternach» e 3) «Fleury» (entrambe dedicate a codici vincolati alla tradizione scrittoria anglosassone, ma con buona probabilità prodotti sul Continente); 4) «Fälschlich als angelsächsisch eingestufte Handschriften Insulare Merkmale in kontinentalen Handschriften». La seconda parte del vol. offre l'edizione e la traduzione tedesca dell'omelia in antico inglese De dedicatione ecclesiae di Elfrico (A. Cameron A List of Old English Texts in A Plan for the Directory of Old English Toronto 1973 n. B 1.5.12), conservata nel ms. Paris, BNF, lat. 943 ff. 156r-160r (X sec. seconda metà, probabilmente prodotto a Canterbury, Christ Church e quindi posseduto a Sherborne, tra la fine del X sec. e gli inizi dell'XI, dove viene copiata l'omelia edita, insieme alle altre due anonime, sempre de dedicatione ecclesiae, presenti ai ff. 164r-170r). Del testo, che si basa sul commento di Beda a Lc 19, 1-10, l'A. discute l'attribuzione a Elfrico, la datazione, la tradizione manoscritta (oltre al codice parigino l'omelia è tradita dai mss. Oxford, Bodl. Libr., Hatton 114 ff. 236r-242v, XI sec. terzo quarto, Worcester, e London, Lambeth Palace, 489 ff. 51r-58v, XI sec. terzo quarto, Exeter), le relazioni tra le diverse versioni del testo e la lingua. L'omelia era già stata pubblicata da R. Brotanek in Texte und Untersuchungen zur altenglischen Literatur und Kirchengeschichte Halle 1913 pp. 3-15, che non aveva tenuto conto del testimone oxoniense. Chiudono il vol. una bibliografia (pp. 265-310) e un indice dei codici citati. (Lucia Pinelli)
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