Edizione (pp. 387-98) della vita di Geraldo d'Aurillac, nella versione che Bernardo Gui inserì nel suo
Speculum sanctorale, sulla base del ms. Paris, BNF, lat. 5406, che secondo l'A. reca il testo migliore rispetto agli altri codici contenenti la quarta parte dello
Speculum, cioè Avignon, BM, 297, Toulouse, BM, 481 e Paris, BNF, lat. 5407. Nello studio che precede l'edizione l'A. si interroga sui motivi che hanno spinto alla composizione del testo e sul metodo di lavoro seguito da Bernardo. Innanzitutto si nota come il domenicano abbia seguito, tra le varie versioni possibili, la redazione della
Vita brevior (BHL 3412-3414), dimostrando in casi limitati però di conoscere anche la
Vita prolixior (BHL 3411). In generale molto fedele al testo, ma più attento a rimarcare le circostanze storiche della narrazione, piuttosto che le riflessioni di stampo biblico o teologico presenti nella
Vita brevior, che vengono tutte omesse, Bernardo raccoglie oltre alla vita di Geraldo anche altre 57 vite di santi locali del Midi francese, contrariamente a quanto di solito avviene nei grandi leggendari come il suo, che hanno un respiro più universale. La ragione è da ricercarsi probabilmente in un suo personale interesse o nella spinta di colui che commissionò l'opera, Berengario de Landora. (Silvia Nocentini)
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