Ed. dell'epigramma altomedievale in distici, che ha per incipit:
Virgo parens, hac luce Deumque virumque creavit. L'A. sostiene che i diciotto codici del breve componimento corrispondano ad altrettante redazioni, di ciascuna delle quali è data l'ed. (Avignon, BM, 342; Aix-en-Provence, Bibl. des Adultes, 7; Antwerpen, Musaeum Plantin-Moretus, 39; Bern, UB, 211 e 268; Cambridge, Trinity College, O.2.24 [1128]; Carpentras, BM, 1859 [P., LXXV, t. I]; Cesena, Malatestiana, D.III.6; Vat. Pal. lat. 833; Douai, BM, 234; London, BL, Harley 12; Paris, BNF, lat. 3639; lat. 5558; lat. 16565; Reims, BM, 395 [E. 278]; 1394 [K. 771]; Valenciennes, BM, 150 [143]; Wien, ÖNB, 143 [Med. 101]). I testimoni, fra i quali spicca per importanza Valenciennes, BM, 150 (143), del IX sec., sono distinti in quattro gruppi, a seconda dell'attribuzione: la maggioranza riporta il nome di Gregorio Magno; in un caso è dato il nome di Andreas Orator, del quale sono fornite alcune ipotesi di identificazione; i rimanenti riportano il nome di san Girolamo o, in un caso, nessuna indicazione. Il volume è stato recensito da Jacques Dalarun in «Le Moyen Age» 113 (2007) 186-7. (Roberto Angelini)
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