I codici della
Concordia regularum elencati in occasione della prima edizione dell'opera da Hugues Ménard (Paris 1638) sono: Orléans, BM, 233; Vendome, BM, 60; Tours, BM, 621; Berlin, SB, Phillipps 108; Paris, BNF, lat. 10879; Tarragona, Bibl. Pública, 69; Verdun, BM, 36. P. Bonnerue usò per l'edizione della
Concordia (Turnhout 1999 CCCM 168-168 A; cfr. MEL XXVI 658) il codice di Orléans (ritenuto il più antico) e quello di Vendôme; segnalò un codice di tradizione indiretta, München, BSB, Clm 28118 e alcuni frammenti in Berlin, SB, Phillipps 1723 (Rose 36); Paris, BNF, lat. 2974; Roma, Casanatense, 54; Torino, BN, G.V.38 e G.VII.16. L'A. discute il frammento reperito in Reims, BM, 806, di cui a p. 141 si mostra la sinossi tra i passi del codice, il testo di Benedetto e il brano corrispondente dell'edizione di Bonnerue. Il codice di Orléans è stato oggetto di numerosi studi e le due unità di cui è composto (I: pp. I-95 e 202-271, 388-417; II: 96-201), sono state datate da B. Bischoff rispettivamente la prima al terzo quarto del sec. IX, la seconda alla prima metà del secolo IX. Bonnerue riteneva che le due unità del codice fossero frutto di due scribi diversi e assegnava la datazione di tutto il manoscritto alla prima metà del secolo IX e la provenienza da Fleury. Bischoff aveva poi ipotizzato che un gruppo di codici fosse stato prodotto nello scriptorium di Benedetto (situato ad Aniane o a Kornelimünster): tra questi Orléans, Reims, Valenciennes, BM, 288 (un florilegio con la
Regula Benedicti), Paris, BNF, lat. 1534 e Regensburg, Zentralbibl., I.1.5. L'A., sulla base di elementi paleografici, esprime perplessità sulle datazioni così alte dei codici di questo ipotetico gruppo.
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