Edizione critica e commento dei seguenti componimenti: ... Leggi tutto

Edizione critica e commento dei seguenti componimenti: Aurora dicta sermone prophetiae (già in E. Dümmler Rhythmorum Ecclesiasticorum Aevi Carolini Specimen 15-16; G.M. Dreves Analecta Hymnica XIX pp. 24-5; K. Strecker MGH Poetae IV 2 pp. 515-8) secondo il ms. Bruxelles, Bibl. Royale, 8860-67, ff. 20v-21v; Beata tu, Virgo Maria (già in C. Blume - H. Bannister Analecta Hymnica LIII. 191-2) sulla base del cod. München, Bayerische Staatsbibl., lat. 14843, f. 101; Templum Christi virgo casta (il n. 36 dei Carmina Cantabrigiensia), secondo il ms. Cambridge, University Libr., Gg V.35, f. 440v.
Riduci

Il contributo, così come il saggio citato di G. Iversen ... Leggi tutto

Il contributo, così come il saggio citato di G. Iversen («Psallite regi nostro, psallite», presente nella medesima miscellanea, per cui cfr. questo vol. di MEM), prende in esame le aggiunte all'Antifonario di Carlo il Calvo, il ms. Paris, BNF, lat. 17436, ed è il frutto di una decina d'anni di studi. L'A. si occupa nello specifico delle melodie, sottolineando come queste aggiunte siano delle fonti privilegiate per quanto riguada le ricerche sull'origine di prose e sequenze, da mettere in relazione con quanto afferma Notkero nella sua introduzione all'Hymnorum liber circa l'origine normanna dell'uso delle sequenze. Lo studio di questi testi e di alcune fonti normanne permette di chiarire cosa intenda Notkero con il concetto di nimium viciati e quando afferma che i testi non corrispondono esattamente alle melodie. Il Rec. rileva che si tratta di uno studio dettagliato e preciso, che dimostra come prose e sequenze, inizialmente considerate poco importanti, siano invece composte secondo criteri stilistici che godranno di grande diffusione e permetteranno la fusione con gli usi liturgici romani reintrodotti successivamente da Pipino il Breve a da Carlo Magno. Il presente articolo e il saggio di G. Iversen, «Psallite regi nostro, psallite», cit., sono recensiti insieme in Scriptorium ove viene fornita una bibliografia aggiuntiva e, al termine, una lista unitaria e non discriminata dei manoscritti citati nei due contributi (per cui cfr. l'indice mss. di questo vol. di MEM)
Riduci

Ristampa anastatica dell'articolo apparso nel «Journal ... Leggi tutto

Ristampa anastatica dell'articolo apparso nel «Journal of the American Musicological Society», 20 (1967), pp. 367-402. L'articolo consiste nell'analisi comparata dei più antichi monumenti della sequenza, a partire dal Liber hymnorum di Notkero Balbulo e dai riscontri con le fonti francesi e germaniche. Viene quindi individuato un gruppo di mss. di origine aquitana datati intorno all'XI sec. contenenti sequenze che sono oggetto di una disamina più approfondita (Assisi, Bibl. Com., 695; Autun, Bibl. Mun., 24 [S. 28]; Cambridge, Corpus Christi Col., 473; Chartres, Bibl. Mun. ,47; London, British Lib., Add. 19768; München, Staatsbibl., lat. 14843; Oxford, Bodl. Lib., 775; Paris, Bibl. de l'Arsenal, 1169; Paris, Bibl. Nat., lat. 1084, 1118, 1120, 1121, 1138-1338, 1235, 1240, 9448, 9449, 10508, 10510, 13252, 17436; Verona, Bibl. Cap. XC [85]) allo scopo di individuare le linee di sviluppo della tradizione (tra gli esempi musicali si segnala come saggio di edizione il Nunc exultet, secondo il testo dei mss. Paris, Bibl. Nat., lat. 1240 e 1118). La complessa analisi strutturale della sequenza del IX sec. conduce alla conclusione che gran parte delle varianti tràdite dai codici esaminati sono il frutto di una deliberata rielaborazione della melodia ed in quanto tali esse sono da considerare testimonianze storiche dirette della tecnica compositiva dell'epoca. (Beatrice Fedi)
Riduci

Articolo già pubblicato in MusQ 52 (1966), pp. 183-203. ... Leggi tutto

Articolo già pubblicato in MusQ 52 (1966), pp. 183-203. Muovendo da uno studio di J. Handschin, si riprende il problema della definizione di cosa sia un tropo e il suo ruolo nella liturgia gregoriana, a partire dal IX sec. Si studiano le fonti dividendole in tre gruppi, risalenti a tre diversi periodi dello sviluppo del tropo: al primo appartengono una dozzina di mss., tra cui Verona, Bibl. Cap., XC (85); München, Staatsbibl., lat. 14843; Paris, BNF, lat. 17436; Autun, BM, S 28; Wien, ÖNB, 1609; al secondo appartengono i mss. Paris, BNF, lat. 1240 e London, BL, Add. 19768; al terzo infine una serie di mss. che costituiscono quasi delle antologie: Sankt Gallen, Stiftsbibl., 484; Paris, BNF, lat. 9448; lat. 1084; lat. 1118; Oxford, BL, Bodl. 775; Cambridge, Corpus Christi College, 473; Paris, BNF, Bibl. de l'Arsenal, 1169. (Ernesto Mainoldi)
Riduci

Ristampa anastatica dell'articolo apparso in «The ... Leggi tutto

Ristampa anastatica dell'articolo apparso in «The Musical Quarterly», 52 (1966), pp. 183-203. L'articolo consiste in una riflessione metodologica sulla definizione del tropo come genere letterario e musicale. L'indagine è condotta sulla base dei dati desumibili dai tropari: Verona, Bibl. Cap. XC (85); München, Staatsbibl., lat. 14843; Paris, B.N.F.; lat. 1084; lat. 1118; lat. 9448; lat. 1240. lat. 17436; Paris, Bibl. de l'Arsenal, 1169; Autun, Bibl. Mun., 24 (S. 28); Vienna, Nationalbibl. 1609; London, British. Libr., Add. 19768; Sank Gallen, Stiftbibl., 381; 484; Oxford, Bodleian. Libr., 775; Cambridge, Cropus Christi Coll., 473. La trattazione è illustrata da numerosi esempi musicali. (Beatrice Fedi)
Riduci