Seconda parte dell'articolo già pubblicato in «Revue bénédictine» 112 (2002) pp. 36-71 per cui cfr. MEL XXIV 4168. L'A. propone l'edizione di alcuni sermoni di Giovanni Crisostomo,
Sollemnitas martyrum,
Petrus enim primus apostolorum,
Martyrum memoriam, che sono una traduzione e un'adattazione latina dell'omelia su Pietro ed Elia (CPG 4513) e si trovano traditi in alcune collezioni patristiche medievali. Il sermone
Sollemnitas martyrum celebratur si trova solamente nel ms. di München, BSB, lat. 17059 (ff. 54r-58r), copiato in Italia settentrionale , probabilmente a Verona secondo B. Bischoff, verso la metà del IX sec. da un omeliario liturgico posteriore a Isidoro di Siviglia e proveniente dall'abbazia di Schäftlarn nell'antica diocesi di Frisinga. Il ms. contiene una serie di testi divisi in quattro sezioni e copiate da quattro copisti diversi, e non è copia di un modello anteriore, ma il contenuto di ciascuna delle sue prime tre sezioni proviene da tre fonti diverse, che sono tre raccolte omiletiche indipendenti. L'edizione qui proposta dall'A. è una ripresa di quella che era stata preparata da Verbraken e i passaggi oscuri vengono confrontati con i testi derivati
Petrus enim e
Sollemnitas sanctorum, che vengono pubblicati di seguito, dal momento che seguono esattamente il testo greco e, quindi, migliori testimoni del testo rispetto al ms. di Monaco. I principali testimoni del sermone
Petrus enim apostolorum si distinguono in due gruppi provenienti da due aree differenti. Il primo gruppo, di area bavarese, è costituito dai seguenti mss.: Troyes, BM, 853 (VIII sec. ex.); München, BSB, lat. 4547 (VIII sec. ex. o IX in.) e lat. 14368 (IX² sec.). Il secondo gruppo, di area francese, è costituito dai seguenti mss.: Clermont-Ferrand, BM, 1512 (Phillipps 21737), della seconda metà del X secolo; Berlin, SB, Phillipps 1676 (796-799 ca.); München, BSB, lat. 7953 (IX sec. ex.). A questi testimoni si aggiunge l'omeliario di Montecassino, Archivio e Biblioteca dell'Abbazia, 12 (XI sec. ex.). Il sermone
Sollemnitas sanctorum si trova nei seguenti mss.: Paris, BNF, lat. 3794 (XII sec.); Berlin, SB, theol. fol. 269 (Rose 341) del XII sec. che proviene da Maria-Laach; Bruxelles, BR, 218 (1866) del XII sec.; Paris, BNF, lat. 747 (XIII sec. in.); Nîmes, BM, 14 (XII sec.) che proviene dalla cattedrale di Nîmes. Il ms. più antico del sermone
Martyrum memoriam, Madrid, Academia de la Historia, Aem. 27 appartenente al IX secolo con tre fasi testuali, di cui l'ultima si situa alla fine del sec. XII, fanno supporre che la sua composizione sia anteriore alla copia più antica oggi conosciuta. Dal momento che in sette manoscritti su nove questo pezzo è tradito con alcuni elementi più o meno numerosi della collezione Wilmart delle 38 omelie di Giovanni Crisostomo, l'A. esamina la tradizione mss. di questa collezione (il cui testimone più antico è secondo l'A. il ms. Paris, Arsenal, 157 e non Oxford, Bodl. Libr., Laud. Misc. 452 della metà del IX sec. e proveniente da Lorsch, come riteneva Wilmart), mettendola in relazione con il sermone che in alcuni dei mss. della collezione, Vat. lat 399 (XI sec.), Douai, BM, 97 e Wien, ÖNB, 4147, viene esplicitamente attribuito a Giovanni Crisostomo, concludendo che per lungo tempo il sermone ha avuto una trasmissione indipendente prima di entrare nella raccolta crisostomiana costituita in epoca più tarda. L'A. termina il suo studio con l'analisi dell'omelia su Pietro ed Elia, soffermandosi sulle implicazioni culturali e sull'uso che di questa omelia fu fatto più tardi, dopo l'accusa di lesa maestà mossa al Crisostomo divenuto vescovo di Costantinopoli nel 398, da Teofilo d'Alessandria e dai suoi seguaci, dagli accusatori del vescovo e dai suoi amici in Africa e a Costantinopoli.
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