La traduzione francese di Jean Le Fèvre (1320 ca.-1380 ... Leggi tutto

La traduzione francese di Jean Le Fèvre (1320 ca.-1380 ca.) - giurista e procuratore del parlamento di Parigi - dei Disticha Catonis, conservata in 38 manoscritti del XV secolo e numerose edizioni, rappresenta un caso particolarmente felice per lo studio dell'articolazione della mise en page di opere in cui si registra una interrelazione fra testo volgare e citazioni latine. Preliminarmente si offre un breve excursus sul testo latino dei Disticha e le loro traduzioni francesi, con quella di Le Fèvre che si distingue dalle altre per la presenza del latino: il testo della traduzione è preceduto dall'incipit di quello latino, messo visualmente in evidenza sfruttando le stesse modalità di glossatura dei manoscritti universitari (rubriche, sottolineature in rosso, tratti di penna, cambiamento di modulo, etc.). Probabile in questo senso l'influenza della sua familiarità con i manoscritti giuridici, in cui la lemmatizzazione era assai frequente. Questa mise en page, conservando il latino, rivela la struttura del testo-fonte utilizzato. Si pone una serie di problemi: il modello riproduce il disegno originale di Le Fèvre o è dovuto ai copisti? La traduzione era destinata a soppiantare il testo latino o doveva costituire un aiuto alla sua comprensione? Probabilmente i manoscritti che conservano solo il testo francese rappresentano una degradazione della mise en page così come concepita dall'autore, e forse del suo programma pedagogico, per il quale la presenza della traduzione poteva essere un ausilio all'apprendimento del latino e alla memorizzazione della morale. In appendice: prologo e epilogo dal ms. Reims, BM, 615; lista provvisoria dei manoscritti che testimoniano la traduzione contenente testo o lemmi latini; lista provvisoria dei manoscritti che contengono solamente la traduzione. I manoscritti che trasmettono anche il testo latino dei Disticha sono segnalati nell'indice del presente volume di «Medioevo latino». (Marta Materni)
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