Il volume presenta l'edizione critica del
De fide (pp. 5-137) e di altre tre opere che a esso spesso si accompagnano nella tradizione manoscritta: l'inno
Adesto lumen verum (ed. alle pp. 138-43), una
Confessio (ed. alle pp. 144-7) e le
Quaestiones de sancta trinitate, un piccolo trattatello in forma dialogica tra Alcuino e il discepolo Fredegiso (ed. pp. 149-62). Il
corpus, presumibilmente originario dello scriptorium di Tours, comprende, inoltre, il
De ratione animae, un'epistola indirizzata a Gundrada, sorella di Adalardo di Corbie che l'editore non pubblica in quanto commissionata separatamente per la stessa collana. Le opere vennero scritte da Alcuino dopo la campagna di Carlo Magno contro i Sassoni (
terminus post quem il concilio di Aquisgrana dell'802) per la conversione di questi ultimi. Le principali fonti risultano Agostino e Fulgenzio di Ruspe, ma sono citati anche Mario Vittorino, Isidoro di Siviglia e Leone Magno. La
recensio individua due redazioni del
De fide; la prima composta da cinque subarchetipi: alpha (Verdun, BM, 67 del secondo terzo del sec. IX, Paris, BNF, lat. 2826 del primo quarto del sec. IX e lat. 2849 della prima metà del sec. IX); beta (Karlsruhe, BLB, Aug. perg. 18 di Reichenau dei primi anni del sec. IX, Valenciennes, BM, 195 del primo quarto del sec. IX, München, BSB, Clm 14510 del primo quarto del sec. IX, Zürich, ZB, Rh. 102 del sec. X, Freiburg i.Br., UB, 147 del sec. X ex.-XI in.); gamma (Sankt Gallen, Stiftsbibl., 272
ante 806, Ivrea, Bibl. Capitolare, 16 del secondo terzo del sec. IX, München, BSB, Clm 28140 del secondo quarto del sec. IX); delta (München, BSB, Clm 15813 dell'810 circa, Sankt Gallen, Stiftsbibl., 276 della seconda metà del sec. IX, Angers, BM, 279 del secondo quarto del sec. IX); epsilon (Avranches, BM, 109 del sec. X, Wolfenbüttel, HAB, Helmst. 1045 della metà del secolo IX). La seconda redazione è costituita parimenti da cinque rami: zeta
1 (Vat. Reg. lat. 231 databile tra l'820 e l'830, Troyes, BM, 1165 del sec. IX ex., Saint-Mihiel, BM, 29 del sec. IX ex.-X in.,); zeta
2 (Roma, Casanatense., 641 databile all'811-812, Milano, Ambrosiana, S 17 sup. del sec. X ex.- XI in.); zeta
3 (Montpellier, BU, Sect. Médecine H.141 sec. IX in., Gent, Bibl. der Rijksuniversiteit, 324 del secondo-terzo quarto del sec. IX, Paris, BNF, lat. 2341 dell'843, Leiden, Bibl. der Rijksuniversiteit, BPL 173 della prima metà del sec. X); zeta
4 (München, BSB, Clm 14614 dell'820-830, Wolfenbüttel, HAB, Weiss. 3 [
recte 93] della metà del sec. IX, Würzburg, UB, M.p.th.f. 58 del secondo quarto del sec. IX, Troyes, BM, 1528 del sec. IX in., Göttingen, UB, theol. 99 del terzo quarto del sec. X, Salisbury, Cathedral Libr., 165 sec. XII ex., Madrid, BN, 373 sec. XI); zeta
5 (Autun, BM, 36 [S. 40] del secondo terzo del sec. IX, Paris, BNF, lat. 2849 A del sec. IX ex., e lat. 2390 del sec. XI ex.-XII in.). Non collocabili nello
stemma codicum sono i seguenti testimoni: London, BL, Harley 4980 del primo quarto del sec. IX, München, BSB, Clm 14510 dell'826-827 e Verona, Bibl. Capitolare, LXVII del sec. IX in. Da segnalare un errore nello
stemma codicum: nel subarchetipo zeta
4a è riportata erroneamente la sigla
M1 (ovvero il monacense Clm 14510); si tratta invece del testimone Clm 14614 (siglato
M2). (Lucia Castaldi)
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