L'A. propone l'esame dei fogli iniziali e finali di un gruppo di manoscritti realizzati fra la fine del IX e l'inizio del XII secolo nella Penisola Iberica, volto allo studio storico delle strategie di «incorporamento» dei testi nei manufatti. L'ampiezza della materia iconografica e la complessità della relazione fra immagini e scrittura necessitano di questa delimitazione crono-geografica, che per la parte settentrionale della Penisola Iberica (regioni di León, Castiglia e Navarra) apre la strada a un'indagine inedita; non mancano codici relativi ad altre aree iberiche, come la Galizia occidentale o l'Andalusia, particolarmente interessata dall'islamizzazione. Centro privilegiato della produzione manoscritta iberica sono i monasteri maschili benedettini, mentre a livello tematico e tecnico risalta la contrapposizione fra ambienti cristiani e islamizzati, che incide anche sui contenuti dei libri e lascia trasparire il motivo della lotta armata: la fondazione di monasteri, infatti, era un mezzo di appropriazione e consolidamento territoriale. Dopo un preambolo storico-culturale nel quale l'A. rende conto di questi elementi, dettagliandoli ulteriormente, i capitoli successivi sviluppano alcuni aspetti della tematica, trattando le caratteristiche dei manoscritti descritti nel cuore dello studio (catalogo). Il secondo capitolo parla dunque di autorialità, illustrando come in alcuni volumi entrino in scena l'ispirazione dello Spirito Santo e la dicitura apocalittica dell'
Alpha et Omega; il terzo esamina la concezione dello «spazio sacro» della pagina manoscritta, dove si esaminano i significati e le funzioni delle croci ivi rappresentate; il quarto capitolo indaga diverse tipologie di labirinto e delle relative soluzioni e interpretazioni proposte nei manoscritti - in questo contesto l'A. tratta della concezione di ordine (umano e divino) e disordine e dell'importanza dei confini. Il quinto capitolo mostra le diverse tipologie che il manoscritto assume in qualità di contenitore, in cui i fogli di apertura e di chiusura rivestono un particolare significato culturale, che varia anche a seconda dei contenuti. Questa sezione struttura diverse riflessioni che intrecciano generi letterari e filosofia del libro: si parla ad esempio del confine fra storia e interpretazione, fra umano e divino (testuale e iconografico) nel diritto canonico, quindi del concetto di distanza e vicinanza, ma anche delle «fasi di lavoro» leggibili nella materialità apparentemente statica del manoscritto. La trattazione non poteva che essere chiusa da una riflessione sul codice come territorio e confine. I manoscritti considerati in questa ricca analisi sono quindi presentati nel dettaglio nel catalogo descrittivo, corredato da numerose riproduzioni fotografiche: Burgo de Osma, Archivo de la Santa Iglesia Catedral, Cod. 1; Córdoba, Bibl. del Cabildo, 1, 123; El Escorial, Real Biblioteca de San Lorenzo, &.I.3; P.I.7; P.I.8; D.I.1; D.I.2; T.II.25; Girona, Arxiu Capitular, 7 (
olim 41); León, Real Colegiata de San Isidoro, 1; 2; Bibl. de la Catedral, 6; 8; London, BL, Add. 11695; Madrid, Archivo Histórico Nacional, Cód. 1097 B (
olim 1240); Real Academia de la Historia, Cód. 22 (F. 192; 29); 33 (F. 199; 39); BNE, Ms. 1872 (
olim Vitr. 14-4); Ms. 494; Ms. 10007 (
olim Vitr. 5-2); Ms. 80; Vitr. 14-2 (B. 31); New York, Pierpont Morgan Libr., M. 644; M. 1079; Paris, BNF, lat. 8878; n.a. lat. 2169; Santiago de Compostela, BU, 609 (
olim Res. 1); Toledo, Bibl. Capitular, 11-4; Valladolid, BU, 433. Ogni voce di catalogo contempla una descrizione esterna di base e una descrizione più dettagliata dei fogli di interesse. Il volume è corredato dagli indici dei nomi di persona e luogo e dall'indice dei manoscritti. (Marianna Cerno)
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