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Viene presentato un nuovo sito, all'interno di quello della SISMEL, destinato all'edizione in formato elettronico di testi latini medievali. Lo scopo è quello di mettere a disposizione della comunità scientifica, con le necessarie garanzie di qualità, materiali inediti che, per loro natura o stato di elaborazione, si ritiene vantaggioso presentare in questo modo, poco costoso sul piano economico e più aperto a possibili miglioramenti rispetto a un'edizione cartacea. Al momento nel sito si trovano edizioni o trascrizioni di forme testuali delle seguenti opere: Odorico di Pordenone Relatio (redazione C6: ms. Saint Bonaventure, NY, Holy Name 79); Vita Proculi episcopi Veronensis (mss. Roma, Casanatense, 718; Milano, Braidense, Gerli 26); Passio Secundiani, Marcelliani et Verani (ms. Sankt Gallen, Stiftsbibl., 551); Giovanni di Mailly, Vita Abrahe et neptis eius (ms. Bern, Burgerbibl., 377); Inventio et miracula Alexandri I papae (ms. Milano, Ambrosiana, L 22 suss); Inventio et miracula Nazarii Iustinopolitani ep. (ms. Milano, Ambrosiana, L 22 sup.); Vita Iohannis Chrysostomi (ms. Firenze, Laurenziana, Strozzi 4); Nicolò Maniacutia, Vita Praxedis (ms. Vat., Santa Maria Maggiore, B); Translatio reliquiarum apostolorum Petri et Pauli ad montem Pedalem, edizione critica del testo che costituisce parte di un'opera composita di storia milanese noto come Chronica Danielis sulla base dell'intera tradizione (mss. Paris, BNF, lat. 6168; Milano, Ambrosiana, T 175 sup., S 90 sup.; Trotti 109, Trotti 199 e Trotti 230; Milano, Braidense, AD XII 32 e Morbio 73; Milano, Trivulziana, 1344; Madrid, BN, 8828; Torino, BN, H.V.37); commento inedito all'Apocalisse (mss. Cremona, Statale, 79 e Paris, BNF, lat. 16300).
Riduci

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Nella storia degli studi biblici fondamentale appare la distinzione tra Antico e Nuovo Testamento. Merita quindi una riflessione l'accostamento di due libri che sono collocati in luoghi distanti del canone ma che si trovano associati in un gran numero di manoscritti e cataloghi di biblioteche nel medioevo occidentale: il Cantico dei cantici e l'Apocalisse. L'A. studia questo fenomeno presentando innanzitutto il materiale da lui raccolto a questo proposito, citando al riguardo gli studi avviati da D. Visser, E.A. Matter, B. Smalley e, in particolare, G. Lobrichon. L'intenzione del saggio è mostrare, attraverso le testimonianze codicologiche, come i letterati medievali fossero inclini ad associare i due testi, per poi cercare di comprendere le origini e le motivazioni di questo fenomeno. L'A. fornisce quindi un ricco elenco dei cataloghi in cui Cantico dei cantici e Apocalisse appaiono insieme, suddividendo il materiale in quattro serie così distinte: menzione semplice e accostata dei due libri biblici, senza esplicita segnalazione di glosse (27 voci in cataloghi di varia provenienza); raggruppamento di testi biblici definiti come glossati (37 voci); libri in cui sono associati commenti al Cantico e all'Apocalisse (35 voci); testi glossati e commenti segnalati fianco a fianco (37 voci). Per ogni menzione è indicata la datazione e l'eventuale rinvio a un'edizione dell'inventario. L'unione dei due libri risulta diffusa a partire dagli ultimi decenni dell'XI secolo e in modo particolare nei secoli XII, XIII e XIV; appare stretto un legame con la formazione della Glossa ordinaria. Un secondo fatto rilevante è la grande dispersione geografica del fenomeno, tale da rendere difficile l'ipotesi di un'iniziativa dovuta a un solo maestro o a un ambito intellettuale locale. I risultati dell'indagine sui cataloghi è confermata dai sondaggi effettuati sui fondi di manoscritti, così suddivisi: glosse o commenti anonimi che accostano i due testi (Albi, BM, 49; Amiens, BM, L'Escalopier 1; Berlin, SB, Phillipps 1647 [Rose 8]; Cardiff, Public Libr., 2. 385; Cremona, Bibl. Statale, Fondo Governativo, 79; Durham, Cath. Libr., A.I.9; Engelberg, Stiftsbibl., 80; Erlangen, UB, 18; El Escorial, Real Bibl., b.III.10; Freiburg i.Br., UB, 92; Gent, Bibl. der Rijksuniversiteit, 196; Hereford, Cath. Libr., P.I.8; Le Mans, BM, 218; Leipzig, UB, 173; London, BL, Add. 40165; Add. 59781; Harley 3225; Royal 4.B.IV; Madrid, BN, 377; Milano, Ambrosiana, T 95 sup.; Napoli, BN, Neap. Vindob. lat. 28; Oxford, Bodl. Libr., Auct. D.4.12; Auct, D.4.13; Padova, Antoniana, 202 Scaff. X; BU, 1275; Paris, Mazarine, 130; BNF, lat. 14778; n.a. lat. 828; Rouen, BM, 638; Salzburg, Stitftsbibl. Sankt Peter, a.VII.28; Torino, BU, E.V.45; Tours, BM, 89; Vat. Reg. lat. 21; Wien, ÖNB, 1226); commenti attribuiti o attribuibili ad autori noti (Arras, BM, 720 e 1079; Cambridge, Trinity Coll., 15 [B.I.16]; Einsiedeln, Stiftsbibl., 173; Grenoble, BM, 387; Heiligenkreuz, Stiftsbibl., 259; Kraków, Jagiellonska, 1498; Laon, BM, 98; Leiden, Bibl. der Rijksuniversiteit, Voss. lat. 8° 15; Lilienfeld, Stiftsbibl., 160; London, BL, Arundel 143 e Harley 1919; Madrid, Real Academia de la Historia, Códices 80; Montecassino, Abbazia, 247; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Séction de Médecine, H 77; München, BSB, Clm 2605; Clm 6102; Clm 18665; Oxford, Bodl. Libr., Canon. bibl. lat. 62 e Laud misc. 257; Paris, Arsenal, 64 e 316; Mazarine, 691; BNF, lat. 476; lat. 15265; Praha, Archiv Prazského Hradu, 218; Roma, Alessandrina, 169; Vallicelliana, E. 60 I; Rouen, BM, 160; Siena, Bibl. Comunale, F.IV.14; Troyes, BM, 595; Uppsala, UB, C 127; Vat. Reg. lat. 50; Vic, Arxiu i Bibl. Episcopal, 28; Wien, ÖNB, 956; 1128; Wolfenbüttel, HAB, Helmst. 394; Zwettl, Stiftsbibl., 259). L'A. cita infine due stampe anteriori al 1550: l'edizione della Postilla scholastica super Apocalypsim et super Cantica canticorum, realizzata nel 1471, e quella delle Anselmi Laudunensis in Cantica canticorum et in Apocalypsim enarrationes, risalente al 1549. L'analisi dei materiali porta l'A. a ipotizzare che l'origine del legame tra Cantico dei cantici e Apocalisse sia individuabile tanto in motivazioni interne quanto esterne: da una parte si rileva la necessità di interpretare allegoricamente i due libri; dall'altra, soprattutto, sembrano acquistare notevole rilievo le finalità pratiche della lettura dei testi e il loro legame con l'insegnamento e con l'ambiente scolastico (molti gli elementi che rimandano in particolar modo alla scuola teologica di Laon). Si segnalano, infine, all'interno del discorso svolto, i rimandi all'opera esegetica di Beda e Aimone di Auxerre. Il saggio si conclude con un'appendice bibliografica. (Agnese Perego)
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