Si esamina un vasto
corpus di codici appartenuti a Tommaso Parentucelli e si considerano le singole figure di copisti che li sottoscrivono. L'A. rileva che si tratta quasi sempre di copisti non italiani e nota un'importante differenza nei codici esemplati prima dell'elezione a papa, più obbedienti al nuovo gusto grafico inaugurato da Poggio Bracciolini, e quelli commissionati durante il papato, obbedienti a un modello grafico più omogeneo, ma dall'aspetto grafico differenziato a seconda del contenuto: si preferisce la
littera textualis per manoscritti di argomento sacro o per opere patristiche, mentre prevale il modello umanistico per i testi profani. Si considerano in particolare i codici: Vat. lat. 711, 487, 490, 837, 446, 499, 269, 314, 489, 559, 187, 169, 198, 501, 541, 447, 658, 1801 e 1766. (Alessio Decaria)
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