Studio volto a ricostruire la storia della più antica biblioteca del convento di San Domenico come testimonianza non di un comune ambiente conventuale (come a lungo si è ritenuto) ma vera e propria biblioteca universitaria. A Bologna lo studium generale domenicano svolse le funzioni dell'
Universitas e, almeno a partire dalla metà del Duecento, accolse coloro che intendevano dedicarsi alla teologia e alla filosofia mantenendo la propria autonomia e nello stesso tempo avendo continui e frequenti contatti con l'
Universitas scholarium. Secondo l'A. l'opinione circa la scarsa importanza della città come centro di studi teologici e filosofici prima del 1360 (anno di fondazione della facoltà di Teologia a Bologna) è data dal fatto che mancano ricerche sull'attività più preziosa: l'antica raccolta libraria. Lo studio riporta in due diversi inventari, il primo degli anni Settanta del Trecento, il secondo del primo decennio del Cinquecento, l'elenco dei libri posseduti destinati alla preparazione per la predicazione, all'ascolto della confessione e alla lotta contro le eresie; l'elenco delle opere teologiche di maestri secolari, di maestri degli ordini mendicanti attivi a Parigi e alla scuola di Oxford, e l'elenco di opere di filosofia. I libri elencati nell'inventario provano che San Domenico fu sede di uno studium in grado di offrire una preparazione in campo teologico e filosofico di alto livello ed ebbe maestri che seppero offrire strumenti - ovvero testi - aggiornati e di grande valore scientifico. L'A. cita il
Moralium dogma philosophorum di Guglielmo di Conches, il
Compendium sensus litteralis totius Sacrae Scripturae del francescano Pietro Aureoli, conservato nell'attuale ms. Bologna, BU, 1517, il
De fide catholica contra Iudaeos (ms. Bologna, BU, 1771), le
Sententiae (ms. Bologna, BU, 1736 e Bibl. dell'Archiginnasio, A 918), i
Synonima e le
Etymologiae di Isidoro di Siviglia. I commenti di Tommaso d'Aquino alla
Physica e alla
Metaphysica di Aristotele (ms. Bologna, BU, 1655), quello di Alberto Magno alla
Physica. Nel convento di Bologna si conservavano anche le
Summae: quella di Tommaso Bradwardine (
De causa Dei contra Pelagium), quella di Enrico di Gand, conservata nel ms. Vat. lat. 854, la
Summa de homine di Alberto Magno e dello stesso la
Summa theologiae sive de mirabili scientia Dei (ms. Bologna, BU, 1502), il
Liber qui dicitur Universum di Guglielmo di Alvernia, la
Summa di Goffredo di Poitiers, un allievo di Stefano Langton, conservata nel ms. Bologna, Archiginnasio, A 1036 e le
Postille super XII prophetas minores di Alberto Magno, attuale Bologna, BU, 1538. La raccolta di commenti alle
Sentenze di Pietro Lombardo, di Riccardo Fishacre (ms. Bologna, BU, 1546), di Osberto di Becford (ms. Bologna, Archiginnasio, A 1024), di Enrico de Cervo (ms. Bologna, Archiginnasio, A 1029) di Alessandro di Hales (Bologna, Archiginnasio, A 920), di Giovanni Went (ms. Bologna, Archiginnasio, A 939) e di Riccardo Kilvington (ms. Bologna, Archiginnasio, A 985). Il più antico inventario della biblioteca conventuale di San Domenico di Bologna è stato copiato nel
Campione II, attualmente conservato nell'Archivio di Stato di Bologna: Bologna, Archivio di Stato, Archivio di S. Domenico 240/7574,
Campione II,
Liber possessionum conventus Predicatorum de Bononia, ff. 94r-97v. Oltre a quello trecentesco, esiste anche l'inventario dei libri di San Domenico realizzato dall'umanista Fabio Vigili agli inizi del sec. XVI, pubblicato in modo integrale nell'edizione di M.H. Laurent
Fabio Vigili et les bibliothèques de Bologne au debut du XVIe siècle après le ms. Barb. lat. 3185 Città del Vaticano 1943, che offre indicazioni sui testi traditi, e segnala una ottantina di manoscritti superstiti, conservati nelle biblioteche bolognesi.
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