L'articolo si struttura in due parti: un'introduzione al
Liber de ordine creaturarum e una traduzione inglese del testo stesso, un anonimo trattato scritto in Irlanda nella seconda metà del VII secolo. Dopo aver riassunto il contenuto cosmologico e teologico dell'opera attraverso il confronto con alcuni passi del
De mirabilibus Sacrae Scripturae e del
De natura rerum di Beda, l'A. affronta il problema della tradizione manoscritta, analizzandone la datazione, gli elementi linguistici ed altri aspetti caratteristici dell'origine irlandese del testo. Anche la ricezione del
Liber de ordine creaturarum è tracciata in modo ben definito: la sua influenza si fece sentire particolarmente nella tradizione letteraria dell'Inghilterra anglo-sassone, ma ancor prima fu l'attività missionaria irlandese e l'erronea attribuzione dell'opera a Isidoro di Siviglia a garantirne la diffusione e la notorietà in gran parte dell'Europa medievale. La descrizione sommaria dei codici del
Liber de ordine creaturarum è contenuta nell'appendice alle pp. 210-22: Basel, UB, F III 15 b; Paris, BNF, lat. 9561; lat. 3848 B; lat. 2183; München, BSB, Clm 6302; Clm 6433; Bamberg, SB, Patr. 102; Bern, UB, 178; Firenze, Laurenziana, Gaddi 89 sup. 31; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 633; Troyes, BM, 423; Burgo de Osma, Bibl. de la Santa Iglesia Catedral, 101; El Escorial, Real Biblioteca de San Lorenzo, e.IV.13; Paris, Bibl. Mazarine, 625; Worcester, Cathedral Libr., F. 57; London, BL, Add. 15407; Sankt Florian, Bibl. des Augustiner Chorherrenstifts, XI.346; Zwettl, Bibl. des Zisterzienserstifts, 76 e 148; Wien, ÖNB, 1039 e 4576; Durham, UL, Dean and Chapter Mun., B.II.20; Graz, UB, 348; Cambridge, Peterhouse, 193 (1.9.7); Praha, Knihovna Metropolitní Kapituly, B. XXXIII; Oxford, Bodl. Libr., Laud misc. 345 e Ottobeuren, Bibl. der Benediktinerabtei, O 28 (II 303).
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