L'A. esamina il rapporto tra testo e immagine nei manoscritti contenenti opere storiche prodotti in ambito anglo-normanno tra 1066 e 1272. Il periodo preso in esame vede il succedersi di otto re, dalla conquista normanna d'Inghilterra nel 1066 da parte del duca Guglielmo fino alla morte del suo discendente Enrico III nel 1272. L'area geografica presa in considerazione è il mondo anglo-normanno, che comprende i territori controllati dai regnanti normanni e Plantageneti. L'A. individua nelle illustrazioni dei manoscritti contenenti opere storiche, dei precisi schemi legati al mecenatismo e una serie di funzioni volte a mettere in evidenza elementi del testo. Il capitolo 1 («Making Histories in Normandy, 1066-1204») esamina i manoscritti dal punto di vista materiale e i rapporti tra autori, copisti e artisti nel periodo che va dalla conquista normanna al 1204, anno della perdita del ducato di Normandia da parte della corona inglese. Tra le opere storiche considerate vi sono Dudone di St.-Quentino
De moribus et actis primorum Normanniae ducum (Rouen, BM, Y. 11 [1173]) e Guglielmo di Jumièges
Gesta Normannorum ducum (Rouen, BM, Y. 14 [1174] III). Viene presa in esame anche la versione dei
Gesta Normannorum ducum rivista da Orderico Vitale (
Ecclesiastica historia), a sua volta poi rivista da Roberto di Torigni. L'A. esamina creazione, sviluppo e circolazione dei testi nei manoscritti legati a Orderico e Roberto; inoltre, indaga anche manoscritti come: Dublin, NL, 700; Paris, BNF, lat. 5506 e lat. 10913; Alençon, BM, 14, 26; Rouen, BM, 31; Paris, BNF, lat. 10062. Il capitolo 2 («Text and Image: Shaping History in England, 1066-1272») esamina come e per quali ragioni testo e immagini venivano uniti nelle opere storiche prodotte in Inghilterra tra 1066 e 1272. L'A. si concentra sulla cronaca di Worcester e sui lavori di Henry di Huntingdon, Giraldo Cambrense, Rodolfo de Diceto e Matteo Paris. Si sostiene che le immagini potessero essere usate come ausilio per mediare l'impegno del lettore con il testo, attirando l'attenzione su particolari eventi e temi. La
Cronaca di Worcester in Oxford, CCC, 157 contiene tavole genealogiche e illustrazioni poste al centro della pagina; l'A. considera anche Vat. Pal. lat. 830 e London, BL, Cotton Nero C V, e le altre copie del XII secolo: London, Lambeth Palace, 42; Cambridge, CCC, 92; Dublin, Trinity Coll., 502; Oxford, Bodl. Libr., Bodley 297, Dublin, Trinity Coll., 503 e London, BL, Cotton Domitianus A VIII. L'A. analizza in particolare la realizzazione dell'illustrazione della battaglia contro gli Scozzesi del 1138 («Battle of the Standards») nei manoscritti dell'opera di Henry di Huntingdon: London, BL, Royal 14 C. II e Arundel 150; Cambridge, CCC, 139. Le immagini presenti nei manoscritti della
Topographia Hibernica e dell'
Expugnatio Hibernica di Giraldo Cambrense suggeriscono un legame con un patronato laico. I manoscritti sono: Dublin, National Libr., 700; London, BL, Royal 13 B.VIII; Cambridge, UL, Ff. 1. 27; London, BL, Cotton Tiberius B V, Arundel 14; Oxford, Bodl. Libr., Rawlinson B 483. L'A. passa poi all'analisi dei manoscritti legati a Rodolfo de Diceto, il quale tentava di incorporare un sistema di segni marginali nelle sue opere
Abbreviationes chronicorum e
Ymagines historiarum in London, BL, Cotton Claudius E III; Lambeth Palace, 8; BL, Royal 13 E. VI; Cambridge, CCC, 76; London, BL, Add. 40007 e BL, Cotton Otho D VII. L'A. analizza poi l'attività di Matteo Paris, il quale a St. Albans trovava l'
Historia regum Anglorum di Goffredo di Monmouth (London, BL, Royal 13 D V), i
Flores historiarum di Ruggero di Wendover e i
Chronica di Giovanni di Wallingford (London, BL, Cotton Julius D VII). L'A. esamina i
Chronica maiora di Matteo Paris in Cambridge, CCC, 26, 162 e London, BL, Royal 14 C VII, che contengono immagini simili a quelle di London, BL, Arundel 157 e Royal 2 A XXII. Si analizza anche Dublin, Trinity Coll., 177, contenente materiale in inglese prodotto a St. Albans. Dopo aver indagato le problematiche del coinvolgimento di MatteoParis nella produzione dei manoscritti, l'A. affronta il tema delle aggiunte a copie del suo lavoro dopo la sua morte in: Manchester, Chetham's Libr., 6712; Cambridge, UL, Ee, 3. 59; London, BL, Cotton Nero D V; Cambridge, CCC, 16. Il capitolo 3, «Documents, Documentation, and the Making of History Books», si concentra sui cartolari (Avranches, BM, 210 e 159; London, BL, Cotton Claudius C. IX; Auxerre, BM, 227; Angers, Archives départementales de Maine-et-Loire, H 1773) ed esamina l'uso di documenti legali ed epistole in unione a immagini che avevano lo scopo di conferire autorevolezza ai resoconti storici. L'A. prende poi in esame il
Domesday Book, nei cui manoscritti le immagini enfatizzano il tema della regalità: in particolare nel ms. Exeter, Cathedral Libr., 3500. L'uso delle
rotae è individuato in London, BL, Cotton Vitellius E XVII (f. 28), che contiene l'opera storica di Ruggero di Howden (
Gesta regis Henrici II). L'A. riscontra l'uso di immagini inserite per dare autorevolezza al testo in London, BL, Cotton Claudius B VI; Cambridge, CCC, 111; London, BL, Cotton Domitianus A II. L'A. quindi analizza il rapporto tra documenti e parti narrative nella rielaborazione dei
Gesta abbatum effettuata da Matteo Paris in London, BL, Cotton Nero D I. Altri manoscritti considerati sono: Dublin, Trinity Coll., 177; Cambridge, CCC, 16; London, BL, Royal 14 C VII. L'A. conclude affermando che le immagini aiutano a mettere in evidenza parti del testo, spesso sottolineando relazioni con patroni aristocratici e regi. Il capitolo 4 («Charting History») esamina il diverso uso delle immagini e della configurazione della pagina attraverso i diagrammi per quanto concerne le genealogie; in unione con le immagini, i diagrammi aiutavano a contestualizzare la materia. Le genealogie, bibliche e dinastiche inglesi, con l'immagine di Woden e dei suoi figli, servivano a costruire il passato alla luce del presente nei secoli XII e XIII, in opere quali
De primo Saxonum adventus e
Compendium historiae in genealogia Christi. I manoscritti esaminati sono: Paris, BNF, lat. 15009; Oxford, CCC, 157; Dublin, Trinity Coll., 502; Oxford, Bodl. Libr., Bodley 297; London, Lambeth Palace, 42; Cambridge, CCC, 92; Liège, UL, 369; London, BL, Cotton Caligula A VIII; Cotton Domitianus A VIII; Durham, Cathedral Libr., B II 35; London, BL, Cotton Claudius D VI; Cambridge, CCC, 66 e 26. I manoscritti contenenti genealogie bibliche sono: London, BL, Cotton Nero C IV; Oxford, Bodl. Libr., Gough liturg. 2; Dublin, Trinity Coll., 117; Oxford, Bodl. Libr., Auct. D. 4. 10; London, BL, Cotton Faustina B VII; Eton College 96; Liverpool, Walker Art Gallery, 12017; London, BL, Cotton Roll XIV 12; Napoli, BN, VIII.C.3; Oxford, Bodl. Libr., Ashmole 304; London, BL, Cotton Claudius B VII. L'A. conclude che i libri di storia dotati di immagini venivano creati attraverso la collaborazione di autori, copisti e artisti. Le immagini rappresentavano uno strumento per portare l'attenzione verso certi elementi del testo e aggiungere significato a un resoconto, mentre le tavole erano usate per organizzare il materiale e sottolineare temi. Inoltre, i manoscritti riccamente decorati erano prodotti per patroni aristocratici e regi. In appendice viene fornita la lista di opere storiche che si trova nel
De diversis auctoribus quo tempore scripserint di Rodolfo de Diceto in London, BL, Cotton Claudius E III (ff. 6r-9v). Il volume è stato recensito da Nadia Mariana Consiglieri in «Comitatus» 51 (2020) 257-9, da Emily A. Winkler in «The English Historical Review» 135 (2020) 172-4 e da Benjamin Pohl in «Historische Zeitschrift» 309 (2019) 732-3. (Marusca Francini)
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