Autografi dei letterati italiani. Le origini e il Trecento I cur. Giuseppina Brunetti - Maurizio Fiorilla - Marco Petoletti , Roma, Salerno 2013 pp. XV-353 tavv.
Abstract
L'opera raccoglie schede monografiche relative a carte autografe di venticinque letterati italiani attivi nei secoli XIII e XIV, da san Francesco e i primi commentatori danteschi fino a Lovato Lovati e Francesco Pipino. Particolare spazio è riservato al
corpus degli autografi boccacciani e degli esponenti della sua cerchia
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Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Scheda N: 36 - 12372
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Autografi dei letterati italiani. Le origini e il Trecento I cur. Giuseppina Brunetti - Maurizio Fiorilla - Marco Petoletti , Roma, Salerno 2013 (ISBN 978-8884028846) pp. XV-353 tavv.ISBN: 978-8884028846
Abstract
Dopo il primo volume sui letterati del Cinquecento (
Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento I a cura di M. Motolese, P. Procaccioli, E. Russo, consulenza paleografica di A. Ciaralli, Roma 2009), vede la luce il primo volume degli
Autografi dei letterati italiani dedicato alle origini e al Trecento, a cui è seguito a brevissima distanza anche l'uscita del primo tomo per i letterati del Quattrocento (
Autografi dei letterati italiani. Il Quattrocento I a cura di F. Bausi, M. Campanelli, S. Gentile, J. Hankins, consulenza paleografica di T. De Robertis, Roma 2014). Il primo volume sui secoli XIII e XIV (un secondo è in preparazione) raccoglie le schede su ventisei autori, che hanno scritto le loro opere sia in latino sia in volgare. Ogni voce si apre con una veloce presentazione della vita e delle opere del letterato considerato, focalizzata in maniera particolare sulle carte autografe identificate (siano esse manoscritti di opere, documenti, carte postillate) e su manoscritti e carte che, pur non autografi, siano riconducibili al suo scrittoio. Segue quindi una lista dei manoscritti autografi e dei manoscritti postillati, ed eventualmente dei postillati di dubbia attiribuzione. Ogni voce degli elenchi prevede una veloce descrizione del manufatto e del suo contenuto, la descrizione delle parti autografe, l'indicazione di altre mani identificate, nonché una bibliografia essenziale; è conclusa poi da una tavola di scioglimento delle sigle bibliografiche impiegate, da una nota sulla scrittura, e da un corredo di immagini. Questi gli autori censiti: Alberico da Rosciate (M. Petoletti); Albertano da Brescia (S. Gavinelli); Alberto della Piagentina (L. Azzetta, nota sulla scrittura di I. Ceccherini); Matteo (Mazzeo) Bellebuoni (L. Azzetta, nota sulla scrittura di I. Ceccherini); Bonagiunta Orbicciani da Lucca (G. Brunetti); Giovanni Cavallini (M. Petoletti); Giovanni Conversini (L. Gargan, nota sulla scrittura di M. Petoletti); Pier de' Crescenzi (A. Piacentini, nota sulla scrittura di I. Ceccherini); Adriano de' Rossi (G. Brunetti, nota sulla scrittura di M. Cursi); Nicolò de' Rossi (L. Granata); Francesco d'Assisi (A. Bartoli Langeli); Giacomo da Lentini (G. Brunetti); Iacopo della Lana (M. Petoletti); Andrea Lancia (L. Azzetta, nota sulla scrittura di I. Ceccherini); Niccolò Lanfreducci (M. Petoletti); Lovato Lovati (M. Petoletti); Mazzeo di Ricco (G. Brunetti); Neri di Landoccio Pagliaresi (M. Quaglino, nota sulla scritura di G. Pomaro); Francesco Pipino (M. Petoletti); Antonio Pucci (G. Crimi, nota sulla scrittura di M. Cursi); Giovanni Sercambi (L. Marcozzi, nota sulla scrittura di M. Cursi); Domenico Silvestri (A. Piacentini, nota sulla scrittura di I. Ceccherini); Ubaldo di Bastiano da Gubbio (E. Bertin); Filippo Villani (M. Baglio); Zanobi da Strada (lo stesso). Di particolare peso e complessità risulta la scheda dedicata a Giovanni Boccaccio, la cui sezione principale è curata da M. Fiorilla, a cui si aggiunge M. Cursi per la corposa lista descrittiva dei manoscritti (autografi, postillati e postillati di dubbia attribuzione), che, pur partendo da un'analisi della precedente bibliografia, ha comportato una revisione complessiva dei dati acquisiti con nuove ipotesi di datazione e una rivalutazione di alcuni interventi marginali precedentemente assegnati al Certaldese nella tradizione degli studi. La nota sulla scrittura, curata da M. Cursi, risulta articolata per tipologie grafiche e anche secondo le evoluzioni cronologiche; è arrichita da un'appendice sui
marginalia figurati, realizzata da M. Fiorilla. (Rino Modonutti)
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Argomenti e indici Filologia e storia del testo Albericus de Rosate n. 1290 ca., m. 14-9-1360 Albertanus Brixiensis n. 1190 ca., m. post 1253 Andreas ser Lanciae notarius n. 1290/1297, m. post 16-10-1357 Dominicus Silvestri de Florentia n. 1335 ca., m. 1411 Franciscus Assisiensis n. 1182, m. 4-10-1226 Iohannes Boccaccius n. 1313, m. 21-12-1375 Iohannes Caballini de Cerronibus v. 1325-1349 Iohannes Conversini de Ravenna n. 1343, m. 1408 Lupatus de Lupatis n. 1240 ca., m. 7-3-1309 Nicolaus de Lanfreducciis n. 1346, m. 1412 Paleografia Petrus de Crescentiis n. 1233 ca., m. 1320 ca. Ubaldus Bastiani de Eugubio fl. saec. XIV ante med. Zenobius de Strata Florentinus n. 1312, m. 1361
Studiosi: Azzetta, Luca Baglio, Marco Bartoli Langeli, Attilio Bausi, Francesco Bertin, Emiliano Campanelli, Maurizio Ceccherini, Irene Ciaralli, Antonio Crimi, Giuseppe Cursi, Marco De Robertis, Teresa Gargan, Luciano Gavinelli, Simona Gentile, Sebastiano Granata, Leonardo Hankins, James Marcozzi, Luca Motolese, Matteo Piacentini, Angelo Pomaro, Gabriella Procaccioli, Paolo Quaglino, Margherita Russo, Emilio
Scheda N: 37 - 5183
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Nicola Ballestrin Antenore e le origini cittadine in Giovanni da Nono Medioevo veneto, medioevo europeo. Identità e alterità . Atti del convegno, Padova 1 marzo 2012 cur. Zuleika Murat - Sabina Zonno , Padova, Padova University Press 2014 (Medioevo veneto, medioevo europeo. Identità e alterità [Me.Ve]) pp. 200, 39-48
Abstract
Il saggio analizza la meno studiata delle tre opere note del padovano Giovanni da Nono, il
De hedificatione urbis Patolomie ad montem Braicidanum idest montem Rubeum , un vero e proprio romanzo sull'edificazione di una proto-Padova a opera del greco Dardano. Proprio l'origine greca di Dardano, saldamente troiano nella tradizione leggendaria, costituisce un nodo interpretativo centrale, che può essere sciolto in relazione al rapporto che la sua figura ha nell'opera con il mitico fondatore di Padova, Antenore. Nella città che su iniziativa dei preumanisti, Lovato Lovati
in primis , stava attuando un progetto di riabilitazione della figura del traditore Antenore, Giovanni da Nono, estraneo alla cultura protoumanistica, sceglie di lavare l'onta della fondazione della sua patria da parte di un traditore, non riscattandone la vicenda, ma proponendo un diverso mito di fondazione. (Rino Modonutti)
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Argomenti e indici Scheda N: 38 - 2627
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Giuseppe Billanovich Gli storici classici latini e le cronache italiane del Due e Trecento La storiografia umanistica. Atti del Convegno internazionale di studi (Messina, 22-25 ottobre 1987) cur. Anita Di Stefano - Giovanni Faraone - Paola Megna - Alessandra Tramontana , Messina, Sicania 1992 pp. 490, 501-896, 362, I 39-58
Abstract
Il recupero delle fonti classiche non deve essere considerato come merito esclusivo dell'Umanesimo, ma va attribuito, con modalità e finalità diverse, già agli scrittori del medioevo. In primo piano le opere di Valerio Massimo, Livio, Giustino, Plinio il Vecchio, Seneca, Agostino e Girolamo e i loro «scopritori», Lovato, Teuzone, Riccobaldo, Albertano, Niccolò Trevet, che spesso ne fornirono nuove edizioni e dettagliati commenti. (Mariarosa Cortesi)
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Argomenti e indici Storiografia Albertanus Brixiensis n. 1190 ca., m. post 1253 Augustinus Aurelius, Fortleben Hieronymus Stridonius, Fortleben Iustinus historicus, Fortleben Livius, Fortleben Lupatus de Lupatis n. 1240 ca., m. 7-3-1309 Nicolaus Trevet n. 1258 ca., m. 1334 ca. Plinius Maior, Fortleben Ricobaldus Ferrariensis n. 1245 ca., m. 1318 ca. Seneca philosophus, Fortleben Teuzo monachus et diaconus saec. XI Valerius Maximus, Fortleben
Scheda N: 15 - 4376
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Giuseppe Billanovich Il Livio di Pomposa e i primi umanisti padovani Bibliofilia 85
(1983)
125-48
Abstract
Lovato Lovati, precursore degli Umanisti padovani, conosce molto presto un vasto
corpus di Decadi di Livio. È interamente suo il ms. British Library, Add. 19906, contenente l'Epitome di Giustino alle Storie Filippiche di Pompeo Trogo e la sezione finale del
De temporum ratione di Beda; le sue postille a Giustino richiamano costantemente Livio, I, III e IV Decade. La collezione di Lovato è sfruttata più tardi da Albertino Mussato, Riccobaldo, Benzone d'Alessandria, Guglielmo da Pastrengo; inoltre dai suoi codici si generano copiose famiglie che giungono ai primi del Trecento ad Avignone, dove suscitano grande interesse. Il Lovati sfruttava per i suoi studi la biblioteca della vicina Pomposa per la quale possediamo, redatto dal monaco Enrico, un inventario dei settanta volumi procurati dall'abate Girolamo (1078-1106 ca.), tra cui le tre Decadi di Livio, Giustino, Beda e le tragedie di Seneca (oggi Biblioteca Laurenziana 37, 13; tradizione unica di cui entra in possesso il Lovati). Attraverso un esame di archetipi e subarchetipi, l'A. sostiene che i monaci di Pomposa ottengono la III e la IV Decade probabilmente dalla Biblioteca del Laterano.
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Argomenti e indici Livius, Fortleben Albertinus Mussatus n. 1261, m. 1329 Beda Venerabilis n. 672/673 ca., m. 26-5-735 Bentius Alexandrinus cancellarius n. 1270 ca., m. 1337 Guillelmus de Pastrengo n. 1290 ca., m. 30-8-1362 Henricus Pomposianus clericus v. 1092-1105, m. ante 1147 Iustinus historicus, Fortleben Lupatus de Lupatis n. 1240 ca., m. 7-3-1309 Pomposa (Ferrara), Biblioteche Ricobaldus Ferrariensis n. 1245 ca., m. 1318 ca. Seneca philosophus, Fortleben
Luoghi: Avignon Pomposa (Ferrara)
Manoscritti
Scheda N: 6 - 3219
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-il-livio-di-pomposa-e-i-primi-umanisti-padovani/27712
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Giuseppe Billanovich Il primo umanesimo italiano: da Lovato Lovati a Petrarca Pratiques de la culture écrite en France au XVe siècle . Actes du Colloque international du CNRS. Paris, 16-18 mai 1992 organisé en l'honneur de Gilbert Ouy par l'unité de recherche «Culture écrite du Moyen Age tardif» cur. Nicole Pons - Monique Ornato , Louvain-la-Neuve, Fédération internationale des Instituts d'études médiévales (FIDEM) 1995 (Fédération Internationale des Instituts d'Etudes Médiévales (FIDEM). Textes et études du moyen âge 2) pp. XV-592, 3-12
Abstract
Sintetizza il contributo padovano, da Lovato Lovati ad Albertino Mussato, alla riscoperta ed alla valorizzazione umanistica dei testi classici, rilevando come già in questo contesto si anticipi quel recupero e quello studio dei manoscritti che costituirà un aspetto essenziale dell'umanesimo petrarchesco. (Iolanda Ventura)
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Argomenti e indici Scheda N: 17 - 2382
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-il-primo-umanesimo-italiano-da-lovato-lovati-a-pe/285399
Giuseppe Billanovich Il testo di Livio. Da Roma a Padova, a Avignone, a Oxford IMU 32
(1989)
53-99
Abstract
Estesa e particolareggiata esplorazione della tradizione di Livio nel medioevo: dalla biblioteca papale di S. Giovanni in Laterano, alla fine del sec. XI i codici delle
Decadi passarono al monastero di Pomposa dove, tra il 1280 e il 1290, furono ritrovati da Lovato Lovati. Illustrando l'interesse per Livio nella Roma dei secc. XI-XII, l'A. si sofferma, tra gli altri, sui mss. Vat. lat. 1984 e 1984 A, prodotti in ambito scolastico (sec. XI-XII) e contenenti compendi abbreviati e adattati di storia classica (e papale) e leggende classiche, alcuni dei quali sono etichettati con il nome
Libius . Dai codici l'A. pubblica tre carmi - già noti - di argomento troiano. Nell'ultima parte dell'articolo l'A. inquadra la produzione dei commenti ai classici (Seneca, Livio, Boezio) di Niccolò Trevet nell'ambito dei rapporti che il domenicano intrecciò in Italia negli ultimi anni del Duecento. In particolare, si sofferma sul problema dell'identificazione del destinatario del commento al
De consolatione di Boezio, dedicato a un amico Paolo: pur non escludendo che si tratti, come si ritiene correntemente, di Paolo Pilastri, l'A. propone di identificarlo con Paolo da Perugia.
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Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 13 - 2568
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