Monografia sui codici latini calabresi che sancisce, dopo il saggio dello stesso A. (cfr. MEL VII 4750), la ripresa degli studi sulla produzione grafica latina sia dell'area italiana meridionale rispetto a quella di attestato uso della beneventana, sia dell'intera cultura italo-meridionale successiva al tramonto della beneventana. Lo studio dapprima appronta, sulla base della letteratura gioachimita (la
Virtutum beati Johachimi Synopsis di Luca da Casamari,
Miracula e
Gesta admirabilia della metà del '200, fonti documentarie) «una prima e provvisoria mappa dei possibili centri scrittori della Calabria settentrionale», che comprende Corazzo, la Sambucina, Cosenza, Fiore, oltre a Sant'Angelo de Frigilo, già individuato e illustrato da A. Pratesi. Successivamente l'A. prende in esame i codici e le testimonianze sambucinesi (la
Regula Benedicti di Casamari approntata per la comunità di Santa Maria della Sambucina tra 1204-1224; una
Regola benedettina nella recensione cisterciense e un acefalo
Martirologio d'Usuardo, entrambi contenuti nel ms. Vat. Ottob. lat. 575, localizzato per la prima volta e datato dall'A.; il ms. Oxoniense, Bodleian Library, Canon. patr. lat. 158; un importante testimone dell'opera gioachimita, il cod. 322 della Biblioteca Antoniana di Padova; i
Commentaria di Ugo di S. Vittore al
De coelesti hierarchia dello pseudo-Donigi, contenuti nel Vat. lat. 179, questi ultimi appartenuti all'
armarium della Sambucina, ma non vergati nella stessa comunità) e i prodotti, finora non noti come tali, del centro scrittorio presso la cattedrale cosentina (il ms. Corsiniano 797, recante il
Liber de concordia Novi et Veteris Testamenti di Gioacchino, e i codici gioachimiti Vat. Chig. A.VIII.231 e Oxford, Corpus Christi College, 255 A), fornendone un'ampia analisi codicologica-paleografica e un buon supporto illustrativo. Il lavoro rappresenta un contributo, limitatamente all'Italia meridionale, alla conoscenza in Italia della tipologia libraria cisterciense
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