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Nel riconsiderare alcune categorie storiografiche, l'A. manifesta alcune perplessità nei confronti dello stereotipo diffuso che vuole la società medievale fortemente consuetudinaria e nel contempo condizionata dall'incontro/scontro tra la tradizione romanistica europea e le leggi germaniche. La cultura romana di governo, prettamente giuridica, trapela dai testi normativi delle prime esperienze cenobitiche, ad esempio il De institutis coenobiorum di Giovanni Cassiano. La collezione canonica Dionysiana rappresenta l'opzione giuridica con cui si scelse di governare la società cristiana, mentre la successiva Regula benedettina e le collezioni canoniche come l'Hispana dimostrano la diffusa necessità in Occidente di un livello normativo per la vita dei fedeli e per l'organizzazione del clero e dei cenobiti, che si differenziasse dal livello normativo statale. Alle regole monastiche, in Occidente, fece da «pendant» il Liber regulae pastoralis di Gregorio Magno, con la sua proposta normativa indirizzata ai vescovi. Dopo la disamina di tali testi, l'A. può affermare che «in Occidente l'eterogeneità e concorrenzialità delle situazioni politiche favorì la creazione ... di più diritti concorrenti e non solo per lo spazio della loro diffusione, ma anche per l'autorevolezza della loro fonte» (p. 21). (Laura Rossi)
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Suite de l'article cité dans MEL VIII 910. A la suite d'un travail de datation des divers sermons augustiniens et non augustiniens dont il trouve trace dans les deux compilations Contra Philosophos et Contra Iudaeos, l'A. conclut que ces dernières sont apparues entre 500/550 et 1150/1250 (il donne en apparat les variantes des sermons par rapport au texte des Compilations). Il décèle ensuite des ressemblances dans le mode de travail d'Isidore de Séville et celui du compilateur. Ce dernier aurait utilisé lui-même des compilations. L'examen de divers points concernant le genre littéraire, le choix des extraits et les idées développées plaide en faveur d'une origine de ces compilations dans l'Antiquité tardive, au VIe ou au VIIe s., et vraisemblablement en Italie. L'auteur était un théologien de formation philosophique, augustinien, proche du cercle de Cassiodore, et qui aurait écrit pour une communauté spirituelle, peut-être un monastère. Mais aucun des écrivains examinés par D. Aschoff comme pouvant être l'auteur de ces compilations (Cassiodore, Eugippe et Denys le Petit) ne peut être retenu. Le compilateur reste anonyme. Bibliographie (pp. 136-51). Selon Jean-Paul Bouhot, «Revue des études augustiniennes» 34 (1988) 407, la datation proposée (vers le milieu du VIe s.) est trop haute, car l'une des sources du Contra Iudaeos paraît être l'homéliaire de Saint-Pierre du Vatican, compilé vers 650. L'édition de ce florilège anti-juif serait souhaitable
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Traduzione italiana di Griechisch-lateinisches Mittelalter. Von Hieronymus zu Nikolaus von Kues Bern-München 1980 (cfr. MEL VIII 4382), arricchito di sensibili aggiunte nel testo e nelle note e aggiornato nella bibliografia. Il libro si compone di 12 capitoli: il I ripercorre sinteticamente la storia degli studi sulla conoscenza del greco in Occidente dall'Umanesimo ai giorni nostri; il II esamina il significato e il valore attribuito alla lingua greca nel medioevo occidentale; il III e il IV sono dedicati all'età tardoantica (il neoplatonismo e Dionigi ps. Areopagita, la Vetus latina, Rufino, Gerolamo, Agostino, le Vitas patrum, Sulpicio Severo, Giovanni Cassiano e il Corpus giustinianeo); il V e il VI riguardano l'Italia sotto la dominazione gotica (Boezio, Simmaco, Prisciano, Cassiodoro e Dionigi il Piccolo) e durante l'epoca bizantina (Gregorio Magno e i papi greci), la Spagna (Isidoro di Siviglia), l'Irlanda e l'Inghilterra (Aldelmo e Beda); il VII e l'VIII considerano la Gallia merovingia e la rinascita carolingia (Paolo Diacono, i Libri Carolini, Ilduino di Saint-Denis, Giovanni Scoto Eriugena, Abbone di Saint-Germain, Sedulio Scoto, la scuola capitolare di Laon e le scuole monastiche di Auxerre, S. Gallo e Reichenau); il IX studia l'Italia nei secc. IX e X (Anastasio Bibliotecario e la scuola napoletana) e il X l'età ottoniana (Liutprando di Cremona, Gerberto di Aurillac, i centri di Treviri, Echternach, Metz, Colonia, Essen, Regensburg e Bamberga); l' XI affronta il periodo tra il 1054 e il 1204, con particolare attenzione alle traduzioni scientifiche e filosofiche operate in Italia meridionale, a Venezia, a Pisa e nella Sicilia normanna (Costantino Africano, Alfano di Salerno, Giacomo Veneto, Anselmo di Havelberg, Giovanni Afflacio, Burgundione da Pisa, Ugo Eteriano, Leone Tusco, Enrico Aristippo e Giovanni Saraceno); il XII è dedicato al sec. XIII (Ruggero Bacone, Eberardo di Béthune e Giovanni di Garlandia) e al primo Umanesimo. Seguono ampia bibliografia e indici. L. Wankenne in «Revue bénédictine» 100 (1990) 591-2 ricorda che la lettera di Severo di Minorca sulla conversione dei Giudei nel V sec., considerata dall'A. un falso del VII sec., è stata dimostrata autentica e datata al 418 in un saggio della stessa «Revue bénédictine» nel 1987. A.-M. Turcan Verkerk, in «Revue des études augustiniennes» 36 (1990) 203-6, osserva che l'A. ha riservato poco spazio alle influenze greche sul pensiero medievale. R. Maisano in «Koinonia» 13 (1989) 190-2, segnala che le due opere settecentesche di G. Gradenigo, utili per la storia degli studi greci in Italia e citate, come introvabili alle pp. 13-4, sono in realtà possedute dalla Biblioteca Nazionale di Napoli. Osservazioni critiche di G. Polara in «Studi medievali» 30 (1989) 271-5. Pierre Hamblenne in «Scriptorium» 45 (1991) 12*-3* note que le complément le plus substantiel porte sur les mss., suggère quelques additions bibliographiques, pense que l'A. aurait dû relativiser le poids de la culture grecque aux temps de Jérôme et d'Augustin en entégrant les travaux de E. Lübeck et H. Hagendahl; apporte des compléments et des corrections à l'index des mss. (Luca Robertini)
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A signaler dans ce catalogue d'exposition de certains ... Leggi tutto

A signaler dans ce catalogue d'exposition de certains mss. de la Biblioteca Central de la Diputació de Catalunya de Barcelona les numéros suivants: 945 (Dionysius Exiguus, Catalogne, Xe s.), 584 (Remigius Autissiodorensis, d'origine italienne, XIe s.) et 1845 (Horatius, probablement d'origine catalane, XIIe s.)
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