Descrizione diretta
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 530
sec. XIII primo quarto data stimataNote datazione A f. 2r marg. sup. l'indicazione di mano del copista: Anno dominice incarnationis MCCXXIII, indictione XI. Epacta lunarum XVII, aureus numerus VIII può essere considerata orientativaLuogo di copia Lucca (?) (sec. XIII primo quarto) membr. ff. IV, 160, III'; cartulazione a matita, nel margine superiore esterno, 1-161, che include anche la guardia antica (num. 1); f. IV membr., coevo al codice e riutilizzato (vd. testo nr. 1), numerato di recente a matita nel marg. sup. est. 1; ff. I-III, I'-III' cartacei, coevi alla legatura; segnata rec. I la prima guardia anteriore e I' la prima posteriore; non numerate le altre; solidali ai rispettivi contropiatti le guardie III e I'; fascicoli 1-20 (8): fascicoli regolari; stando alla loro numerazione, che salta dal XIV al XVII, si è verificata una caduta dopo il f. 113; numerazione dei fascicoli in numeri romani, nel margine esterno, sulla prima riga del primo foglio, I-XIIII, XVII-XXII; la numerazione è stata inserita in un secondo tempo, anche se presumibilmente dal copista stesso, in quanto l'insieme è di lunga lavorazione con evidenti discontinuità grafiche; assenti i richiami dimensioni: 255 x 184; specchio di scrittura: 25 [174] 54 x 22 [116] 46 (f. 14r); rr. 27 /ll. 27 (ma al f. 14r rr. 26/ll. 26), rigatura a secco: tracce di colore in alcuni fogli (es. 48v-49r, 138r, 161r); presente la foratura continua (fori di sezione triangolare e di sezione tonda)note generali sulla scrittura: nel manoscritto si segue una sola mano - con eccezione di alcuni testi aggiunti su fogli rimasti in origine bianchi - in minuscola carolina di transizione; si rilevano l'alternanza tra d onciale e d diritta, et in nota tachigrafica e in forma estesa, s diritta e s tonda in fine di parola); alla mano del monaco camaldolese che alla fine del sec. XIII vergò a f. 3r la nota di possesso dell'Eremo si ascrive la copia delle due Lectiones dal Vangelo di Luca nel verso del f. 1 (in origine carta di guardia) e al f. 49v, rr. 16-21, e dei marginalia in rosso ai ff. 22v, 28v, 38v, 39r; il miracolo di s. Paolo estratto dai Miracula di Gregorio di Tours, trascritto al f. 49r r. 21-49v r. 15, all'apparenza sembra di mano diversa da quella del copista e un po' più tarda (per aspetto generale si avvicina a una littera textualis ); tuttavia, sono forti le somiglianze con la scrittura del testo precedente - l'Exaltatio Crucis ai ff. 46v-49r - attribuibile sempre al copista principale (cfr. soprattutto G e z - per G cfr. f. 48r, l. 12 con f. 30r l. 8, per z cfr. f. 48v, l. 4 con f. 40r, l. 12; ma anche I ed a ) con modalità esecutive più normalizzate e compatte; nell'estratto dai Miracula inoltre si notano anche varianti (per es. a , D , N ) o particolari esecutivi (per es. il trattino di attacco di h rivolto a sinistra) condivise dal copista principale (per h cfr. f. 14v, l. 8) mentre la costante presenza nell'estratto di et in nota tachigrafica, non condivisa, trova però parallelo nelle note marginali, apposte dal copista stesso (cfr. per es. sed al f. 49r e al f. 70r). Si può perciò avanzare l'ipotesi che anche il Miraculum Pauli al f. 49r-v - come l'Exaltatio Crucis ai ff. 46v-49r - sia opera del solito copista che, forse a distanza di tempo e con maggiore perizia grafica, sfruttò la porzione rimasta bianca del foglio finale del fascicolo. In alternativa si può supporre che i due testi siano attribuibili a una seconda e differente mano, assai simile a quella principale (con cui condivide G, z, D, N, a, etc.), che potrebbe inoltre mostrare una gradazione in bastarda nelle due integrazioni marginali ai ff. 145v-146r: una certa vicinanza (cfr. per es. h , et nota tachigrafica, a ) si rileva infatti tra la scrittura del miracolo di s. Paolo e quella delle due aggiunte. La distanza tra la bastarda dei ff. 145v-146r e la minuscola del testo è forse troppa per poter vedere nel lavoro una sola mano, tuttavia le interne affinità complessive lasciano comunque spazio al dubbio che un medesimo copista possa avere anche conosciuto e usato tipologie grafiche più moderne. La mano che si aggiunge nel sec. XIII a f. 1v e 49v e nei marginalia sottoelencati è fortemente assimilabile alla mano dell'eremita Pietro «mano P» (vedi scheda del ms. London, British Library, Thompson 40) Presenza di note / correzioni Nel codice si riscontrano alcune correzioni e riassunti marginali, sempre di mano del copista, a margine e in interlinea; due lunghe integrazioni a margine ai ff. 145v-146r forse di altra mano (cfr. supra ); invocazioni e prove di penna - ora per lo più evanite - nel margine superiore del recto di numerosi fogli, di mani due-trecentesche; due marginali (ff. 82v, 94v) di mani più tarde decorato Iniziali semplici: iniziali maggiori (di 4-12 righe) in rosso, modestamente decorate (fesse o con motivi geometrici all'interno) o, eccezionalmente, semplici, e minori (di 2-3 righe), semplici, sempre in rosso rubricato: maiuscole nel testo riempite di rosso; titoli e numeri nelle tavole (ai ff. 72r-v, 88r, 98r) in rosso; rubricheEnte possessore Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XIII ex.-XIX in.)Precedenti segnature omega 85, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ultimo quarto); O.III-28, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ex.)Storia del manoscritto Il codice non sembra aver avuto un utilizzo intenso dopo il Trecento: quasi tutti gli interventi sono infatti di mani due-trecentesche, che annotano l'indice del contenuto (f. 2r), aggiungono testi sui fogli di guardia (f. 1v) o su quelli rimasti bianchi (f. 49v), inseriscono marginalia in rosso (f. 22v etc.) oppure lasciano prove di penna (f. 1v etc.). Alla stesso periodo risale la nota di possesso camaldolese vergata nel margine superiore del f. 3r: Hic liber est Camaldulensis Heremi . Forse ancora nel Trecento, in chiusura del codice (f. 161v), furono aggiunti cinque esametri leonini che ribadiscono l'appartenenza del ms. all'Eremo: Hic liber alpensis Heremi fit Camaldulensis, / quem qui furatur anathematis ense necatur ./ Aut qui maioris [reti ]net sine mente prioris / hunc per quinque dies, dapnabilis hac nece fiet ./ Delens metrorum mulctetur clade priorum . Nel codice sono frequenti le invocazioni e le prove di penna vergate da mani due-trecentesche al margine superiore del recto di vari fogli, oggi in maggioranza evanite; tra queste (ai ff. 31r, 35r, 61r, 67r, 72r, 73r, 75r, 113r, 121r, 127r, 143r, 146r) è ripetuto, spesso più di una volta in ciascun foglio, il nome Guido (es. al f. 127r: i [n ] nomine Guido Dei gratia Israel libera me ; al f. 113r frater Guido in ecclesia (?)); tra le note non evanite si legge poi al f. 94r, forse di altra mano rispetto a quella di Guido: frater Anricus dictus abas de Sacraria mihi dixit d . Potrebbe essere utile un confronto con il ms. 333 della Biblioteca Città di Arezzo che al f. 31v reca la seguente annotazione: Frater Guido Dei gratia Turritanus episcopus Anricus . Il ms. è riconoscibile nell'inventario A della biblioteca di Camaldoli al nr. cclxxviii ; a f. 2r nota di possesso e segnatura corrispondente all'inventario B: Sacre Eremi Camalduli I (inscript ). C (at ). omega. 85 . La segnatura è stata poi depennata e sostituita con la segnatura del successivo inventario C: O.III-28, nel quale però il lemma non corrissponde (cfr. Spoglio inventariale nella scheda MEL e Magheri Cataluccio-Fossa, pp. 161 nr. 273, 468 nr. 85). Il codice giunse nell'odierna sede nel 1809 a seguito delle soppressioni napoleoniche delle corporazioni religiose. La segnatura attuale si legge, vergata a penna e a matita al f. Ir, insieme alla segnatura Cod. 184 (Soppressioni 1809; ripetuta anche a matita al f. 161v come Camaldoli 184 ) e Sopra la porta 164 , annotata a matita (segnatura temporanea della Biblioteca Laurenziana). Nr. inventario: 207034.Biblia sacra , f. 1v: Evangelium secundum Lucamfragm. , add.Vita Martini Turonensis , Sulpicius Severus , ff. 50r-65v
Epistola I ad Eusebium , Sulpicius Severus , ff. 65v-67rEpistola II ad Aurelium , Sulpicius Severus , ff. 67r-69rEpistola III ad Bassulam , Sulpicius Severus , ff. 69r-72rDialogi III , Sulpicius Severus , ff. 72r-108vDe viris inlustribus , Gennadius Massiliensis , ff. 108v-109rLibri VIII miraculorum [comprehenduntur: Liber in gloria martyrum, Liber de passione et virtutibus sancti Iuliani martyris, Libri I-IV de virtutibus sancti Martini episcopi, Liber vitae patrum, Liber in gloria confessorum ], Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. , ff. 109r-113v mutiloSermones [238], Caesarius Arelatensis episcopus n. 470 ca., m. 27-8-542 , ff. 114r-115v: 187 - sermo 187Expositio Evangelii secundum Lucam , Ambrosius Mediolanensis episcopus , ff. 115v-119rExpositio Evangelii secundum Lucam , Ambrosius Mediolanensis episcopus , ff. 119r-121vOfficium in festo Salvatoris , f. 2rCollectiones epistolarum et evangeliorum de tempore et de sanctis , Smaragdus Sancti Michaelis Virdunensis abbas fl. 819-830 ca. , ff. 121v-125vExpositio Evangelii secundum Lucam , Ambrosius Mediolanensis episcopus , ff. 125v-126vEpistola de fide ad Hieronymum , Ambrosius Mediolanensis episcopus pseudo , ff. 126v-128rSermones CXI , Maximus I Taurinensis episcopus m. inter a. 408 et 423 , ff. 128r-129v: 6 - Sermo 6Sermones , Augustinus Aurelius pseudo , ff. 129v-130r: 200 - Sermo 200 in natale Iohannis Baptistae VSermones CXI , Maximus I Taurinensis episcopus m. inter a. 408 et 423 , ff. 130v-131v: 76 - Sermo 76 (Bruni h. 53)Sermones , Augustinus Aurelius pseudo , ff. 131v-134r: 632 - Sermo in Lucam 10, 38 (Augustin. s. 104 cum additamento)Sermones CXVI , Maximus Taurinensis episcopus pseudo , ff. 134r-135v: 93 - Sermo 93 in natali plurimorum confessorumSermones , Augustinus Aurelius , ff. 135v-137r: Sermo 222Homiliae XL in Evangelia , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , ff. 137r-141v: 27 - Homilia II, 27Prologus monarchianus in Iohannem , ff. 2vSermones CXI , Maximus I Taurinensis episcopus m. inter a. 408 et 423 , ff. 141v-142v: 12 - Sermo 12 (Bruni h. 81)Sermones , Augustinus Aurelius , ff. 142v-143r: Sermo 334Sermones , Augustinus Aurelius , ff. 143v-144v: Sermo 335Homiliae XL in Evangelia , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , ff. 144v-146v: 35 - Homilia II, 35 lacunoso e mutiloOrationes duae [Deus qui es sanctorum tuorum splendor], ff. 146v-147rSermones , Fulgentius Ruspensis episcopus pseudo , ff. 147v-149r: 3 bis - In natale sancti Stehani IISermones CXI , Maximus I Taurinensis episcopus m. inter a. 408 et 423 , ff. 149r-150r: 16 - Sermo 16 (Bruni s. 82; PL LVII s. 87)Homiliae XL in Evangelia , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , ff. 150r-151v: 32 - Homilia II, 32 interrottoOrationes et lectiones [Adsit nobis Domine quaesumus sancta], f. 151vHomiliae CVIII [= Homiliae CXVIII (CPL 220)], Maximus Taurinensis episcopus pseudo , ff. 152r-154v: 78 - Homilia 78 de eodem s. Eusebio episcopo VercellensiBiblia sacra , ff. 3r-34r: Evangelium secundum IohannemHomiliae XL in Evangelia , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , ff. 155r-156r: 13 - Homilia I, 13 interrottoOratio [Exaudi domine praeces nostras], f. 156vSermones , Augustinus Aurelius , ff. 157r-159v: Sermo 93Homiliae XL in Evangelia , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , ff. 159v-161r: 11 - Homilia I, 11 interrottoOrationes [Deus qui nos hodie betae illius virginis], f. 161r-vBiblia sacra , ff. 34v-39v: Evangelium secundum MarcumBiblia sacra , ff. 40r-46v: Evangelium secundum LucamExaltatio sanctae crucis , ff. 46v-49rLibri VIII miraculorum [comprehenduntur: Liber in gloria martyrum, Liber de passione et virtutibus sancti Iuliani martyris, Libri I-IV de virtutibus sancti Martini episcopi, Liber vitae patrum, Liber in gloria confessorum ], Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. , f. 49r-vMiraculum Pauli Biblia sacra , f. 49v: Evangelium secundum Lucam add.Bibliografia Catalogo manoscritti scelti f. 84r; Del Furia Supplementum (1858) vol. III ff. 237r-241r; Peebles Girolamo (1936) (letteratura secondaria); Peebles Critical Text (1960) p. 469; de Gaiffier Recueil (1977) p. 317 e n. 13; Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) pp. 75, 83, 161-162, 239-242 nr. 273, 552; Guglielmetti Testi agiografici (2007) pp. 385-387 nr. 87
Note Il manoscritto presenta nella sua sezione centrale (ff. 50r-109) il corpus agiografico relativo a San Martino dipendente dal testimone - oggi disperso - donato nel 1052 al Capitolo lucchese da Odalrico, prevosto della Chiesa di Reims, che si chiudeva con il lungo colophon passato negli apografi (qui a f. 109r). Il corpus martiniano, colophon compreso, presenta una tradizione piuttosto corposa (elenco in Peebles, Girolamo in bibl.) ma il fatto che questo sia il testimone più antico rende probabile che la copia sia avvenuta proprio a Lucca anche se, vista l'osmosi tra la casa madre camaldolese e il territorio lucchese, è difficile localizzare la mano di copia (vd. Note sulla scrittura). La vicinanza tra la mano che inserisce le aggiunte (f. 1v, f. 49v) e quella dell'eremita Pietro che interviene (verso la fine del sec. XIII) nel ms. London, British Library, Thompson 40 potrebbe provare comunque l'antica presenza del ms. all'eremo.
Responsabile scheda: Gabriella Pomaro; Laura RegnicoliScheda derivata da: MEL
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