Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 27 sin. 7
sec. XIII secondo quarto data stimataLuogo di copia Spagna membr. ff. IV, 256, V'; numerazione recente a matita; ff. I-III e I'-V' cart. mod. n.n.; f. IV' antico membr. numerato I; fascicoli 1 (12), 2 (11), 3 - 15 (12), 16 (10), 17 - 20 (12), 21 (7), 22 (12): richiami regolari; richiamo presente anche nell'ultimo foglio dato che il testo prosegue senza interruzioni in Plut.27 sin.8. Il secondo fascicolo è un sesterno decurtato di un foglio probabilmente bianco tra ff. 20 e 21r (bianchi) Il ventunesimo fascicolo è un quinterno decurtato di tre fogli finali dimensioni: f. 128r: 334 x 244; specchio di scrittura: f. 128r: 34 [220] 80 x 29 [146] 7/62; f. 128r: 23rr/22ll, pressoché costanti in tutto il manoscritto, rigatura a mina di piomboscritture e mani littera textualis; note generali sulla scrittura: mano unica collocabile in zona ispanico-mediterranea
Figure Note figure: A f. 20r il testo si interrompe con quorum figurarum haec sunt varietates , per riprendere a f. 21v. Probabilmente nei fogli rimasti in bianco erano previste illustrazioni relative alle quantità sillabiche, a spiegazione del testo. ff. 74r e v: figure geometriche a rappresentazione di tipologie diverse di numeri (discreti aut continentes ). ff. 75v- 76v varie figure geometriche, di cui l'ultima risulta incompleta, corredate da didascalie inscritte al loro interno, in corrispondenza di III, 12, de quadripertita divisione Geometrie . ff. 77v: quattro cerchi, di cui due ne intersecano un quinto che riporta al suo interno i segni zodiacali e il mese relativo. A f. 78r e v: figure, di cui solo una completa, che costituiscono la rappresentazione visiva dei piedi della metrica. A f. 79v: tre figure geometriche e, in basso, raffigurazione del cosmo, a chiusura della sezione sulla geometria. f. 141r-143v: schema del ciclo pasquale. A f. 233v: tabula delle consanguineità. A f. 234r: arbor consanguinitatis Con una certa incertezza, basandosi sugli interventi figurati con didascalie più corpose, pare probabile che l'esecuzione, pur strettamente sincrona, non sia attribuibile al copista ma al correttore, se tale risulta la funzione della mano strettamente sincrona ma con atteggiamenti grafici documentari (e decisamente di area ispano-catalana) che lascia a margine alcune glosse e rivede in più punti il testo (es. f. 79v) Presenza di glosse / correzioni Correzioni interlineari e talvolta marginali sistematiche, forse a opera di un revisore (f.188v). Interventi marginali e segni di utilizzo successivi particolarmente su determinate parti del testo (molto utilizzato il lb. VIII De deo et trinitate ) Iniziali semplici; Iniziali filigranate; Iniziali figurate: Benchè il manoscritto sia accuratamente rubricato, la decorazione prevista è rimasta totalmente a livello di spazio riservato, compreso quella del foglio iniziale. Via via sono state eseguite (e già in zona italiana) alcune iniziali in zone di particolare interesse del testo: le più antiche, grosso modo coeve al testo, sono le iniziali filigranate ai ff. 180r e 183r (quest'ultima di grandi dimensioni per la rubrica De martiribus ); di cronologia poco precisabile una iniziale semplice a f. 41v e decisamente tardo (trecentesco) un abbozzo a penna a f. 6v. A un unico intervento, decisamente di alto livello (che torna anche nel secondo tomo del corpus, cui si rinvia), si deve la serie di le belle fogliate ai ff. 229v e 230r rubricatoLegatura moderna, piatti in legno non rivestito, dorso in pelleEnte possessore Firenze, S. Croce, convento OFM (sec. XIV.1 - 1766)Storia del manoscritto A f.1r, marg. sup.: Iste liber est florentini conventus ordinis minorum (sec. XIV.1) A f. IIv, marg. sup., di mano quattrocentesca, forse B1: Iste liber est Conventus Sancte Crucis de Florentia ordinis minorum . Secunda pars Isidorii Ethimologiarum (con un'imprecisione visto che questa è la prima parte). A f. IIv, forse della stessa mano quattrocentesca che ha vergato la nota di possesso di Santa Croce: N°703 , che corrisponde all'inventario quattrocentesco edito da Mazzi A f. IIv, al centro, cartellino a stampa che ricorda il passaggio del ms alla biblioteca laurenziana, completato a penna con la segnatura attuale. A f. I'v marg sup, a matita, è vergato un segno di ordinamento che collega questa prima parte alla successiva: C. B. 26 C.6 (il Plut. 27 sin.8 ha il C 7), non è precisabile il momento di questa annotazione (forse al passaggio del fondo alla sede attuale?). A f. I bis, timbro della Regia Biblioteca Laurenziana Mazzi, n°703: Prima ysidori ehimologiarum pars Etymologiarum libri XX , Isidorus Hispalensis episcopus n. 560 ca., m. 4-4-636 , ff. 1r - 256v lb. 1-XI (cum epistulis ad / a Braulione)Bibliografia Bandini Catalogus (1774) col. 202; Mazzi, Inventario (1897) p. 138; Dyaz - Anspach Etimologias (1966) n° 561a; Bartoli Caduta di Gerusalemme (1991) (solo citato); Chiodo Ad usum (2016) p. 253 (solo citato)
Note Plut. 27 sin.7 e 8 costituivano probabilmente in origine un tomo unico contenente le Etimologie isidoriane e un trattatello di natura astronomica; su basi grafiche l'origine del manoscritto è collocabile in zona ispanico-mediterranea. L'arrivo in Italia, e la divisione in due tomi, potrebbe essere collegato con alcuni interventi marginali e con l'inserimento di alcune iniziali decorate negli spazi rimasti sempre riservati all'origine; tra questi interventi, sicuramente italiani e tardo-duecenteschi, è significativa la bella iniziale ad apertura del tomo diventato, a seguito dello smembramento, il secondo.
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